Identità Priolo Gargallo
Amministrazione
SINDACO
Giuseppe Gianni
In carica dal: 11/06/2018
Deleghe:
Industrie – Ambiente e salute – Sociale e Servizi al cittadino – Ricerca risorse pubbliche – Protezione Civile – Problematiche inerenti Priolo INHOUSE – Agenda 21 – Polizia Municipale – Riqualificazione Urbana – Verde Pubblico – Mare – Demanio Trazzerale e quant’altro non assegnato ad alcun assessore
Sito istituzionale
www.comune.priologargallo.sr.it
Maria Grazia Pulvirenti
Deleghe:
Vice Sindaco – Lavoro e Sviluppo Economico – Commercio – Artigianato – Agricoltura – Servizi Demografici ed Elettorali – Annona – Ufficio Europa – Bilancio, Finanze e Patrimonio – Contenzioso
Barbara Campione
Deleghe:
Sport ed Attività ricreative – Turismo e Spettacolo – Beni Culturali – Cultura – Formazione
Mariachiara Gambuzza
Deleghe:
Volontariato – Famiglia – Legalità e Pari Opportunità – Pubblica Istruzione
Antonino Margagliotti
Deleghe:
Lavori Pubblici – Servizi cimiteriali – Urbanistica – Ecologia – Urban center
Priolo Gargallo, Chimica e Natura
Area archeologica di Thapsos. È uno dei più importanti siti siciliani della media età del bronzo. La necropoli e i resti dell’abitato protostorico sono localizzati tra Priolo Gargallo ed Augusta, sulla penisola di Magnisi, l’antica Thapsos, ricordata dallo storico ateniese Tucidide (V secolo a.C.) come il luogo in cui gli ateniesi si accamparono in vista dell’assedio di Siracusa. Le ricerche archeologiche iniziate nel 1880 dall’archeologo Saverio Cavallari e proseguite con gli studi di Paolo Orsi, Giuseppe Voza e Luigi Bernabò Brea, hanno portato alla luce un vasto insediamento che rimase ininterrottamente in vita dal XV al IX secolo a.C. Il sito presenta aspetti così peculiari da aver indotto gli studiosi a parlare di una vera e propria “cultura di Thapsos”, successiva alla cultura di Castelluccio ma contemporanea a quella della zona nord-orientale della Sicilia, di Milazzo e delle Eolie. La località, ideale come approdo dal mare, divenne subito un importante centro commerciale del Mediterraneo, come dimostrano i rinvenimenti di oggetti provenienti da Cipro e da Malta. Le necropoli sono dislocate sia lungo il litorale settentrionale che nella parte interna della penisola. Le tombe sono del tipo a forno, scavate nel piano roccioso, con accesso frontale ed essendo tombe familiari, contenevano numerose sepolture accompagnate da ricchi corredi, ad oggi esposti al Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa.
Toponomastica – Gargallo, la seconda parte del nome del comune, è il cognome del marchese Tommaso che fondò l’insediamento moderno nel XIX secolo. Per il termine Priolo c’è invece più incertezza anche se l’ipotesi più quotata è quella della derivazione dal termine greco priolos, che significa priore, in riferimento al fatto che il territorio nei secoli precedenti alla conquista araba della Sicilia fu di proprietà ecclesiastica.
Priolo potrebbe derivare anche dalla trasformazione della parola dialettale rivolo o rivolu, ossia ruscello, piccolo corso d’acqua. Un’altra supposizione, molto più suggestiva, farebbe derivare il toponimo Priolo dall’antichissima città di Trogilo, il cui nome deriverebbe a sua volta dal greco Trochilo, ovvero uccello dalle rive del Nilo. I Greci invasori erano infatti, per i Siculi, degli uccelli venuti dal mare immenso.
Origini – Le prime tracce della presenza umana nell’area risalgono al II millennio a.C., come documentato dall’insediamento siculo di Thapsos, ma vi sono significativi resti anche della civiltà greca e di quella romana; non mancano neppure attestazioni di epoca bizantina e testimonianze della dominazione araba. Con l’arrivo dei Normanni nell’XI secolo il territorio fu ripartito in feudi e successivamente, con la conquista aragonese, quello che oggi è il priolese fu annesso alla contea di Augusta. Verso la fine del XVI secolo l’area divenne possedimento della famiglia Platamoni e poi dei Gargallo, da cui l’odierno nome del centro urbano. Per lungo tempo la zona è stata popolata secondo il modello rurale: non vi era quindi un abitato che fungesse da punto di riferimento per il territorio circostante.
Priolo Gargallo contemporanea – Nel 1807 i Gargallo presentarono richiesta formale ai Borbone per promuovere la nascita di un agglomerato urbano in funzione di un più intensivo sfruttamento agricolo dell’area: nacque così il primo nucleo di case, raccolte intorno ad una chiesa. Dal 1813 al 1819 Priolo divenne comune ma venne poi annesso a Siracusa. Il Novecento fu per il borgo un secolo di grandi trasformazioni socio-economiche, innanzitutto grazie all’impianto di una centrale elettrica, di un oleodotto e di varie altre industrie che modificarono in maniera sostanziale l’economia dell’area oltre che il paesaggio. Vennero inoltre dismesse le storiche saline site nella penisola Magnisi. Altro elemento fondamentale della storia novecentesca di Priolo è l’impegno della cittadinanza nel portare avanti le istanze di indipendenza dal comune di Siracusa, esaudite infine nel 1979. Le industrie portarono lavoro e benessere economico nel comune ma col passare dei decenni cominciarono ad aumentare i casi di tumore, malattie neurologiche e malformazioni neonatali dovute all’insalubrità dell’aria circostante. Negli anni Ottanta, una maggiore consapevolezza dei danni provocati dall’inquinamento ambientale, si tradusse nell’avvio dell’attuazione di drastiche misure a tutela del territorio priolese. Dopo il gravissimo incidente avvenuto nel 1985 presso l’ex Icam ed in seguito al terremoto del 1990, noto come Terremoto di Santa Lucia, furono effettuate una serie di opere di bonifica e di risanamento ambientale come: l’istituzione della Riserva Naturale delle Saline di Priolo; l’installazione di vari depuratori che hanno reso pulite le acque marine tra la penisola Magnisi e l’area di Marina di Priolo.
Centro storico – Nel centro storico sono presenti diverse chiese. la Chiesa ottocentesca dell’Angelo Custode, patrono del paese, conserva le tombe della famiglia Gargallo. All’interno è conservata una statua lignea dell’Angelo Custode, opera del 1818 dello scultore napoletano Spinetti. La chiesa rimase chiusa per decenni e fu riaperta al culto il 28 settembre 1968. Da segnalare inoltre la Chiesa dell’Immacolata Concezione, anch’essa del XIX secolo, nonché quella di San Michele Arcangelo, che conserva al suo interno le sculture dell’artista siracusano Antonio Leone. Sul litorale si possono poi vedere la Torre del Fico, del XV secolo, e la Torre di Magnisi che nel passato fecero parte dell’ingegnoso sistema difensivo costiero dell’isola, costituito da più di duecento torri.
Architettura Religiosa
- Basilica paleocristiana di San Focà, fu edificata nel IV secolo dal vescovo di Siracusa, Germano. Sita poco fuori dall’abitato, fu rinvenuta dall’archeologo Paolo Orsi che, a cominciare dal 1892, effettuò nell’allora cadente costruzione una serie di sopralluoghi. Originariamente era ripartita in tre navate divise da muri molto spessi, ciascuno attraversato da cinque archi a tutto sesto. La navata nord e le volte a botte crollarono a seguito del terremoto che nel gennaio del 1693 devastò la Sicilia orientale.
Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:
Chiesa di San Giuseppe Operaio; Chiesa del Sacro Cuore; Chiesa di Santa Chiara; Castrum bizantino; Masseria Gargallo.
Siti Archeologici
Sulla penisola di Magnisi, vi è il sito archeologico di Thapsos, insediamento siculo databile al 1400 a.C. La città di Thapsos, molto importante dal punto di vista economico, sosteneva infatti il florido commercio tra Mediterraneo ed Egeo. L’assetto del villaggio mostra la presenza delle diverse culture che si incontrarono in questo luogo di passaggio delle rotte navali: l’architettura micenea si fonde con le tradizioni sicule. Segnaliamo infine la presenza nel territorio del comune di diverse catacombe, depredate nel corso dei secoli e di cui resta solo l’impianto: le Catacombe di Manomozza, site nei pressi della basilica di san Focà; le Catacombe di Riuzzo, inglobate all’interno del polo petrolchimico e visitabili solo con autorizzazione ed infine le Catacombe di Scrivelleri, ai piedi dei monti Climiti.
In passato l’economia della zona era legata principalmente all’agricoltura e alla produzione di sale nelle Saline Magnisi. Dopo un periodo di decadenza iniziato nel Cinquecento, a metà Settecento, con i Borbone che promossero i commerci verso il Nord Europa, la produzione del sale rifiorì e continuò a crescere fino agli anni Sessanta del Novecento, quando entrò definitivamente in crisi. L’economia locale oggi ruota intorno al settore industriale e la città è diventata il vero centro dell’attività petrolchimica del siracusano in quanto la maggior parte delle raffinerie e dei serbatoi di carburante si trovano presso il suo territorio comunale. L’industria chimica, meccanica ed elettrica, ciascuna con il relativo indotto, caratterizza il priolese in maniera decisiva anche dal punto di vista ambientale. Nel 2010 è stata inaugurata la Centrale solare termodinamica Archimede, un piccolo impianto sperimentale che unisce il gas alla tecnologia a sali fusi. L’agricoltura è ancora praticata nelle fertili pianure intorno all’abitato ma in misura decisamente minore rispetto al passato. Si coltivano soprattutto cereali, ortaggi e frutta.
Evoluzione demografica – Il comune di Priolo Gargallo ha conosciuto a partire dalla metà dell’Ottocento un costante ed inarrestabile aumento della popolazione residente. Tale fenomeno ha raggiunto l’apice tra la metà del Novecento e l’inizio degli anni Ottanta in concomitanza alla massiccia industrializzazione del territorio comunale: si pensi che il censimento del 1851 registrava 6.545 cittadini residenti mentre nel 1981 la quota salì a 11.408 con un aumento record di circa il 74% della popolazione in soli tre decenni. L’aumento demografico della popolazione si è mantenuto fino ai nostri giorni, anche se con una minore portata.
Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Priolo Gargallo al 1° gennaio 2016 sono 178 e rappresentano l’1,5% del totale della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 23,6% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguono la Polonia (19,7%), la Repubblica Popolare Cinese (14%), la Tunisia (8,4%) ed infine l’Albania (5,1%).
Biblioteche – Biblioteca Comunale Tommaso Gargallo, sita in via dell’Angelo Custode.
Cinema – Il documentario Sicilia di sabbia, realizzato nel 2011 dal regista Massimiliano Perrotta e ispirato al reportage giornalistico La lunga strada di sabbia di Pier Paolo Pasolini, ha dedicato un capitolo alla controversa storia della modernizzazione del paese.
Sacro e Profano – Tra le feste religiose principali troviamo: quella dedicata all’Angelo Custode, patrono di Priolo, che si festeggia il 2 ottobre; i festeggiamenti in onore dell’Immacolata Concezione; la festa di San Giuseppe Operaio che ha luogo il 1° maggio ed infine la realizzazione nel periodo natalizio del Presepe vivente. Durante il periodo estivo, nell’ambito della manifestazione dell’Estate priolese, vengono organizzati sagre, spettacoli di vario genere e concerti.
La cucina dei priolesi è caratterizzata dall’abbondanza di dolciumi e biscotti. Tra i dolci più diffusi troviamo la cutugnata, marmellata dura a base di mele cotogne e le zeppole dolci (o sfinci) a base di miele e zucchero. Tra i dolci tipici del periodo pasquale ci sono le cosiddette Pupe cu l’ovu, dei pani dolci di forma tondeggiante cosparsi con zucchero colorato e recanti all’interno un uovo sodo intero e i cassateddi, una sorta di piccole torte dolci farcite con ricotta zuccherata e aromatizzata con tuorlo d’uovo e cannella. Dolci tipici delle festività natalizie sono invece i Totò, biscotti con glassa a base di limone o cioccolato, la giuggiulena, a base di miele e semi di sesamo, la pignuccata, palline dolci a base di farina, caramello e miele e infine i mustazzoli, pani dolci di diversa forma a base di miele e mandorle.
- Tommaso Gargallo (Siracusa, 1760-1842) poeta, erudito e fondatore della città. Nel 1807 ottenne l’autorizzazione dal re Ferdinando III di popolare il feudo dove si trova oggi Priolo, costruendo una chiesa e quaranta case. Lo stesso re lo nominò Ministro della guerra, ma egli vi rinunciò per dedicarsi alla sua vita privata e alle lettere. È considerato il più importante traduttore di Orazio della sua epoca. A lui si deve anche la fondazione del Liceo classico di Siracusa, che porta il suo nome.
- Sebastiano Carta (Priolo Gargallo, 1913 – Roma, 1973), pittore e poeta futurista. Appena ventenne fu scoperto da Filippo Tommaso Marinetti e nonostante le opposizioni familiari, si trasferì a Roma dove entrò a far parte del “Gruppo Romano”, del quale rappresentò il lato più anarchico e trasgressivo. Nel 1944, terminata l’esperienza futurista, insieme a Zavattini e Guttuso fondò la “Casa Rossa”, un gruppo di cultura antiborghese. Con uno stile fortemente riconoscibile e con un approccio al lavoro quasi da street artist ante litteram, procedette per un percorso solitario, segnato da gravi problemi economici e da una difficoltà di inserimento nel contesto borghese e commerciale che negli ultimi anni gli impedì di esporre.
- Sofia Vinci (Siracusa, 1966), ex cestista e dirigente sportiva italiana. Ha giocato nella Nazionale italiana e in Serie A1 con il Priolo. È stata una delle protagoniste dei due scudetti dell’Enichem Priolo di Santino Coppa, nel 1988-89 e nel 1999-00. Si è ritirata nel 2003 e dopo il ritiro è stata prima team manager e poi responsabile delle giovanili del Priolo.
Come arrivare
Attraverso la SS 114 Orientale Sicula, la città è ben collegata sia verso sud che verso nord con tutti i grossi centri della Sicilia orientale. L’aeroporto più vicino è il Fontanarossa di Catania a circa 50 km di distanza dalla città. L’aeroporto offre voli diretti per le principali città italiane ed europee. La stazione ferroviaria di Priolo-Melilli è sita nella periferia est del comune, nei dintorni del polo petrolchimico. Vi transita la Messina-Siracusa o dorsale jonica, una delle principali linee ferroviarie della Sicilia orientale. Diverse compagnie di autobus (Ast, Interbus e Scionti) offrono collegamenti con i comuni limitrofi e con le principali città siciliane.