Identità Militello in Val di Catania

Amministrazione

SINDACO

Dott.Giovanni Burtone

In carica dal: 14/06/2017

Deleghe:

Affari Generali ed Istituzionali – Contenzioso – Controllo di Gestione – Economato, Indirizzi alle Società Partecipate e Relativa Rappresentanza – Gestione delle Risorse Umane e Riorganizzazione dell’Apparato Comunale – Attuazione del Programma – Relazione con le Parti Sociali – Pianificazione Urbanistica Generale ed Esecutiva – Sport – Edilizia Sportiva e Relativa Gestione – Programmazione Comunitaria e Ufficio UNESCO

Sito istituzionale

www.comunemilitello.it

Salvatore Partenope

Deleghe:

Vicesindaco – Lavori Pubblici – Vigili Urbani, Traffico e Mobilità – Politiche per lo Sviluppo Economico e per il Lavoro – Commercio e Artigianato – Formazione Professionale – Sicurezza sul Lavoro – Politiche per la tutela del Consumatore – Sportello Uniche delle Imprese – Pubblica Illuminazione – Protezione Civile, Anagrafe e Stato Civile – Servizio Elettorale – Censimenti – Rapporti con il Consiglio Comunale – CED e Rete Informatiche

Giuseppe Scionti

Deleghe:

Sport e Gestione Attività Sportive, Edilizia Sportiva e Rapporti con l’Associazionismo Sportivo – Servizi Sociali alla Persona – Politiche per la Famiglia – Politiche per l’Immigrazione – Rapporti con le Associazioni di Volontariato – Asilo Nido – Bilancio, Finanze e Tributi – Patrimonio e Demanio

Franca Maria Seria

Deleghe:

Pari Opportunità – Politiche di Contrasto alle Violenze di Genere – Integrazione Scolastica dei Bambini Diversamente Abili – Scuole Materne – Programmazione e Gestione Eventi e Manifestazioni – Parchi e Giardini – Istruzione e Politiche Educative – Servizi per l’Infanzia – Formazione Professionale – Edilizia Scolastica

Rossana Russo

Deleghe:

Attività Culturali – Programmazione Comunitaria e Rapporti con l’UNESCO – Biblioteche – Musei – Turismo – Politiche per il Centro Storico – Riqualificazione Urbana – Decoro ed Arredo – Tutela degli Animali – Decentramento e Partecipazione dei Cittadini – Gioventù e Rapporti con l’Associazionismo Giovanile e Informagiovani

Militello in Val di Catania, Patrimonio medievale, barocco e liberty

Chiesa dello Spirito Santo, si tratta di un tempio rupestre, scavato in un fianco della cava di S. Maria la Vetere, ormai definitivamente compromesso nel suo originario assetto ipogeo da ampi crolli. L’assenza di notizie storiche ha incoraggiato gli studiosi a elaborare le ipotesi più diverse circa le sue originarie funzioni cultuali (catacomba paleocristiana, chiesa bizantina, cappella teutonica), verosimilmente fu realizzata in età normanna (XII sec.) come oratorio di pertinenza dell’attiguo complesso rupestre di Santa Maria la Vetere. Le pareti interne sono caratterizzate da una serie ininterrotta di nicchie scavate nella roccia, originariamente utilizzate come spalliere per seggi (una sorta di “stallo” rupestre). Alcune di queste nicchie presentano incisioni con croci e simboli riconducibili ai templari. Nella parete Sud, si trova un altare ricavato interamente nella roccia, sotto cui si aprono delle tombe a fossa, che dimostrano anche un uso funerario della chiesa. Vito Maria Amico, nella metà del ‘700, testimonia la presenza di pitture, di cui oggi non rimane alcuna traccia. Negli ultimi secoli è stata ininterrottamente utilizzata come cripta cimiteriale e ossario. Oggi è inserita nel contesto del parco archeologico di Santa Maria la Vetere di prossima istituzione.

Toponomastica – Discordanti teorie portano a conclusioni simili ma lontane, cronologicamente, le une dalle altre. Se la derivazione dal termine soldato, pare idea unanime (dal latino militum), non altrettanto unanime è il periodo storico. Taluni studiosi fanno riferimento al passaggio del console Marcello, reduce dall’assedio di Siracusa, quindi dal termine Militum Tellus (terra di soldati). Alcuni studiosi hanno invece ipotizzato un’origine più tarda, di epoca normanna.

Origini – Le origini di Militello sono incerte: la leggenda vuole che i primi a stabilirsi nel luogo siano stati alcuni soldati al servizio del console Marcello, tuttavia, sono stati rinvenuti reperti che dimostrerebbero la frequentazione di questo territorio sin dall’età del rame. Dopo la dominazione greca e le altre che si susseguirono sull’isola, Militello nel XIV secolo divenne feudo dei Barresi che dotarono l’abitato di mura difensive. A metà del XVI secolo divenne signore di queste terre il principe Francesco Branciforte, che fece della sua corte una delle esperienze più vivaci, per presenza di artisti ed uomini di cultura, dell’intera isola; allo stesso tempo, il regnante avviò la riorganizzazione urbanistica dell’abitato. Il disastroso terremoto del 1693 purtroppo vanificò gran parte di queste iniziative, benché nel corso del secolo successivo si lavorò alacremente alla ricostruzione della cittadina.

Militello contemporanea – Il primo ‘800, sotto il governo borbonico, vide un cambiamento epocale della Sicilia e di tutto il Regno: l’abolizione del Feudo, mediante la costituzione del Regno nel 1812. Da allora nulla fu più lo stesso; una nuova classe dominante s’impose nella società ottocentesca, spazzando via l’antica aristocrazia. Tra le nuove famiglie si fecero strada soprattutto i Majorana. Con l’annessione al Regno D’Italia, nel 1861, la condizione economica e sociale di Militello non migliorò, a maggior ragione dopo la soppressione degli ordini religiosi e l’approvazione delle, cosiddette, leggi eversive del 1866-67, che sottrassero alla città le sue principali fonti d’impiego e le sue più importanti istituzioni assistenziali. Una crescita demografica e ripresa dell’edilizia pubblica si avrà soltanto a partire dai primi decenni del XX secolo. In età più recente, la storia di Militello non si diversifica da quella della maggior parte dei piccoli comuni siciliani, in cui a una economia basata essenzialmente sull’agricoltura e su una modesta attività artigianale fa riscontro una forte emigrazione e un costante calo demografico. Lo sviluppo turistico più recente ha dato tuttavia un nuovo impulso alla vita e all’economia di Militello; il merito è attribuibile al riconoscimento UNESCO del 2002 con l’inserimento della città fra quelle del Val di Noto dichiarate patrimonio dell’umanità.

Centro storico –  Il centro storico di Militello è uno splendido esempio di Barocco Siciliano, con i suoi innumerevoli palazzi aristocratici e le sublimi Chiese riccamente decorate, inserito, dall’Unesco, tra i beni patrimonio dell’umanità. Il groviglio di strade, come splendidi fiumi di pietra, che sfociano in piazze uniche al mondo, sono un paradiso architettonico che non può non entrare a far parte di un itinerario turistico.

Architettura Religiosa

Chiesa Madre San Nicolò SS. Salvatore, fu edificata nel primo ‘700 per dare a Militello una nuova Chiesa Madre, dopo la distruzione di San Nicolò il Vecchio, durante il terremoto del 1693. Il tempio ha una struttura protesa verso l’alto, e fu edificata in diversi periodi ad opera dell’architetto Girolamo Palazzotto, che realizzò il primo ordine, dell’architetto catanese Francesco Battaglia che si occupò del secondo ordine e del campanile con cupolino in stile orientale. Il prospetto tardo barocco siciliano della chiesa, scandito da otto grandi paraste, sormontati da alti basamenti e capitelli corinzi, comprende il portale centrale, con colonne binate e timpano ad arco spezzato e le due porte laterali, dette “del sole” e “della luna” sormontate da finestre. L’interno della chiesa, a croce latina, presenta tre navate divise da cinque arcate sorrette da dodici pilastri con capitelli ionici, le navate sono decorate da raffinati stucchi settecenteschi ai quali si aggiungono nei pennacchi della cupola le statue dei quattro evangelisti, eseguiti dallo scultore catanese Giuseppe D’Arrigo. La volta è finemente affrescata, opera dell’artista Giuseppe Barone (1950), con scene della vita di San Nicola e della vita di Gesù.

Chiesa di Santa Maria La Vetere, di antica fondazione, fu edificata dai normanni nell’anno 1000 sul sito di un cimitero cristiano di età più antica. Fu un tempio di grande importanza, nel corso dei secoli, riferimento per il culto delle classi dominanti. Subì la sua fine, come luogo ufficiale di culto, dopo i gravi danni subiti in occasione del grande sisma del 1693.

Chiesa Santuario di Santa Maria della Stella, dedicato alla patrona della cittadina, fu edificato nella prima metà del XVIII secolo ad opera dell’architetto Giuseppe Ferrara, che disegnò la facciata. Posta in cima ad una maestosa scalinata, restituisce la grandiosità tipica del barocco siciliano. L’interno, a pianta basilicale a tre navate, è decorato da magnifici stucchi, opera dell’artista Onofrio Russo, la volta a botte è impreziosita dagli affreschi del pittore Giuseppe Barone, realizzati nel 1947, raffigurano la Presentazione al Tempio, l’Annunciazione e l’Incoronazione della Beata Vergine. Si possono ammirare dodici altari e splendidi pilastri che sostengono l’ampia volta. Custodisce: una preziosa statua secentesca in legno e canapa della Madonna della Stella; una grandiosa pala d’altare di Olivio Sozzi raffigurante la Natività di Maria, incorniciata da una macchina lignea del 1753; la pregevole statua lignea del Cristo alla colonna, del 1630, attribuita a frate Umile da Petralia; numerose tele di pregio con ricche cornici lignee a zecchino, come quella raffigurante il Martirio di San Bartolomeo del 1694; i sarcofagi in pietra dei feudatari della città dei secoli XV e XVI, testimonianza del Regio Patronato di cui la chiesa godette fino al 1788, e della sua antichità come chiesa sacramentale della città. La chiesa conserva poi la straordinaria pala d’altare in terracotta invetriata dello scultore fiorentino Andrea della Robbia raffigurante la Natività di Gesù (1487), proveniente da Santa Maria la Vetere. La Sacrestia Tesoro del Santuario conserva numerose e preziose opere d’arte provenienti dalla chiesa parrocchiale e dalle sue chiese filiali. Nel 2002 il santuario è stato inserito nella lista Unesco dei beni Patrimonio dell’Umanità.

Chiesa del Santissimo Sacramento al Circolo. Opera dell’architetto don Antonino Sciré, fu realizzata, in uno stile primo barocco, nei primi decenni del XVIII secolo. La facciata è concava, riecheggiante la scuola del Borromini, sormontata da una splendida loggia campanaria con profilo a ventaglio a tre luci. L’interno della Chiesa, finemente affrescata, presenta un’opera muraria di particolare pregio, sui pilastri del cappellone del presbiterio, raffiguranti lo Stemma dei Borbone di Napoli e di Sicilia nelle due diverse elaborazioni, di Carlo III e di Ferdinando IV di Borbone. Il tempio custodisce inoltre la preziosa statua di Sant’Antonio Abate in cattedra del 1575, opera dello scultore bivonese Antonio De Mauro, proveniente dalla chiesa di S. Antonio Abate. Una lapide tombale del 1724 ricorda i coniugi Alfio Palermo e Fortunata dei baroni Lamia, benefattori della chiesa, qui sepolti.

Chiesa ed ex Abbazia di San Benedetto, si tratta di un grande complesso religioso costruito, nella prima metà del XVII secolo, per volere dal principe Francesco Branciforte e dalla moglie Giovanna d’Austria. Il progetto è attribuito a padre Valeriano De Franchi; notevoli gli spunti di un primo barocco nell’intaglio; i locali dell’ex abbazia sono adibiti a casa comunale, dopo la confisca dei beni ecclesiastici operata dallo Stato italiano nel 1866. La Chiesa è invece ancora adibita a luogo di culto e custodisce numerose opere d’arte di notevole pregio, si presenta, al suo interno, spaziosa e inondata di luce.

Chiesa di Sant’Antonio di Padova (o Sant’Antonino). Il tempio è frutto del grande interessamento della confraternita omonima, la quale intendeva celebrare un evento agiografico riguardante il passaggio del Santo, durante il suo viaggio da Lentini a Vizzini, compiuto nel 1223. Si narra infatti che sostò per trovare ristoro nei luoghi in cui la chiesa venne edificata nel 1503. La presenza di una cappella chiamata del Santo Sepolcro, corredata da un gruppo scultoreo in creta raffigurante la Deposizione di Gesù (oggi scomparso), e di una croce di Malta sulla facciata fanno pensare ad un collegamento tra la confraternita di questa chiesa e qualche ordine gerosolomitano. Del tutto singolare è il cupolino del 1574 con lanterna cieca esagonale che sovrasta l’area presbiteriale (ex cappella del Santo Sepolcro): caratterizzato da una volta a vela su base ottagonale con pennacchi angolari a gradoni aggettanti, rimanda ad analoghe soluzioni dell’architettura medievale di Sicilia, filtrate alla luce del nuovo linguaggio del Rinascimento importato forse, in questo caso, da Giandomenico e Antonuzzo Gagini attivi a Militello in quegli anni.

Chiesa del Santissimo Crocifisso al Calvario, edificata nel 1617, era una cappella votiva situata su un’altura, nei pressi dell’antico centro abitato. Fu ampliata negli anni successivi ma subì gravi danni dal terremoto del 1693. Nell’700 fu riparata e arricchita di stucchi, nuovi altari, arredi sacri e di un pregevole Crocifisso oggetto di una particolare venerazione in Quaresima. Custodisce pregevoli tele dell’artista catanese Giovanni Meli, quali il Cristo deriso, il Cristo nell’Orto e il Cristo Flagellato. Del 1762, ad opera del celebre architetto Francesco Battaglia, è il bel portico che chiude la facciata.

Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, il tempio originale era una piccola cappella rupestre, già esistente agli inizi del XVI secolo. Nel 1568, fu ricostruita in muratura e resistette al sisma del 1693. Oggi si presenta con un pregevole portale d’entrata, a intaglio, raffinati stucchi interni e custodisce i simulacri dell’Addolorata e della Madonna dell’Aiuto.

Chiesa ed ex monastero benedettino femminile di San Giovanni Battista, il complesso ha origine medievale, nel 1470, per volere della contessa Eleonora Speciale, fu donato all’Ordine delle Suore Benedettine. Subì i danni del terremoto del 1693 e dovette essere interamente restaurato, conserva comunque alcune delle strutture originarie, come un bel portale rinascimentale. Requisito dal governo italiano, nel 1866, il complesso fu diviso dalla Chiesa e poi venduto a privati che ne ricavarono abitazioni. La Chiesa fu in seguito riscattata e ceduta alla Parrocchia di Santa Maria della Stella. Si presenta oggi ad unica navata, con tre altari e il coro delle monache, degno d’attenzione lo splendido pavimento settecentesco in maiolica. Il tempio custodisce la statua di San Giovanni Battista, posta sull’altare maggiore e, fino ad alcuni decenni fa, due magnifiche tele, risalenti al primo ‘600, raffiguranti la Natività di San Giovanni e la Decollazione di San Giovanni, entrambe opere del pittore Alessandro Comparetto.

Chiesa ed ex convento di San Domenico dei Frati Predicatori: edificato nel 1613, per volere del Principe Branciforte, il complesso religioso fu danneggiato dal terremoto del 1693 e ricostruito nel corso del primo ‘700. Oggi la Chiesa appare molto ampia, con una splendida facciata classicheggiante; l’interno è un tripudio di decori a stucco. Nella metà del secolo scorso, la Chiesa fu giudicata pericolante, quindi svuotata dei suoi arredi e abbandonata; dal 2000 l’intero complesso ha trovato nuova vita; la Chiesa è adibita ad auditorium comunale, il convento ospita la Biblioteca Comunale e una sala conferenze, nonché il Museo Civico e la Pinacoteca Civica.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie fuori le mura, fu edificata fuori dall’abitato nel 1504 per volere della baronessa Costanza Barresi e Speciale. Era situata sulla vecchia strada che collegava Militello a Scordia. Risparmiata dal terremoto del 1693, conserva ancora l’originale sacrestia con volta a tutto sesto in pietra levigata. Il 2 luglio di ogni anno è meta di un devoto pellegrinaggio cittadino.

Chiesa della Santa Croce. Fu edificata a metà del ‘400 in cima ad un alto colle (680 m) sulla vecchia strada che collegava Militello a Mineo. Si narrano origini leggendarie, ma più verosimilmente fu fatta edificare dai Barresi, signori della città, allo scopo di marcare i confini del loro territorio, oltre che per assicurare i sacramenti ai contadini residenti in quelle contrade. Parzialmente crollata nell’Ottocento, e rifatta agli inizi del Novecento, la piccola chiesa conserva ancora oggi alcune strutture originarie: l’arcata presbiteriale a sesto ribassato su cui s’imposta una volta a crociera costolonata sorretta da mensole di gusto tardogotico; sull’altare un affresco, più volte rimaneggiato e ormai molto danneggiato, raffigurante il Trionfo della Santa Croce. Il primo maggio di ogni anno vi si celebra la Santa Messa con concorso di popolo.

Architettura Civile

Palazzo Baldanza, si tratta di un enorme edificio nobiliare, con uno splendido giardino, del ‘700, situato in via Baldanza; fu residenza della famiglia Caruso. Presenta sei balconi con ricche mensole a mascheroni e festoni nelle lesene.

Torre Normanna, costruzione difensiva, di epoca normanna, adibita anche a residenza; era originariamente unita alla struttura della Chiesa Santa Maria La Vetere, ne è prova la disposizione sul fianco Nord del tempio. È una costruzione quadrangolare, distribuita su più ordini fino ad un’altezza di circa 20 metri. La parte inferiore si trova addossata al costone roccioso della collina. Il primo piano, invece, sostenuto da una volta a botte in conci di pietra, presenta un’ampia finestra a nord, con una larga mensola. Del secondo piano, per lo più distrutto, è ancora presente una parte del muro che guarda a est.

Castello Barresi Branciforte, edificato nel 1200, era in parte addossato al circuito delle mura medievali e separato da un fossato sul lato Ovest. Fu ampliato e riccamente decorato nel corso dei secoli.

Fontana della Ninfa Zizza, stupenda espressione di arte scultorea, fu edificata nel 1607 a celebrazione della costruzione dell’acquedotto. Si trova nella corte sud del Castello.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:

Chiesa Confraternale della Madonna della Catena; Chiesa di San Michele Arcangelo; Chiesa di San Sebastiano; Chiesa delle Anime del Purgatorio; Chiesa ed ex monastero benedettino femminile di Sant’Agata; Chiesa ed ex monastero agostiniano di San Leonardo Abate; Chiesa ed ex convento di San Francesco d’Assisi dei Frati Minori; Chiesa e convento di Santa Maria degli Angeli dei Frati Cappuccini; Chiesa ed ex convento di San Francesco di Paola all’Annunziata dei Frati Minimi; Chiesa del Santissimo Crocifisso al Franco; Palazzo Iatrini; Palazzo Baldanza Denaro; Palazzo Tineo; Palazzo Sciannaca; Palazzo Rejna dell’Aere del Conte; Palazzo Niceforo.

Siti Archeologici

Dosso Tamburaro, sito archeologico che ospita resti di un insediamento dell’età del Rame (III millennio a.C.) e di una necropoli coeva, con alcune tombe a pozzetto. Si tratta di una zona dove la roccia calcarea, alternata a strati intrusivi di pietra vulcanica, crea una piattaforma suggestiva che guarda verso la piana di Catania.

Necropoli rupestri di Frangello e Primo Lanzo, situate al limite con il territorio del vicino comune di Palagonia.

Piano dei Monaci, piano Santa Barbara ed Oxina, nel versante sud orientale, al limite con il territorio di Francofonte.

Piano di Santa Barbara, si tratta di un altipiano di roccia calcarea, cinto ad ovest e a nord dalla stretta e profonda valle del Lembasi e che senza fratture si collega al piano cava dei Monaci, è ricordato nelle leggende dei militellesi per la grotta in cui sarebbe stato sepolto, da abitanti di Micene in fuga, parte di un tesoro portato via dalla loro patria.

Oggi Militello conserva ancora molto della sua tradizionale struttura economica, in gran parte imperniata sulla coltivazione e commercializzazione del fico d’India, delle arance e dell’uva. Acquista sempre più importanza il settore turistico, favorito da un ricco patrimonio artistico ed architettonico, in gran parte di derivazione medievale e barocca (che le è valso il riconoscimento UNESCO del 2002 di Città Patrimonio dell’Umanità), ma anche con pregevoli esempi di liberty.

 

Evoluzione demografica – La popolazione di Militello in Val di Catania, durante l’annessione al Regno D’Italia (1861), registrava 9.752 abitanti, nei decenni successivi un incremento fece toccare, nel 1921, il massimo storico con 12.831 unità. La grande crisi mondiale del ’29 ebbe ripercussioni notevoli sull’economia cittadina e anche sulla popolazione che scese drasticamente a 10.916 unità. Una crescita si registrò poi sino al 1951, con 12.053 residenti; da allora in poi il processo di spopolamento divenne inesorabile. Ad oggi si registra una popolazione di 7.807 abitanti.

Etnie e minoranze – A Militello in Val di Catania è presente una comunità straniera numericamente ben poco rilevante con 78 unità, perlopiù romeni

Musei – Museo Archeologico Santa Maria La Vetere, sorge in via Concerie. Il Museo di San Nicolò, situato nelle cripte funerarie della chiesa costruita nel 1721, conserva una ricca collezione di paramenti liturgici del Seicento e del Settecento, gli argenti della chiesa di S. Maria della Catena, i gioielli, gli ex-voto e il corredo liturgico di S. Agata. Museo Civico e Archivio Storico Sebastiano Guzzone. Inaugurato nel 2007, è ospitato nei locali del complesso conventuale dei frati domenicani. Museo d’arte contemporanea Antonio Cannata. Galleria d’arte contemporanea Baldanza.

Biblioteche – La Biblioteca comunale di Militello, fondata nel 1910, possiede un patrimonio librario di circa 42.000 volumi, con testi di diversa natura, un Fondo Antico con oltre 2.000 volumi che vanno dalla fine del XV secolo fino agli inizi del XX Secolo. Recentemente, inoltre, sono stati recuperati circa 1.500 volumi provenienti dal Convento dei Padri Cappuccini.

Teatri –  A Militello è presente il Teatro Tempio che si trova in via Marconi.

Sacro e Profano – Festa del SS. Salvatore, si tratta delle celebrazioni per il Santo Patrono della cittadina. Si svolgono tra il 18 e il 25 agosto di ogni anno. Nell’occasione ha luogo una suggestiva processione per le strade del centro, dello splendido fercolo ottocentesco illuminato a festa. Festa di Santa Maria della Stella, anch’essa Patrona di Militello, si celebra i primi di settembre. La festa è molto sentita dalla cittadinanza e la devozione è radicata nell’animo dei fedeli. Il giorno della festa un quadro della Madonna è portato in processione, accompagnato dalla tradizionale Cantata dei fedeli in adorazione. Sagra della Mostarda e del Ficodindia. A inizio autunno, quasi tutte le famiglie della città si cimentano nelle preparazioni, raggiungendo inconsueti vertici di bontà. La Settimana del Barocco, si tiene a fine luglio e ogni anno offre un programma unico di spettacoli artistici e culturali: Rappresentazioni storiche e rievocazioni dell’epoca barocca; Mostre estemporanee di pittura; convegni sul tema del barocco e rappresentazioni teatrali. Degna di nota, la rappresentazione scenica de il gioco degli scacchi di Pietro Carrera (1573-1647).

Tra i prodotti tipici di Militello un ruolo preminente spetta al ficodindia, vero protagonista della tavola e del panorama. La cucina di Militello, oltre alla produzione tipica della zona, vanta alcuni piatti di prim’ordine, quali: Le scacciate, focacce chiuse, cotte al forno e ripiene con verdura a foglia larga, broccoli, cavolfiore e cipolla, oltre a salsiccia, formaggio pecorino, patate, olive nere, pomodoro secco, pepe. Rinomati sono infine alcuni insaccati preparati in casa, come anche diversi tipi di olio d’oliva e vino padronale. Il pezzo forte della cucina di Militello è però l’enorme varietà dolciaria: A mustata, la si può trovare secca o fresca, fatta con il mosto di fichi d’india e semola, o di uva; Cassatelline di Militello o della zia monaca (cassatiddini da za’ monaca), piccoli cestelli di pasta frolla, fatti con farina, uova, zucchero, sugna, ripieni di mandorle, marmellata e cioccolato, con sopra un velo di zucchero; Mastrazzola, sono dolci tipici siciliani, conditi con caramello, su un impasto al vino cotto; ‘Nfasciateddi, preparati in occasione delle festività natalizie, sono dolci caramellati, fatti con un impasto morbido di farina, mandorle tostate, miele e chiodi di garofano, avvolto in fettuccine di pasta frolla; Pipirata, è preparata con vino cotto di ficodindia, riso, pinoli e aromi (ne esiste una variante moderna, che prevede l’aggiunta di scaglie di cioccolato, mandorle e nocciole); A minnulata, è la granita di mandorle tostate, famosa quella di Militello, per la sua fragranza e consistenza; Muscardini, noti altrove come ossa dei morti; Giammelli, biscotti soffici di forma quadrata ricoperti di glassa; Crispelle, preparate con purea di patate, farina, zucchero e cannella.

  • Pietro Carrera (Militello, 1573 Messina, 1647), sacerdote, storico e letterato, autore del celebre trattato Il giuoco degli scacchi (1617).
  • Giuseppe Tineo (Militello, 1756 Palermo, 1812), botanico medico e accademico. Fu il primo direttore dell’Orto botanico di Palermo.
  • Salvatore Majorana Calatabiano (Militello, 1825 Roma, 1897), giurista, economista, senatore del Regno e ministro dell’Agricoltura.
  • Giuseppe Majorana, economista, deputato del Regno, professore universitario e rettore dell’Università di Catania.
  • Angelo Majorana, deputato del Regno e ministro delle Finanze.
  • Quirino Majorana, fisico sperimentale, professore universitario e presidente della Società italiana di fisica.
  • Dante Majorana, giurista, deputato del Regno e rettore dell’Università di Catania.
  • Fabio Massimo Majorana, ingegnere, matematico e ispettore generale del Ministero delle Telecomunicazioni, padre dello scienziato Ettore Majorana.
  • Giuseppe Barone (Militello, 1887 Catania,1956), pittore, decoratore e professore di pittura.
  • Benedetto Majorana della Nicchiara (Catania, 1899 ivi, 1982), politico e imprenditore, sindaco di Militello, deputato regionale, presidente della Regione Siciliana, senatore della Repubblica.
  • Franco Trincale (Militello, 1935), cantastorie.
  • Pippo Baudo (Militello, 1936), conduttore televisivo.
  • Antonio Lo Presti (Militello, 1950 ivi, 2011), politico e sindaco di Militello per tre mandati.
  • Rino Fisichella (Codogno, 1951), arcivescovo, teologo e scrittore di origini militellesi; il padre Paolo ha lasciato nel 1947 la città per trasferirsi a Codogno. Attuale presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
  • Nello Musumeci (Militello, 1955), parlamentare europeo, presidente della Provincia di Catania, sottosegretario al Lavoro, deputato regionale.
  • Giovanni Burtone (Catania, 1956), politico militellese, parlamentare europeo, deputato nazionale.
  • Vincenzo Oliva (Catania, 1958), politico militellese, sindaco di Militello, consigliere e assessore provinciale, deputato nazionale, senatore della Repubblica.
  • Jennifer Gareis (Lancaster, 1970), attrice statunitense di origini militellesi. Nel 2009 il Consiglio Comunale le ha conferito la cittadinanza onoraria.

Come arrivare

Militello dista circa 47 km da Catania ed è raggiungibile tramite la SS 417. Il collegamento ferroviario per il centro etneo, e tutta la città metropolitana di Catania, è garantito dalla ferrovia Circumetnea. L’aeroporto più vicino è quello di Fontanarossa, di Catania.

Mobilità urbana – Non è presente un servizio autobus urbano ma, data la struttura e la ridotta estensione territoriale, Militello può essere facilmente percorso a piedi nella sua interezza

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