Identità Erice

Amministrazione

SINDACO

Daniela Toscano Pecorella

In carica dal: 14/06/2017

Deleghe:

Pubblica Istruzione – Politiche Sociali – Centro Storico – Cultura, Turismo ed Eventi

Sito istituzionale

www.comune.erice.tp.it

Giovanni Rosario Simonte

Deleghe:

Vice Sindaco – Bilancio, Finanze e Tributi – Società Partecipate – Innovazione e Semplificazione – Rapporti con le Frazioni e Quartieri – Sport – Protezione Civile

Arch. Gianvito Mauro

Deleghe:

Patrimonio – Progetti e Grandi Opere Pubbliche – Marketing Territoriale – Agenda Finanziamenti)

Patrizia Baiata

Deleghe:

Urbanistica e Abusivismo Edilizio – SUAP – Affari Legali – Personale – Beni Confiscati e Legalità – Rapporti con il Consiglio Comunale – Pari Opportunità – Politiche Sociali e Giovanili

Luigi De Vincenzi

Deleghe:

Polizia Municipale – Ecologia – Polizia Municipale – Ecologia – Igiene e Sanità – Territorio e Ambiente -Verde Pubblico – Servizi Tecnici Manutentivi a e Rete – Servizio Idrico Integrato – Servizi Cimiteriali – Randagismo – Lavori Pubblici

Erice, la città di Venere

I resti del tempio di Venere rappresentano l’attrattiva principale del luogo, che ancora regala suggestioni mitologiche. In questo antichissimo centro religioso gli Elimi e poi i Romani celebravano il culto pagano di Venere Ericina con il rito della prostituzione sacra, il cui introito era a beneficio del tempio stesso. Fonte di ricchezza per la città, il culto era praticato anche in altri centri del Mediterraneo da sacerdotesse o donne che si consacravano alla dea momentaneamente oppure definitivamente.

Origini – Le grotte di Erice furono abitate sin dai tempi del paleolitico superiore e del neolitico, ma fu solo tra il primo ed il secondo millennio a.C., con l’arrivo della popolazione degli Elimi, che il centro abitato prese vita come sito religioso grazie alla costruzione di una cinta muraria e del tempio dedicato al culto di Venere. La presenza di questo santuario rese Erice famosa nell’antichità in tutta l’area del Mediterraneo; la sua importanza è evidenziata anche dal fatto che ebbe una propria zecca fin dalla fine del V secolo a.C.: le monete, d’ogni taglio, recavano sul dritto l’immagine della dea Venere, mentre sul rovescio era raffigurato un cane. Distrutta dai Cartaginesi durante la Prima Guerra Punica, Erice fu conquistata dai Romani con la decisiva battaglia delle Egadi, nel 241 a.C. Sotto questa dominazione venne dichiarata città censoria ed accorpata ai territori assegnati a Segesta. In seguito alla città toccò seguire l’avvicendarsi delle egemonie che subì l’intera Sicilia: divenne bizantina, poi araba dall’831 e nel XII secolo fu governata dai Normanni che la ripopolarono e vi fecero costruire il castello di Venere, laddove un tempo sorgeva l’antico santuario della dea. Anche l’originario nome della città (derivante dal siculo-italico Eryx, che significa monte) mutò nei secoli: durante il periodo arabo era chiamata Gebel-Ahmed, mentre per i Normanni divenne Monte San Giuliano. Durante il Medioevo il borgo conobbe una sensibile espansione urbanistica: furono edificate chiese e conventi, nonché costruite mura di fortificazione e tre porte di accesso alla città ancora oggi ancora visibili: Porta Trapani, Porta Carmine e Porta Spada. Nel corso della seconda metà del XII secolo, Erice divenne il capoluogo di uno dei più vasti distretti agricoli della Sicilia e nel secolo successivo era, assieme alla sola Trapani, l’unico aggregato urbano di una vasta zona.

Erice Contemporanea – Oggi Erice è rinomata a livello internazionale perché ospita il Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana; istituito nel 1963 per iniziativa del fisico nucleare trapanese Antonio Zichichi, è diventato con il passare degli anni un polo di eccellenza nel campo della ricerca scientifica. Qui è nata anche una disciplina particolare quanto utile: nel 1990 si è svolto il primo Atelier Internazionale di Gastronomia Molecolare, che da allora si è ripetuto ogni anno, con l’intento di studiare le trasformazioni degli alimenti durante la loro cottura e/o preparazione.

La città ha mantenuto intatto nel tempo il suo centro storico medievale, con il suo charme di remoto borgo fortificato. L’impianto urbano ha una forma triangolare e sul lato occidentale conserva ancora tratti di antiche mura. Le strette stradine ed i vicoli acciottolati, non di rado avvolti da una rada nebbia, sono animati da botteghe di artigianato tipico. Topograficamente parlando, il nucleo principale di Erice è piazza Umberto I, sede del Municipio, ma il suo stilema è rappresentato dalle chiese: ve ne sono oltre sessanta. Tra le più pregevoli sono da citare quella di San Martino, di San Cataldo, di San Giovanni Battista e la matrice, dedicata all’Assunta (del XIV secolo), che custodisce all’interno una Madonna col Bambino in marmo opera di Domenico Gagini. Degna di nota anche la chiesa di San Giuliano: quest’ultima, attualmente adibita a sala per conferenze, fu costruita dai Normanni intorno all’Anno Mille e modificata nel 1600; si caratterizza per la sua facciata di pietra rosa, mentre la Fabbrica di San Giovanni Battista è riconoscibile dalla sua cupola bianca di origine medievale. Fu ricostruita nel Seicento e conserva intatto un portale gotico. Oltre le mura, appena fuori dal centro abitato c’è il Giardino del Balio (caratteristico per la disposizione a terrazza e la molteplicità delle piante coltivate) ed al suo centro il castello, d’età normanna ma modificato nell’Ottocento.

Siti Archeologici

Poco oltre Porta Trapani, in località Piano delle Forche, scavi archeologici degli anni Settanta hanno portato alla luce una necropoli con anfore cinerarie di tipo punico e greco ellenistico (fine IVprima metà III secolo a.C.).

Oltre all’artigianato (ceramiche decorate e tappeti policromi, creati ancora esclusivamente a mano dagli ericini) anche l’agricoltura è fonte di guadagno al pari di un fiorente turismo, attratto da uno storico passato ancora presente nonché dal panorama spettacolare che si gode dall’abitato. Sul fronte gastronomia gli ericini vantano una ricercata pasticceria, nata nei conventi dove si preparavano dolci di pasta di mandorle ripieni di frutta candita (cedro in primis).

in aggiornamento

Musei – I resti del passato sono conservati nel Museo Cordici con collezioni di monete, diversi reperti preistorici, punici e greci, nonché una testa di Afrodite (V secolo a.C.).

Biblioteche − Biblioteca comunale Vito Carvini, piazza Umberto I.

Cinema − Erice è stata usata come set del paese di Carini durante le riprese della miniserie televisiva, diretta da Umberto Marino, “La baronessa di Carini”. Vi è stato girato anche il film di Pif “In guerra per amore”.

Sacro e Profano – Tra gli eventi culturali di rilievo, Erice propone la Settimana di Musica Medievale e Rinascimentale, manifestazione estiva per gli appassionati della musica antica; a dicembre la Rassegna Internazionale degli Strumenti Popolari richiama visitatori da tutto il Mediterraneo. Sul versante sacro, invece, il rito più sentito e celebrato è ad agosto: la Processione dei Personaggi per festeggiare la patrona Maria Santissima di Custonaci.

Dolci tipici: bocconcini di Erice, dolcini di pasta reale con l’anima di marmellata di cedro al liquore; genovese alla crema, dolce di pastafrolla con zucchero a velo sulla parte superiore; mustaccioli, antichi biscotti fatti in un ex convento di clausura. Tipico, anche il cous cous condito con carne di montone, tradizionale ricetta araba.

  • Alberto degli Abati, santo
  • Pietro Adragna, fisarmonicista
  • Sebastiano Bonfiglio, sindacalista e sindaco
  • Simone Catalano, ufficiale pilota, medaglia d’oro al V.M.
  • Luigi Rabatà, beato carmelitano
  • Antonino Zichichi, scienziato, nato da famiglia di origine ericina a Trapani il 15 ottobre 1929, fondatore del Centro di cultura scientifica Ettore Majorana
  • Salvatore Genovese, cestista della Fortitudo Bologna
  • Aldo Firicano, ex calciatore di Cagliari e Fiorentina
  • Marcello Mazzarella, attore
  • Rocco La Russa, medico e patriota
  • Enrico Maria Salerno, attore, regista e doppiatore. Il padre, Antonino Salerno, era originario di Erice.

Come arrivare

La città è collegata a Trapani con una funivia, un tracciato lungo quasi 4.000 metri che riprende il vecchio percorso della dismessa funivia costruita alla fine degli anni Cinquanta. È raggiungibile in treno, la stazione ferroviaria più vicina è quella di trapani, ed in Aereo, gli aeroporti più vicini sono quelli di Trapani e Palermo.

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