Identità Randazzo
Amministrazione
SINDACO
Francesco Giovanni Emanuele Sgroi
In carica dal: 11/06/2018
Deleghe:
Sito istituzionale
www.comune.randazzo.ct.it
Giuseppe Gullotto
Deleghe:
Urbanistica – Lavori Pubblici – Manutenzione Artigianato – Commercio – Industria – Sviluppo Economico – Sport e Impianti Sportivi
Giuseppe D'Amico
Deleghe:
Personale – Vigili Urbani – Patrimonio e Autoparco – Pubblica Illuminazione – Acquedotto – Cimitero – Contenzioso – Viabilità
Maria Mancuso
Deleghe:
Sanità – Servizi Sociali – Politiche Terza Età e Disabili – Pari Opportunità – Politiche Sociali e Cultura – Musei e Biblioteca – Siti Internet e Comunicazione
Alfio Pillera
Deleghe:
Prusst – Servizi Ecologici, Ambiente e Verde Pubblico – Agricoltura – Protezione Civile – Parchi e Viabilità Rurale – Politiche Giovanili
Randazzo, tre lingue per un solo paese
Nei dintorni di Randazzo si trovano ben tre aree protette, che attribuiscono al comune un notevole valore ambientalistico: il Parco Regionale dell’Etna, il Parco dei Nebrodi ed il Parco Fluviale dell’Alcantara.
Grotta del Gelo: è una grotta dell’Etna ubicata a 2030 metri d’altitudine, al suo interno si registra la presenza di ghiaccio perenne. Presenta un’apertura e una forma conica, fin dagli anni settanta è meta per escursionisti e turisti nonché esperti e scienziati. La grotta del Gelo è una galleria di scorrimento, originata dal raffreddamento di una colata lavica legata ad un’eruzione iniziata nel luglio 1614 e protrattasi per oltre dieci anni. Dopo cinque ore di cammino, in estate la grotta è facilmente accessibile, in inverno al contrario il suo ingresso è spesso nascosto dalla neve.
Le origini del toponimo sono incerte ed avvolte dalla leggenda: per alcuni deriverebbe dal nome Randàches, l’antico governatore bizantino di Taormina; secondo la tradizione popolare, invece, il nome sarebbe mutuato dal termine dialettale rannazz (molto grande). Oggi la cittadina conserva ancora intatto il suo impianto medievale poiché è passata indenne, lungo i secoli, attraverso le numerose eruzioni vulcaniche, benché disti solo pochi chilometri dal cratere centrale. I ritrovamenti archeologici attestano i primi insediamenti nella zona intorno al VI secolo a.C., ma l’affermazione di Randazzo come centro di una certa rilevanza risalirebbe alle dominazioni bizantina, araba e poi normanna. Della prima rimangono numerose tracce, come i ruderi delle antiche chiese, chiamate cube, disseminati nei dintorni dell’abitato. Il paese ha costituito fino al XVI secolo una testimonianza particolare dell’avvicendamento delle diverse civiltà in Sicilia; qui, infatti, si parlavano tre lingue: il greco nel quartiere San Nicola, il latino nel quartiere Santa Maria ed il lombardo nel quartiere San Martino.
Il territorio comunale vanta abbondanti bellezze paesaggistiche e naturali, ma anche un’architettura caratteristica e di notevole fascino. Gran parte della pavimentazione stradale e delle abitazioni, infatti, è stata costruita adoperando la pietra lavica locale, che ha donato al paese un caratteristico colore nerastro. Suggestiva è la via degli Archi, il cui nome deriva dalla presenza di quattro arcate gotiche che la sormontano. In paese sono da ammirare anche i resti dell’antica cinta muraria edificata dai Normanni, originariamente lunga tre chilometri, di cui oggi rimangono solo una delle dodici torri e quattro porte. Di grande rilievo è la chiesa di Santa Maria, costruita tra il 1217 ed il 1239, più volte rimaneggiata. L’edificio è in gran parte costruito in pietra lavica ed ha un aspetto estremamente suggestivo: di pietra nera sono la base, parte del campanile, le colonne interne che dividono le navate. Al suo interno sono conservati l’affresco bizantino della Madonna del Pileri; la tavola Salvezza di Randazzo di Girolamo Alibrandi (1470-1524); tele del XVII e XVIII secolo e sculture di scuola gaginesca del XVI secolo.
L’economia dell’area si è basata per lungo tempo sulle attività agricole ed artigianali. In passato era il corso del fiume Alcantara a dividere nettamente i tipi di coltivazione: nella zona meridionale, infatti, insistevano vasti appezzamenti di alberi di castagno e di alto fusto, ma anche terreni di natura vulcanica lavorati a vigneto, oliveto e frutteto; nella parte settentrionale, invece, predominavano soprattutto le coltivazioni di cereali e leguminose. Anche se in minor misura, ancora oggi l’agricoltura è una delle attività produttive primarie ed i suoi prodotti contraddistinguono le tradizioni gastronomiche del luogo, che fanno largo uso di funghi porcini ed asparagi selvatici, oltre ad offrire formaggi e dolci lavorati con mosto e mandorle. Di riguardo anche il comparto zootecnico, favorito dagli ampi terreni adibiti a pascolo. Negli ultimi anni, poi, è soprattutto il turismo a mostrare significativi segni di crescita: i visitatori sono attratti dalla vicinanza al vulcano e dall’ampio patrimonio naturalistico ed architettonico della zona.
in aggiornamento
Musei – Randazzo, ospita il Museo Archeologico Paolo Vagliasindi, allestito nel castello svevo, che esibisce reperti databili dal VI al III secolo a.C. ed una collezione di pupi siciliani dei primi del Novecento; il museo civico di scienze naturali, che comprende una ricca sezione ornitologica ed una sezione naturalistica (rocce, minerali, fossili della Sicilia).
Sacro e Profano – Numerose, infine, le feste popolari, gli eventi cultuali e le celebrazioni religiose; tra queste, il 19 marzo si festeggia, da molti secoli, il patrono San Giuseppe.
in aggiornamento
- Casimiro Bonfiglio (Randazzo, 1925), sindacalista e funzionario
- Andrea Capparelli (Randazzo, 1854 – Catania, 1921), fisiologo e Rettore dell’università di Catania.
- Erasmo Marotta (Randazzo, 1576 – Palermo, 1641), compositore
- Nicola Petrina (Randazzo, 1861 – Messina, 1908), sindacalista e politico
- Luigi Rabatà (Erice, 1443 – Randazzo, 1490), religioso carmelitano proclamato beato; visse a lungo a Randazzo
- Antonino da Randazzo (Randazzo, … – Tropea, 1632), frate cattolico
- Domenico Spadafora (Randazzo, 1450 – Monte Cerignone, 1521) religioso proclamato beato
Come arrivare
La città di Randazzo è servita dalla Ferrovia Circumetnea che la collega a Giarre ed a Catania.