Identità Pietraperzia
Amministrazione
SINDACO
Salvatore Messina
In carica dal: 05/10/2020
Deleghe:
Sito istituzionale
www.comune.pietraperzia.en.it
Pietraperzia, Paese dalla pietra color ocra
Di epoca medievale, il Castello Barresi-Branciforte sorge sulla parte più alta e panoramica di Pietraperzia. Imponenti le dimensioni della struttura: da alcuni documenti s’è potuto rivelare infatti che il perimetro del Castello originariamente racchiudeva un’area di circa 20 mila mq mentre le mura avevano uno sviluppo di più di mille metri e in alcuni punti erano alte oltre 4 metri. Lungo di essi si elevavano diverse torri e bastioni di cui non è rimasta traccia ad eccezione dei resti della Corona del Re e di parte della Torre Quadrangolare dell’ingresso. Una leggenda vuole che le stanze del castello fossero 365 quanti i giorni dell’anno, i piani quattro quante le stagiono dell’anno e le torri dodici come i mesi dell’anno. Gli studi hanno inoltre confermato che il Castello fu largamente usato per scopi bellici, soprattutto nelle lunghe e sanguinose lotte tra Angioini ed Aragonesi.
Toponomastica – Il toponimo deriva probabilmente dall’esistenza di una rupe punteggiata da molte camere sepolcrali di epoca preellenica, chiamate in dialetto petri pirciati (pietre forate).
Origini – Le origini del centro sono antichissime, come attesta il ritrovamento di numerosi resti archeologici risalenti al periodo preistorico, quando la zona fu conquista dai Sicani in un primo momento e dai Siculi successivamente. Tuttavia, notizie certe che documentano storicamente l’esistenza del borgo risalgono alle dominazioni romana ed araba, ma soprattutto normanna. Nel corso dell’XI secolo d.C., infatti, per volere del conte Ruggero d’Altavilla fu ampliato il castello sorto su un’imponente roccia calcarea, favorendo inoltre l’espansione del centro abitato. Con la dominazione sveva, Federico II d’Aragona cedette la città alla famiglia dei Barresi e dopo la Pace di Caltabellotta (31 agosto 1302), che pose fine alla Guerra del Vespro e suggellò il dominio aragonese sull’isola, Pietraperzia fu dichiarata territorio demaniale in un primo momento e riconsegnata alla famiglia Barresi, che mantenne la signoria quasi fino alla fine del XVI secolo, successivamente. Alla morte di Pietro si estinse la dinastia dei Barresi, alla quale subentrò quella dei Branciforte. Durante i moti rivoluzionari del 1848-49 e quelli risorgimentali del 1860 gli abitanti parteciparono in massa agli eventi, finanziati dai notabili locali. Nel 1926 Pietraperzia entrò a far parte della nuova provincia di Enna.
Nel patrimonio monumentale del centro si distingue un prezioso complesso architettonico: il castello, che domina il paese. Rivestono un ruolo di spicco per l’arte e la storia locale anche il cinquecentesco Palazzo del Governatore, il neogotico Palazzo Tortrici ed il palazzo comunale, ricavato dall’ex convento dei domenicani. Tra le architetture sacre spiccano poi la chiesa di San Nicolò, in origine moschea araba e successivamente trasformata in chiesa cristiana con l’avvento dei Normanni; la chiesa Caterva, che custodisce le reliquie di San Felice e vari stucchi rifiniti con tocchi d’oro zecchino; la parrocchia di Santa Maria del Gesù, con l’annesso convento dei frati francescani che custodisce anche varie statue dello scultore Antonello Gagini (1478-1536) ed una splendida tela raffigurante la Madonna in trono e Santi realizzata da Filippo Paladino (1544-1614).
Siti archeologici − I primi insediamenti umani nella zona del comune risalirebbero alla metà del IV millennio a.C. come testimonierebbero alcuni frammenti di ceramica ritrovati in contrada Rocche. Di rilevante importanza sono anche i resti della Mansio romana di contrada Runzi anche se il sito è ancora poco pubblicizzato e conosciuto dagli appassionati di archeologia. Altro importante sito da segnalare è quello esistente in località Tornambé-Mercato d’Arrigo dove una fortezza in parte intagliata nella pietra ha restituito ceramiche riferibili alla cultura di Castelluccio.
La principale attività economica di Pietraperzia è l’agricoltura, specializzata nella produzione di grano duro, olio d’oliva, mandorle, uva da vino e pistacchi. È presente l’allevamento suino, bovino e ovino, con la produzione di latte e ricotta fresca, esportata in tutta la Sicilia e in Italia. Contribuisce inoltre alla crescita del reddito locale l’artigianato, legato alla lavorazione del ferro battuto, dei ricami artistici, del legno e del restauro.
in aggiornamento
Biblioteche − Biblioteca comunale, corso Vittorio Emanuele n. 56.
Teatri − Teatro comunale Regina Margherita, sito in Piazza Vittorio Emanuele. Il Teatro, costruito nel 1927, presenta una bella ed armoniosa facciata stile risorgimentale. Le sculture dei mensoloni, dei portali e dei mascheroni furono eseguite dallo scultore Matteo Di Natale. Durante l’ultima guerra subì gravi danni a causa dei bombardamenti e nel 1946 venne riadattato a sala cinematografica.
Sacro e Profano – Tra le ricorrenze religiose maggiormente sentite dagli abitanti si celebra la Festa della Madonna della Cava, copatrona del paese assieme a San Rocco, che si svolge il 15 agosto; la Festa di San Vincenzo Ferrer dopo Pasqua ed i riti della Settimana Santa. L’ultima domenica di luglio si celebra infine San Calogero, con il pane portato dai fedeli come devozione al Santo.
in aggiornamento
- Filippo Paladini, pittore, del quale è presente una pala d’altare Vergine in Gloria tra i santi Pietro, Paolo, Dorotea e Agata, 1604, custodita nella chiesa Santa Maria Maggiore.
- Elvira Mancuso scrittrice
- Ludovico Ideo, vescovo di Lipari dal 25 giugno 1858 alla morte, sopraggiunta il 4 dicembre 1880, commemorato a Pietraperzia con un busto posto nella Chiesa di Santa Maria Maggiore realizzato dallo scultore Benedetto Civiletti
- Roberto Speciale (1943), generale e politico
- Damiano Nocilla, segretario generale del Senato della Repubblica
- Angelo Barrile (1976), medico, deputato al Consiglio Nazionale Svizzero, nato a Winterthur (CH), figlio di emigrati pietrini, cittadino italo-svizzero
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