Identità Palazzolo Acreide
Amministrazione
SINDACO
Salvatore Gallo
In carica dal: 11/06/2018
Deleghe:
Sito istituzionale
www.comune.palazzoloacreide.gov.it
Sebastiano Giordano
Deleghe:
Vice Sindaco – Personale – Ambiente – Sicurezza Urbana – Commercio – Protezione Civile
Riccardo Messina
Deleghe:
Rigenerazione Urbana ed Infrastrutture Sostenibili, Lavori Pubblici, Urbanistica, Mobilità, Fund Raising, Energia e Artigianato
Maurizio Aiello
Deleghe:
Beni Culturali – Turismo – Sport – Spettacolo – Politiche Giovanili – Volontariato – Servizi Informatici
Giovanna Scollo
Deleghe:
Scuola e Istruzione – Servizi per la Persona – Pari Opportunità e Famiglia
Palazzolo Acreide, l'Antica Akrai
Valle dell’Anapo: è una riserva naturale regionale, si estende per lo più sui territori di Ferla, Cassaro e Sortino, attraversata dai fiumi Anapo e Calcinara, comprende la valle del fiume Anapo (che nasce sul Monte Lauro, nei Monti Iblei, e sfocia nel porto di Siracusa), la valle di Pantalica ed il torrente di Cava Grande. Offre ambienti ecologici diversificati che consentono una significativa biodiversità. La flora risulta estremamente variegata: lungo il fiume si sviluppa una rigogliosa vegetazione di platano orientale; sulle rocce si registra la presenza di oleandri; tra gli alberi dominano i salici, il pioppo nero, l’orniello, il carpino e la roverella; il sottobosco diventa intricato per la presenza dei rovi e delle piante lianose, come la vitalba; le pareti della valle sono arricchite dalla macchia mediterranea costituita da alberi sempreverdi come il leccio, il terebinto, la fillirea e l’alaterno. L’ambiente fluviale di natura torrentizia costituisce l’habitat ideale per la rara trota siciliana, la trota fario e la tinca, si possono trovare anche l’anguilla e il granchio di fiume. Tra i mammiferi è possibile avvistare la volpe, la martora, la donnola e l’istrice; infine tra i rettili è presente il colubro di Riccioli, un serpente diffuso nelle campagne dell’isola, e alcune specie di testuggini terrestri.
Toponomastica – L’odierna Palazzolo Acreide, discende dall’antica città di Akrai, fondata nel 664 a.C. dai greci provenienti da Siracusa.
Origini – Il territorio era già abitato dai Siculi, come dimostra il ritrovamento di diverse necropoli scavate nelle rocce circostanti l’abitato odierno; il momento più significativo per lo sviluppo urbano e sociale dell’area, tuttavia, fu senz’altro la fondazione di Akrai, città greca del VII secolo a.C. L’insediamento rientrava nel progetto di espansione greco-siracusana, di cui era un importante avamposto ai confini occidentali dell’area sottratta ai Siculi. Akrai era una florida cittadina che ebbe il suo momento di massima fioritura nel III secolo a.C., alla fine del quale venne conquistata dai Romani, e durante la diffusione del Cristianesimo nei secoli IV – V d.C., come attesta il gran numero di catacombe, iscrizioni e chiese rupestri ritrovate. Durante l’espansione araba del IX secolo, la città fu irrimediabilmente distrutta dalle truppe islamiche nell’827. Il nuovo centro sorse in età medievale ad opera dei normanni; posto su uno sperone roccioso sottostante all’antica Acre, in posizione strategica per il controllo del territorio, si sviluppò intorno ad un palatium imperiale che, difatti ha determinato il nome del nuovo abitato: Palatiolum. Palazzolo prosperò negli anni dei domini normanno e poi aragonese. Dal 1104 si avvicendarono diversi baroni: da Guifredo figlio del conte Ruggero ad Artale d’Alagona. Nel XVII secolo, infine, entrò a far parte del feudo della famiglia Ruffo, che trasformò il possedimento in principato e ne mantenne la proprietà fino all’abolizione del feudalesimo. Nel Settecento, dopo gli ingenti danni subiti per il terremoto del 1693, la cittadina si impegnò con successo nell’opera di ricostruzione e di rilancio della vita culturale, che proseguì per tutto l’Ottocento.
Palazzolo contemporanea – Nell’800 la famiglia Ruffo fu costretta ad abbandonare la guida cittadina, di conseguenza gli immobili di loro proprietà furono venduti a privati divenendo abitazioni delle famiglie facoltose palazzolesi, tra cui va citata la famiglia Iudica. Nel 1812, Palazzolo venne riconosciuta come un paese demaniale. Nel XX secolo la città venne ampliata, fu dotata di infrastrutture pubbliche (fogne, acquedotti, linee elettriche, ambulatori e opere fondiarie) e sorsero nuovi quartieri periferici. Non mancarono tuttavia momenti di forte crisi economica, come testimoniano le ondate migratorie dei due dopoguerra; nel luglio del 1943, inoltre, i bombardamenti alleati rasero al suolo alcune aree della cittadina causando centinaia di vittime. In seguito si procedette alla ricostruzione, fu migliorata la rete fognaria distrutta dalla guerra e si cercò di sostenere l’agricoltura e l’allevamento di bestiame con nuovi finanziamenti. Gli anni ’90 furono caratterizzati da una lenta ripresa economica fino ad arrivare al 2002, quando Palazzolo Acreide venne inserita dall’Unesco nella lista dei “Luoghi Patrimonio dell’Umanità” insieme alle città di Scicli, Modica, Ragusa, Militello, Caltagirone e Catania.
Centro storico – Si costituisce di una zona bassa, la più antica e pittoresca di Palazzolo, che ha conservato il curvilineo assetto urbano medievale, le rovine dell’antico Castello Normanno, le Chiese di San Paolo, di Santa Maria Annunziata, la Chiesa Madre di San Nicola, il quartiere medievale noto come Scaliddi a sua volta diviso nei quartieri Bando Inferiore, Bando Superiore, Torre eSanta Maria del Soccorso; un’area circostante, la città barocca, risalente alla ricostruzione seguita al sisma di fine Seicento. Gli assi viari principali sono rappresentati da via Garibaldi, che conduce alla parte antica e corso Vittorio Emanuele sul quale si affacciano splendidi palazzi barocchi.
Architettura Religiosa
- Basilica di San Paolo: dedicata al Santo Patrono, è stata edificata intorno al 1730 sulle macerie della preesistente chiesa seicentesca consacrata all’apostolo martire. L’imponente facciata a torre presenta un aspetto sobrio ma elegante al tempo stesso, posta su una scenografica scalinata, si arricchisce di bellissime arcate. L’arco centrale è sorretto da due colonne di fattura corinzia, mentre gli archi laterali fungono da balconcino. Il portale centrale presenta una cancellata in ferro battuto mentre quelli laterali sono sormontati da timpani spezzati e sovrastati da targhe votive.L’interno a tre navate a pianta basilicale custodisce, tra l’altro, ben undici altari e numerosi dipinti dell’artista Giuseppe Cristadoro. La navata centrale è ricca di ornamenti in stucco settecenteschi che ricoprono l’intera volta e uno splendido pulpito ligneo, anch’esso settecentesco. L’altare maggiore è un’importante opera d’arte barocca, si compone di quattro coppie di colonne tornite con capitelli corinzi. Al centro di quest’altare, vi è la nicchia che racchiude la statua lignea di San Paolo Apostolo, coperta durante l’anno da un immenso dipinto raffigurante La Conversione di San Paolo realizzato dal pittore Giuseppe Crestadoro. Nelle pareti laterali adiacenti all’altare vi sono due dipinti raffiguranti Lo Sbarco di San Paolo a Malta e la Predicazione di San Paolo. L’edificio è uno dei più grandi gioielli barocchi della Sicilia, è stato insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità.
- Basilica di San Sebastiano: fu costruita sulla preesistente chiesa di San Rocco, crollata rovinosamente l’11 gennaio del 1693 in occasione del terribile terremoto del Val di Noto. Fu l’architetto Mario Diamante ad ideare il prospetto barocco della chiesa e a guidare i lavori per la ricostruzione terminati nel 1782. La facciata barocca è posta su una scalinata che domina la piazza principale della città, Piazza del Popolo. È divisa in tre ordini: in quello inferiore vi sono tre portali delimitati da due ordini di colonne corinzie a sostegno della trabeazione centrale della chiesa caratterizzata da disegni floreali scolpiti; il secondo ordine è caratterizzato da un orologio elettronico; infine il terzo ordine reca la torre campanaria. L’interno presenta un impianto ripartito in tre navate ed un imponente prospetto, alto 35 metri, costituito da tre ordini architettonici. La navata centrale è caratterizzata dalla volta con affreschi raffiguranti episodi della vita del Santo. L’altare maggiore in marmo policromo siciliano reca la nicchia di San Sebastiano, di forma arcuata. Le navate laterali sono ricche di importantissime opere d’arte settecentesche ed ottocentesche.
- Chiesa dei Santi Antonio e Maria Addolorata: è un’interessante chiesa settecentesca, ricostruita subito dopo il crollo del 1693, rimasta però incompiuta; si trova nella piazzetta di Sant’Antonio. La facciata è caratterizzata da un portale barocco recante un mensolone decorato con pregevoli bassorilievi. Al di sopra vi è una finestra arcuata con una vetrata artistica contemporanea raffigurante la lettera “M” stilizzata, indicante il nome di Maria. È inoltre coronata da una torretta campanaria ottocentesca a forma di parallelepipedo dotata di quattro nicchie arcuate. Il caratteristico interno della chiesa a due navate, è decorato da stucchi multicolori e merlature a bassorilievo. L’altare maggiore è stato realizzato da scultori siracusani e comprende bassorilievi raffiguranti episodi biblici ed intarsi nel marmo policromo.
- Chiesa Madre di San Nicola: sorge in Piazza Aldo Moro.Dopo lunghi interventi di restauro è stata riaperta al culto nel 2011. Sulla facciata settecentesca in stile barocco, si apre l’unico portale d’ingresso che presenta un timpano triangolare sostenuto da due possenti colonne. Alle estremità sono poste due statue di santi che conferiscono importanza alla facciata.L’interno della chiesa si divide in tre navate: quella centrale, decorata da bassorilievi a motivi geometrici, è ricca di opere d’arte tra cui un organo a canne ottocentesco, un pulpito in legno scolpito nell’800 da Giuseppe Giuliano e l’altare maggiore in marmo policromo sovrastato da arcate decorate con bassorilievi ed affreschi (andati perduti) raffiguranti i quattro Evangelisti.Nelle navate laterali vi sono dipinti che raffigurano La strage degli innocenti, La crocifissione di Cristo, Il martirio di Sant’Ippolito, San Lorenzo Martire, la tela raffigurante San Corrado Confalonieri e le due statue di San Nicola di Bari, portate in processione a dicembre in occasione delle celebrazioni solenni.
Architettura Civile
- Palazzo Iudica-Cafici-Caruso: è un importante edificio nobiliare ubicato in via Garibaldi. Apparteneva ai baroni Iudica, facoltosa famiglia aristocratica palazzolese . I l portale d’ingresso è di forma arcuata. Apprezzabile, la vasta balconata di fattura barocca sostenuta da 27 mensoloni chiamati localmente Cagnoli, recanti figure antropomorfe scolpite a bassorilievo. L’interno presenta stanze decorate con stucchi policromi e mobili d’epoca.
- Palazzo Lantieri: sorge presso Piazza Pretura, risale all’ottocento ed è il più importante edificio residenziale signorile dell’aristocrazia locale. La facciata in stile tardo neoclassico, presenta due ordini orizzontali delimitati da due possenti pilastri in tufo: l’ordine inferiore presenta quattro portoni arcuati, quattro balconi in quello superiore.
- Palazzo comunale: sito in Piazza del Popolo, è stato edificato intorno al decennio 1910 – 1920. Fu progettato in stile Liberty dall’ingegnere Polino e dal geometra Portuesi. La facciata si apre su una piccola scalinata, abbellita da una merlatura sovrastata da un cameo circolare in cui si inserisce un’aquila con le ali spiegate, emblema della città. Il palazzo presenta due ordini: quello inferiore è caratterizzato dalla presenza del portale centrale, “protetto” da un cancello in ferro battuto realizzato dai fratelli Leone, due possenti colonne ioniche a sostegno dell’architrave decorato da greche scolpite a bassorilievo, una serie di finestre sormontate da un timpano ed interrotte da pilastri recanti figure geometriche scolpite a bassorilievo. L’ordine superiore, invece, è caratterizzato da tre ampi finestroni centrali a forma di arco racchiusi da una balconata in pietra iblea. All’interno del Municipio si possono visitare la Sala consiliare ed il cortile dotato di un bel giardino mediterraneo.
- Palazzo Ferla-Pricone: di proprietà dei baroni di Tristaino, è considerato il più antico palazzo nobiliare della città. Sulla facciata si apre il portale caratterizzato da un arco rifinito con blocchi di pietra iblea, convergenti al vertice sul bassorilievo raffigurante lo stemma della famiglia Ferla.
Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:
La Torre dell’ orologio sita tra le vie Soccorso e Bandiera, si tratta dei resti un’antica torre di avvistamento medievale, crollata in seguito al terremoto del 1693, su cui è posto l’orologio, restaurato e funzionante; Piazza Liberazione; Castello Normanno noto comeCastello dei Barones, ad oggi visibili parti della cinta muraria, i bastioni poligonali ed i basamenti della fortezza.
Siti archeologici
- Sito archeologico dell’antica Akrai. È posto al di sopra dell’odierna cittadina e comprende: il teatro greco, presumibilmente del III secolo a.C.; il bouleuterion, ovvero l’edificio dedicato alle riunioni del senato; il tempio di Afrodite, del quale rimane oggi solo il basamento; le Latomie, cave di pietra utilizzate come necropoli durante il periodo paleocristiano e luogo di detenzione degli Ateniesi sconfitti dai Siracusani nel corso della spedizione in Sicilia durante la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.).
- Sito rupestre dei Santoni: ubicato sulla strada per Noto, è costituito da un insieme di dodici figure femminili intagliate nella pietra; si tratta del più importante luogo di culto presente in Europa dedicato a Cibele, dea della fertilità del mondo antico orientale. Il culto, si diffuse nell’area presumibilmente ad opera dei Corinzi che giunti a Siracusa, lo istituirono presso la subcolonia di Akrai. Alcuni avanzano l’ipotesi che i dodici rilievi della divinità, non fossero semplici edicole votive, bensì una sorta di stazioni funzionali allo svolgimento di un particolare rito sacro.
- Grotta di Senebardo: è una grotta modellata in epoca bizantina per ospitare una delle catacombe rupestri più importanti del territorio aretuseo. Caratteristiche, le nicchie ad arcosolio situate presso l’entrata della grotta. Al suo interno si apre un lucernaio artificiale, ai lati del quale risultano visibili tombe scavate nella roccia. L’interno della catacomba riporta iscrizioni in greco antico.
Estremamente vitali i settori dell’agricoltura e dell’allevamento; l’adozione delle tecniche di serricoltura e di coltivazione “a tunnel”, ha permesso lo sviluppo di oliveti, mandorleti, carrubeti e ancora la produzione di fichi, cachi, nespole, mele cotogne e fichi d’India. Degna di nota la varietà di noci locali, di dimensioni leggermente maggiori rispetto alle norma. Un prodotto di nicchia è rappresentato invece dai tartufi. Il comparto artigianale si basa sulla lavorazione della pietra, del legno, del ferro e del vetro. In crescita l’industria del turismo, incentivata dalla ricchezza dei beni culturali e dalla presenza delle riserve naturali della valle dell’Anapo e di Pantalica.
Evoluzione demografica – Dal 1861 al 1921 la popolazione registra un aumento costante: si passa dai 10.21o residenti ai 18.024. Dal 1931 in poi si registra invece un’inversione di tendenza ed un notevole calo che riporta, nel 1971, un numero di residenti inferiore al dato di metà ‘800. Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da un andamento costante.
Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Palazzolo Acreide al 1° gennaio 2016 sono 289 e rappresentano il 3,3% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa proviene dalla Romania, seguita a ruota dalla Polonia.
Musei – Museo dell’informatica funzionante, situato in via Carnevale è dedicato ad attrezzature informatiche datate ma funzionanti. In esposizione personal computer, calcolatori, stampanti dagli anni ‘60 fino ai giorni nostri. Per gli amanti del genere, va detto che è l’unico museo a tema presente in Sicilia. Museo dei Viaggiatori di Sicilia è curato dall’associazione culturale “Centro Studi Jean Houlier”. L’obiettivo è far conoscere la Sicilia, in particolar modo le zone di Siracusa e Ragusa, ai turisti tramite manoscritti ed opere pittoriche di artisti italiani e stranieri che nel tempo hanno ammirato le bellezze siciliane. Nel museo, situato presso il settecentesco Palazzo Vaccaro, sono altresì conservate carte geografiche antiche e ritratti artistici dei principali monumenti dell’Isola. Casa-Museo di Antonino Uccello, voluta dall’omonimo antropologo, aprì al pubblico nel 1971; nel 1983 il Museo venne acquistato dalla Regione Siciliana. Il bisogno di salvare, tramite gli oggetti, la memoria delle arti e delle tradizioni popolari, era per Uccello una preoccupazione quasi giornaliera; allestì quindi un’esposizione della cultura contadina locale, ricreando il contesto socio-economico di riferimento. Il Museo è sito in un’ala di Palazzo Ferla; al pianterreno sono collocati gli ambienti dedicati al massaro, amministratore delle proprietà, preposto a tutte le attività ad esse correlate, al primo piano invece si ritrovano i locali dedicati al soggiorno del possidente.
Biblioteche – la biblioteca è annessa al Museo dei Viaggiatori di Sicilia. Possiede numerosi volumi storici e manoscritti dello studioso Fra’ Giacinto. Nei suoi locali si organizzano esposizioni e mostre d’arte contemporanea.
Sacro e Profano – La festa patronale di San Paolo si tiene il 25 gennaio ed il 29 giugno. A gennaio ricorre la liturgia della conversione di San Paolo, la festa di giugno registra una grande partecipazione di palazzolesi e turisti provenienti da ogni parte d’Italia. Per la sua fastosità, per i vivaci riti religiosi e folkloristici, è divenuta Patrimonio dell’Umanità. L’evento più atteso è senz’altro quello della Sciuta del simulacro, salutato dal lancio di nzareddi, strisce di carta e bigliettini colorati. La tradizione vuole che, la mattina della festa, sul sagrato della chiesa, si tenga la raccolta delle Cudduri ri San Paulu o Runa (“Doni”). Su dei carrelli chiamati carretti ro pani viene trasportata un’enorme quantità di pane, dalle più classiche ciambelle alle forme più artistiche, raffiguranti serpenti aggrovigliati e spade con le quali, secondo la leggenda, San Paolo tagliò la testa della serpe inviatagli dal demonio. La raccolta fra le panetterie cittadine avviene trionfalmente a cavallo, a seguire il pane viene benedetto e venduto, il restante viene distribuito ai poveri. Infine vengono donate le spiche ri San Paulu, ovvero mazzetti benedetti di rami di lavanda aggrovigliati tra loro. Secondo la credenza popolare essi allontanano il male. Eccezionale, lo spettacolo pirotecnico offerto in Piazza Matrice. Carnevale: nasce da un’antichissima e singolare processione che si svolgeva a Palazzolo in occasione della festa della Madonna, caratterizzata da un corteo di donne in maschera coperte da un manto e perciò dette ‘ntuppatedde’, che irrompevano in mezzo alla processione sconvolgendola con il loro procedere a passo di musiche trascinanti e a ritmi di danza incalzanti. Nei primi del ‘900 erano gli artigiani a curare la manifestazione allestendo i “pupi”, portati in giro per le vie del paese su dei carretti. Nel dopoguerra, Turi Rizza, realizzava i carri e le maschere prendendo di mira personaggi della politica locale, della società civile, del clero ma anche semplici cittadini. Negli anni ottanta Vincenzo Guglielmino “u scinziatu” ha apportato delle innovazioni: la fattura è divenuta più raffinata, sono aumentate le dimensioni dei pupazzi ed introdotti nuovi movimenti meccanici.Festival Internazionale del Teatro classico dei Giovani:dal 1991 rappresenta un forte richiamo per molte compagnie teatrali giovanili che si esibiscono nel Teatro Greco situato presso l’antica Akrai. In scena, le tragedie dei poeti greci e romani, di recente si è avviata inoltre una rivalutazione del Teatro Dialettale Italiano. In programma fra maggio e giugno. Agrimontana: a ottobre, è un appuntamento che unisce tradizione e cucina con la bellezza dei luoghi. Denso il programma della festa che prevede degustazioni di funghi, tartufo, miele, salsiccia, formaggi e zeppole.
Fra i piatti tipici della tradizione culinaria ricordiamo: i cuddureddi i San Brasi, ovvero pane a forma di ciambella realizzato in occasione di San Biagio; insaccati e salumi di carne locale, di maiale o cinghiale, citiamo la salsiccia di Palazzolo insaporita con vino ed aromi, i salumi di suino tra cui la cosiddetta spianata; il fungo di Carrubo; l’ agnidduzzu pasquale, un dolce a forma di agnellino ricoperto con cioccolato o glassa al limone; i vastuneddi ri Santu Mauru, pane dolce glassato a forma di piccola stampella.
- Giuseppe Fava (Palazzolo Acreide, 15 settembre 1925 – Catania, 5 gennaio 1984). Fu scrittore, giornalista, drammaturgo, saggista e sceneggiatore italiano. Personaggio carismatico, fu direttore responsabile del Giornale del Sud e fondatore de I Siciliani. Venne ucciso dalla mafia. Padre del giornalista e politico Claudio Fava e di Elena Fava, Presidente della Fondazione Giuseppe Fava.
- Antonino Uccello (Canicattini Bagni, 11 novembre 1922 – Palazzolo Acreide, 29 ottobre 1979). Fu un antropologo e poeta italiano. Nel 1947 si trasferì in Lombardia per insegnare; fu in questo periodo che avvertì la necessità di recuperare il patrimonio culturale della Sicilia contadina e rurale. Collaborò con l’Accademia nazionale di Santa Cecilia e il Centro Nazionale Studi Musica Popolare di Roma. Nel 1960 tornò a Palazzolo Acreide ed inaugurò la famosa Casa-museo che ebbe tra i visitatori tanta gente comune e varie personalità (tra cui Leonardo Sciascia e Renato Guttuso).
- Francesco Carpino (Palazzolo Acreide, 18 maggio 1905 – Roma, 5 ottobre 1993) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano
- Giuseppe Rovella (Palazzolo Acreide, 12 dicembre 1926 – Palazzolo Acreide, 26 marzo 1989) filosofo e scrittore
- Carlo Gaetano Giuliano (Palazzolo Acreide, 23 luglio1929) politico, deputato Regionale ed ex presidente della Regione Siciliana
- Turi Golino (Palazzolo Acreide, 16 luglio 1920 – Torino, 4 luglio 2000) trombettista compositore
Come arrivare
Per chi proviene da Messina e Catania: immettersi sulla A 18 Messina – Catania, percorrere la Tangenziale di Catania e immettersi sull’autostrada A 18 Catania – Siracusa – Gela (fino a Rosolini), uscire allo svincolo Canicattini Bagni, immettersi sulla S.P. 14 Siracusa – Canicattini e poi sulla SS 124 Palazzolo – Buscemi – Buccheri. Palazzolo si trova a circa 92 km dall’Aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” di Catania, e dista circa 63,5 km dall’Aeroporto “Pio La Torre” di Comiso. Non è presente una stazione ferroviaria, la più vicina è quella di Siracusa. È servita da autolinee dell’azienda AST.