Identità Motta Sant’Anastasia

Amministrazione

SINDACO

Anastasio Carrà

In carica dal: 29/04/2019

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comunemottasantanastasia.gov.it

Motta Sant’Anastasia, origini Normanne

Il Castello di Motta Sant’Anastasia è il più piccolo dei tre dongioni edificati lungo la Valle del Simeto. Fu edificato tra il 1070 ed il 1074 sui resti di una torre araba per volere di Ruggero d’Altavilla. Il massiccio torrione a pianta rettangolare, alto circa 21 m, rappresenta un valido esempio di tipica struttura a carattere difensivo del tardo Medioevo. Intorno alla fortezza esistono ancora avanzi di una cinta muraria, all’interno della quale dovevano trovarsi altri edifici, i cui ruderi erano in parte visibili agli inizi del XX secolo. Probabilmente alla torre di Motta era attribuito un valore soprattutto militare-difensivo mentre la funzionalità residenziale sembrerebbe del tutto secondaria, in particolare a confronto con i non lontani donjons di Adrano e di Paterno’. La copertura a terrazza conserva quasi intatta la merlatura (22 merli a testa arrotondata); la struttura è suddivisa in tre elevazioni: solo la prima di queste presenta ancora le finestre originali, arco a sesto acuto all’esterno ed a tutto sesto all’interno. Le altre finestre quadrate degli altri livelli e la porta d’ingresso risalgono invece al XV secolo.

Toponomastica – L’origine del toponimo è incerta: Motta è probabilmente una voce preromana che sta ad indicare sia una rupe staccata dal monte, sia un rialzo del terreno, e Anastasis è un nome greco che indica le caratteristiche geofisiche di una elevazione basaltica. Nel Libro di Ruggero, opera del geografo arabo Al Idrisi (1150) si menziona questo luogo: «Sant’Anastasia, situata a dodici miglia dal mare, dista da Lentini in direzione sud diciannove miglia e dal Simeto due e mezzo». Di poco posteriore è un documento che cita il «castrum Sancte Anastasie». Il nome Motta, invece, si ritrova nelle fonti ufficiali soltanto a partire dal XIV secolo.

Origini – I primi nuclei abitativi risalgono al periodo della colonizzazione greca, tra il V ed il IV secolo a.C., come attestano i ritrovamenti archeologici effettuati in località Ardizzone, mentre la dominazione romana è confermata da una serie di monete e da un prezioso mosaico appartenente ad una villa di epoca imperiale scoperta nel sito di Acquarone. L’importante posizione strategica, già sfruttata in età arcaica, rese il borgo un fondamentale punto di controllo per le vie di comunicazione anche durante la conquista dei Normanni guidati da Ruggero d’Altavilla, il quale per arginare le continue incursioni saracene fece erigere una torre d’avvistamento: la Motta. Alla metà del XIV secolo il castello fu sede di un importante evento: nelle sue sale fu infatti stipulato il trattato di pace tra Enrico il Rosso, conte di Aidone, ed Artale I d’Alagona. Dopo alterne vicende e diversi cambi di proprietà, il borgo nel 1526 passò sotto l’egida di Antonio Moncada, conte di Adrano, che mantenne il potere fino all’abolizione della feudalità. Nel 1820 il centro ottenne l’autonomia.

La struttura del paese iniziò a delinearsi fra il 1700 e il 1800 con la nascita dei nuovi quartieri Croce, Pozzo, Sciddichenti. Tra gli edifici di maggiore interesse storico-artistico si distingue soprattutto l’architettura sacra della chiesa madre (XIII secolo), dedicata a Maria Santissima del Rosario. Al suo interno sono custodite pregevoli opere d’arte: un crocefisso del 1500, una pala d’altare ed il quadro della Madonna del Rosario appartenenti alla scuola di Antonello da Messina. Altro interessante sito da menzionare è il castello normanno, edificato nell’XI secolo.

L’economia locale, in passato basata principalmente sullo sfruttamento delle risorse agricole, mostra oggi un fiorente sviluppo nelle attività legate alla pastorizia. L’allevamento, soprattutto di bovini ed ovini, ha favorito infatti l’apertura di piccole aziende lattiero-casearie.

Evoluzione demografica – Nella seconda metà del 1600 a Motta si registravano 560 abitanti. Nel 1798 gli abitanti di Motta divennero 1.400 e nel censimento del 1831 arrivarono a 2.181. L’andamento della popolazione mantiene un trend costante di crescita passando dai 3.224 residenti nel 1861 ai 5.509 nel 1961, continuando a crescere fino ai 12.189 odierni. Alcune oscillazioni al ribasso si registrano per nei censimenti del 1921 e 1971, per il resto si assiste ad una continua crescita.

Musei – Museo storico del Castello Normanno, inaugurato il 15 maggio 2010 è stato allestito all’interno del dongione normanno, realizzato con fondi regionali e comunali, consistente in una apparecchiatura multimediale (grande schermo dove scorrono le immagini di un video in più lingue sulla storia di Motta) a piano terra, ed in una Aula Hostilium, ossia Sala delle armi, nella prima elevazione.

Sacro e Profano – La festa religiosa maggiormente sentita dalla comunità si celebra ad agosto in onore della patrona Sant’Anastasia, mentre in occasione delle Feste Medievali streghe ed inquisitori, sbandieratori, musici e trombettieri, Arabi e Normanni, Svevi, Aragonesi e Navarresi si affollano, sfilando in costume, per le vie del centro. Il Palio dei Martino è l’evento principe della manifestazione: un torneo cavalleresco nel quale si assiste alle gare del colpo al saracino, degli anelli, del tiro al cinghiale con giavellotto e del colpo al bersaglio mobile con mazza chiodata.

Fra i piatti tipici di Motta e del catanese in genere ricordiamo:

  • Busiati al ragù di maiale: pasta fresca fatta in casa, prendono il nome dalla “busa”, il ferro da calza usato per prepararli.
  • Cosciotto di agnello ripieno: cosciotti ripieni di bacon, champignon e finocchio, erbe aromatiche, aglio, noce moscata grattugiata, sale e pepe.
  • Cucciddateddi: pasta di farina, strutto e zucchero, presentano un ripieno di fichi secchi, mandorle, uva passa, cannella, cacao amaro e pinoli.
  • Santo Anzà, ciclista
  • Giuseppe Di Stefano, (Motta Sant’Anastasia, 24 luglio 1921 – Santa Maria Hoè, 3 marzo 2008) tenore
  • Pasquale Platania, scultore
  • Carmine Caruso, poeta, 1840 – 1914
  • Luciano Giuffrida, (Motta S. Anastasia (CT) 2 Gennaio 1914-1991), si applicò nelle arti della pittura e della musica. Intorno al 1960 la sua passione per la poesia germogliò, la sua prima opera fu “Roccia Chiesa e Casteddu”, seguirono “Cusì ssia”, “Vuci intimi”, “Fidi e Puisia”, “Un po’ di tutto” e “Sprazzi di sintimentu” ultima opera del 1970.
  • Prof. Giuseppe Conte, Nato a Motta S.Anastasia nel 1936, professore, scrittore e ricercatore storiografico. Vive a Legnano (MI) dal 1963. Professore di lingua e letteratura italiana e latina, ha chiuso la sua carriera come dirigente scolastico del Liceo di Legnano. Ha scritto numerose opere ed un volume di splendide poesie intitolato “Marbrées”. Ha lavorato con notevole e proficuo impegno in ricerche sulle origini e la storia di Motta S.Anastasia, del suo popolo, della sua Santa Patrona, ed ancora sulla parlata mottese e sui personaggi mottesi del passato.

Come arrivare

Da Messina, percorrere l’Autostrada Messina-Catania/A18/E45 in direzione Catania, quindi in direzione tangenziale, uscire in direzione Paternò, proseguire fino a SP13.
L’Aeroporto più vicino è quello di Catania – Fontanarossa.

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