Identità Maletto

Amministrazione

SINDACO

Giuseppe De Luca

In carica dal: 11/06/2018

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.maletto.ct.it

Giuseppe Vincenzo Spatafora

Deleghe:

Personale – Lavori Pubblici – Urbanistica – Sviluppo Economico – Servizi idrici – Nettezza Urbana – Edilizia Privata e Pubblica – Servizi Cimiteriali – Rapporti con il Consiglio Comunale – Contenzioso – Polizia Locale

Maria Foti

Deleghe:

Servizi Sociali – Volontariato – Sport – Spettacolo e Attività Ricreative – Progetti Comunitari – Ambiente e Salute – Integrazione – Verde Pubblico

Gabriella Giangreco

Deleghe:

Pubblica Istruzione – Attività Culturali e Turismo – Agricoltura e Ambiente – Rapporti con i Parchi – Pari Opportunità

Spatafora Alfredo Alfio

Deleghe:

Servizi idrici, Servizi ecologici, Edilizia pubblica e privata, Servizi cimiteriali, Verde pubblico.

Maletto, il Castello, il conte svevo e le fragole

Castello di Maletto o Torre del Fano. L’origine di Maletto risale al 1263, allorché, sotto la dominazione sveva, Manfredi Maletto, conte di Mineo, su uno sperone roccioso fece costruire una torre di avvistamento e comunicazione detta Torre del Fano. Da allora, il luogo fu chiamato Maletto e nel tempo la torre fortificata divenne Castello e attorno ad esso sorsero le prime abitazioni. Dell’antico Castello oggi rimangono solo pochi ruderi posti sulla sommità di un’alta rupe di roccia arenaria e tra i ruderi si distinguono appena tre vani, dei quali quello settentrionale sembra richiamare le antiche forme di una torre quadrangolare. La muratura è caratterizzata da pietrame lavico non squadrato e legato insieme da malta di buona qualità, il tutto inzeppato con frammenti di laterizi. In direzione nord ed est vi sono resti delle originarie mura. All’edificio si accede dal versante sud-orientale della rocca, attraverso un cancello di ferro posto presso la Chiesa di Sant’Antonio da Padova. Varcato l’ingresso si prosegue salendo su dei caratteristici gradini intagliati nella roccia.

Toponomastica – L’origine del toponimo deriva dal nome del nobile Manfredo Maletto, conte di Mineo, che costruì il borgo nel 1263.

Secondo la leggenda, sulla rocca del Castello dimorava una principessa di nome Maletta o Marietta, la quale comandava una banda di feroci briganti che compivano scorrerie nelle zone vicine e poi si rifugiavano sul Castello, portandovi il bottino, sicuri di non essere perseguiti data l’asperità e l’inaccessibilità del luogo. Attorno alla rocca i briganti costruirono il paese di Maletto, retto e governato da quella principessa dalla quale avrebbe preso il nome di “Marettu”.

Origini – Tracce dei primi insediamenti umani risalgono al I millennio a.C., quando i Sicani si stanziarono nella zona prima dell’arrivo dei Greci e dei Romani. La storia ufficiale del paese comincia invece nel 1263: fu in quell’anno, infatti, che Manfredi Maletto fece edificare una torre fortificata, che divenne poi il Castello di Maletto, sulla sommità di una rocca. In seguito il feudo di Maletto passò sotto l’egida della famiglia Spatafora e la costruzione del primo nucleo urbano avvenne ad opera di Ruggero Spatafora dopo il “regio placet” a costruire sulla terra di Maletto da parte del re Alfonso d’Aragona. Ruggero fortificò e ampliò ulteriormente il Castello con la costruzione della cinta muraria più bassa, sì da fargli assumere i caratteri di una residenza. Uomo d’armi e d’azione, incapace di restare inattivo a Maletto, Ruggero donò nel 1386 il feudo e il Castello al fratello minore Rinaldo. In seguito furono costruiti intorno al Castello il Palazzo baronale del casato e l’annessa Chiesa di San Michele Arcangelo. La famiglia Spatafora restò legata a Maletto sino al 1851, anno della morte dell’ultimo principe, Domenico Spatafora. In tutto questo lungo arco di tempo gli Spatafora feudatari di Maletto furono 17 e sotto di loro il comune fu abitato, abbandonato e ripopolato per ben tre volte.

Maletto contemporanea – La storia di Maletto nell’Ottocento, come quella di molti altri comuni della Sicilia, è stata profondamente influenzata dalla rottura del sistema feudale e dall’avvio di un nuovo sistema che doveva radicalmente modificare le strutture economiche e sociali dell’isola. Anche se poi la riforma del 1812 non venne pienamente applicata, gli effetti dell’abolizione del feudalesimo rimasero, con la conseguenza che anche a Maletto finì la giurisdizione della famiglia Spadafora. Nel 1818 Maletto divenne comune autonomo e il potere politico passò dai feudatari al comune mentre il potere economico si trasformò da feudale in borghese con immediate gravi conseguenze per le già precarie condizioni dei malettesi. I nuovi amministratori comunali si trovarono a dover affrontare la nuova situazione con assoluta mancanza di mezzi finanziari e la popolazione di Maletto, costretta a vivere in misere condizioni, cercò di migliorare il suo stato partecipando ai moti del 1820 e alla rivoluzione del 1848. L’anno 1848 vide la Sicilia, ancora una volta, liberarsi dall’oppressione borbonica, in uno slancio di libertà e di indipendenza, e ciò venne a scuotere anche la vita dei cittadini di Maletto. Il popolo contadino, a cui nella sostanza interessava un miglioramento delle proprie condizioni, occupò i terreni che ancora dovevano essere assegnati, cioè i terreni degli eredi Spatafora e fece abolire l’odiata tassa sul macinato ma la rivolta durò poco e ben presto venne ripristinato il regime borbonico. In seguito gli abitanti di Maletto diedero il loro contributo alla spedizione garibaldina del 1860 e alle vicende che portarono all’Unità d’Italia. Nel 1887 una fortissima epidemia di colera colpì il paese come gran parte dei comuni siciliani e aggiunse miseria e disperazione alle già precarie condizioni di vita degli abitanti.

Centro storico – L’architettura sacra della Chiesa di San Michele Arcangelo conserva ancora i tratti originali ed è caratterizzata da un campanile che, al tempo, dominava in posizione centrale l’antico paese. Di fronte all’ingresso della Chiesa si trova una fontana settecentesca in pietra lavica detta u schicciu (lo schizzo), in riferimento allo zampillo d’acqua che ne fuoriesce. Di indiscusso valore storico-artistico sono poi le secentesche Chiesa di San Giuseppe e la Chiesa della Madonna del Carmelo, mentre del Settecento è la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, patrono della città, la cui festa si celebra la seconda domenica di settembre. Costruita nel 1785 e arricchita nel XX secolo, conserva due importanti statue dello scultore Gerolamo Bagnasco. Nei pressi della Chiesa si trovano i resti del Castello di Maletto (o Torre del Fano), l’edifico più importante per la storia del comune.

Architettura Religiosa

Chiesa Madre dei Santissimi Cuori di Gesù e Maria, fu costruita nel XIX secolo per volere del monsignor Mariano Palermo, consacrato successivamente vescovo di Piazza Armerina. La Chiesa presenta un’imponente facciata a culmine di una scenografica scalinata d’accesso. L’interno, a tre navate, è diviso da pilastri decorati in stucco e presenta interessanti altari marmorei di stampo neoclassico. La Chiesa custodisce una grande tela del 1793 raffigurante il Transito di San Giuseppe del pittore Marcello Leopardi.

Siti Archeologici

Ricchissimo di siti archeologici è il territorio di Maletto e quello dei comuni limitrofi. Oggi presso il Museo civico del comune sono esposti e conservati i numerosi reperti archeologici delle necropoli rinvenute nel territorio di Malett0, alcuni dei quali risalgono a 4.000 anni fa e dimostrano come il territorio fosse stato abitato fin dalla preistoria. Ancora da segnalare il sito di contrada Tartaraci, tra i comuni di Maletto e Bronte, di grande interesse storico ed archeologico per i resti di insediamenti abitativi e di necropoli di età greca e romana ivi presenti.

Maletto è conosciuta come il “paese delle fragole”. La coltivazione è stata introdotta nel comune negli anni Cinquanta: le piantine di fragole nascono spontaneamente nei boschi, poi vengono trapiantate a pieno campo senza nessun trattamento artificiale e con un procedimento che mantiene intatte le caratteristiche organolettiche del frutto. Recentemente le fragole di Maletto hanno ottenuto il marchio De.Co. e a loro è dedicata un’importante Sagra. Oltre alle fragole, risorsa principale dell’economia malettese, l’agricoltura produce frutta, legumi e frumento, mentre abbastanza sviluppato risulta l’allevamento ovino e bovino, così come il commercio di legname, di formaggi e di prodotti ortofrutticoli. Il settore economico secondario è costituito da aziende che operano nei comparti: alimentare, metallurgico, dell’abbigliamento, della lavorazione del legno, dei mobili e dell’edilizia.

Evoluzione demografica – A partire dalla metà dell’Ottocento, il comune ha conosciuto una fortissima espansione demografica che l’ha portata ad avere una popolazione pari a 4.421 abitanti secondo i dati del censimento del 1931. Dopo una battuta d’arresto negli anni Trenta del Novecento, la popolazione ha ricominciato a crescere con costanza fino all’inizio degli anni Ottanta, quando il comune raggiunse i 4.899 abitanti. In seguito la tendenza si è invertita e, secondo i dati relativi al 1° gennaio 2016, Maletto conta oggi una popolazione residente pari a 3.920 abitanti.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Maletto al 1° gennaio 2016 sono 111 e rappresentano il 2,8% del totale della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 91% di tutti gli stranieri presenti sul territorio.

Musei – Museo civico Salvo Nibali, costruito nel 1952 al fine di conservare e tutelare il prezioso patrimonio archeologico scoperto nella zona.

Biblioteche – Biblioteca comunale, via Umberto sn.

Sacro e Profano – Le feste religiose più sentite sono quella dedicata a Sant’Antonio da Padova, patrono della città, la cui festa si celebra la seconda domenica di settembre e quella dedicata a San Vincenzo Ferreri, la terza domenica di settembre. Giugno, invece, è il mese in cui si svolge la Sagra della Fragola che dura ben tre giorni e richiama nel comune centinaia di turisti e di visitatori. Nel corso della Sagra viene realizzata una gigantesca torta alla fragola che viene offerta a tutti i partecipanti e negli stand fragole in piantine e in cassette vengono offerte come assaggio gratuito ai visitatori.

Tantissimi i dolci preparati con le squisite e preziose fragoline dell’Etna che sono diventate una coltivazione diffusa la quale rifornisce le pasticcerie della Sicilia e non solo. Oltra ai dolci e alle granite, tantissimi i piatti dedicati a questo frutto, come ad esempio il risotto alle fragole, e non c’è casa a Maletto dove non venga preparato lo squisito liquore ottenuto dall’infusione delle rosse fragoline.

  • Mariano Palermo (Maletto, 1825 – Piazza Armerina, 1903), presbitero, parroco di Maletto e poi vescovo di Lipari e di Piazza Armerina. Il padre, e poi anche il fratello Giuseppe, furono sindaci di Maletto. Studiò nel Collegio Capizzi di Bronte, entrò in seminario nel 1844 e venne ordinato sacerdote nel 1949. Subito dopo venne nominato parroco di Maletto e qui si impegnò per raccogliere i fondi per la realizzazione dei lavori per la Chiesa Madre riuscendo a coinvolgere tutti i cittadini del comune.
  • Antonino Schilirò, (…), presbitero, parroco di Maletto e letterato.
  • Basilio Catania (Maletto, 1926 – Fiano, 2010), ingegnere e ricercatore. Divenne famoso per i suoi studi in difesa di Antonio Meucci e per aver sposato la battaglia per l’attribuzione a quest’ultimo della paternità dell’invenzione del telefono. Fu direttore del centro di ricerca CSELT, il maggiore in Italia nel campo delle telecomunicazioni, dove sviluppò le sue ricerche sulla fibra ottica. Per la sua teoria sui limitatori e sulle distorsioni nei ponti radio a larga banda e per altre invenzioni ottenne 5 brevetti negli Stati Uniti. Insegnò per tre anni nei Politecnici di Milano e Torino e nel 1977 concepì e realizzò il primo sistema al mondo con cavi ottici in area urbana, portando una volta di più lo CSELT e l’Italia stessa all’attenzione del mondo scientifico internazionale. Nel 2015 il comune di Maletto gli ha dedicato una piazza.

Come arrivare

Le principali arterie stradali che servono il comune di Maletto sono la SP 159 che attraversa il comune e la SS 284 Occidentale Etnea. L’aeroporto di riferimento è il Fontanarossa di Catania, a circa 60 km di distanza. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Randazzo, a circa 10 km, che fa parte della Ferrovia Circumetnea e offre numerosi collegamenti con i comuni del circondario etneo e con Catania. Gli spostamenti in autobus sono gestiti dalle autolinee della FCE (Ferrovia Circumetnea).

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