Identità Delia

Amministrazione

SINDACO

Gianfilippo Maria Banchieri

In carica dal: 11/06/2018

Deleghe:

Solidarietà Sociale – Famiglia – Integrazione Etnica – Pari Opportunità – Politiche Attive per il Lavoro

Sito istituzionale

www.comune.delia.cl.it

Calogero Lo Porto

Deleghe:

Vicesindaco – Lavori Pubblici – Urbanistica – Territorio e Ambiente – Politiche Comunitarie – Area Cimiteriale- Infrastrutture – Verde pubblico – Pubblica Illuminazione – Informatica

Antonio Gallo

Deleghe:

Agricoltura e Patrimonio Boschivo – Attività Produttive e Sviluppo Economico – Promozione dei Prodotti Locali – Personale – Polizia Municipale – Viabilità e Parcheggi – Bilancio e Finanza – Artigianato – Commercio – Tempo Libero – Innovazioni Tecnologiche Ambientali

Piera Alaimo

Deleghe:

Cultura – Turismo – Spettacolo – Sport e Impianti Sportivi – Beni Culturali e Monumentali – Istruzione – Politiche Giovanili – Protezione civile – Sanità e Igiene – Informazione e Comunicazione Istituzionale

Letizia Strazzeri

Deleghe:

Sociale – Famiglia – Integrazione Etnica – Pari opportunità – Politiche attive per il lavoro.

Delia, il vigneto arabo

Castello di Sabuci

Il Castello medioevale di Sabuci, comunemente chiamato “Castidrazzu” dagli abitanti del posto, è collocato a circa un chilometro dal paese, nei dintorni della Valle del Salso e in una posizione strategica per gli scambi con l’entroterra siciliano. Il castello di Delia è stato costruito su una serra calcarea e lo sperone roccioso le fa da base naturale. Si articola in quattro livelli non del tutto regolari. Gli scavi archeologici hanno appurato che il sito in cui sorge il castello è stato popolato già nel terzo millennio a.C. Dopo alterne vicende di distruzioni, abbandoni e incendi, nel 1436 Guglielmo Raimondo Moncada ottenne la licenza regia per ricostruirlo; si aprì una fase di maggiore splendore per il castello. Dopo la fondazione di Delia nel 1623 è probabile che il castello, non essendo più frequentato, sia caduto in abbandono e alla fine del XVI secolo appariva già semidistrutto. Nel 1878 conobbe un primo restauro. Ad agosto vi si celebra la suggestiva festa medievale della Bella Castellana.

Toponomastica – Il toponimo ha origine araba, deriva infatti dal vocabolo daliyahche significa vigneto. Alcuni studiosi però identificano Delia con l’antica Petiliana, ipotizzando che il nome sarebbe stato modificato prima in Petelia e infine in Delia.

Il nome Delia potrebbe derivare dal fatto che a Petiliana ci fosse un tempio sacro alla dea Diana. L’enorme diffusione del nome Diana tra le ragazze del paese, soprattutto in passato, sembrerebbe confermare tale ipotesi.

Origini – Grazie alle sue risorse naturali ed alla collocazione in un’importante posizione strategico-difensiva, è molto probabile che il territorio deliano venne scelto dai sicani della prima età del bronzo per stabilirvisi. Recenti scavi archeologici hanno appurato infatti che il sito in cui sorge il Castello di Sabuci, a circa un chilometro da Delia, è stato popolato già nel terzo millennio a.C. Questa prima fase di vita del castello si concluse con una distruzione e un incendio legato evidentemente alla cacciata degli arabi da parte dei normanni dopo la metà del XII secolo. Per quanto riguarda la fondazione del borgo, i primi documenti ufficiali che ne attestano l’esistenza risalgono al 1270. Nel corso della sua storia il paese subì il potere di diverse famiglie nobili. Durante i Vespri Siciliani fu conquistato dagli Aragonesi, nel 1366 entrò nei domini dei Chiaramonte per concessione di re Federico III d’Aragona ed in seguito fu annoverato tra i possedimenti del casato dei Moncada. Nel 1581 il borgo passò dalla famiglia Ortolano alla famiglia Lucchesi, nella persona del barone Gaspare Lucchesi che presentò domanda per costruire un nuovo feudo. Il privilegio venne concesso nel1597 da Filippo II di Spagna e nel 1623 Giuseppe Lucchesi, figlio di Gaspare Lucchesi, venne nominato marchese di Delia. Nel 1698, in seguito al matrimonio di Maria, unica figlia del marchese Nicola Antonio Lucchesi, con Ferdinando Gravina, principe di Palagonia, Delia entrò nei possedimenti dei Gravina che la detennero sino al secolo scorso. L’ultimo marchese di Delia fu don Francesco Paolo Gravina, il quale morì senza figli e lasciò tutti i suoi averi ai poveri del ricovero Malaspina di Palermo.

Delia contemporanea – Dopo l’abolizione della feudalità (1812) e con l’attuazione della nuova circoscrizione territoriale della Sicilia voluta da re Ferdinando I di Borbone nel 1819, Delia fu staccata da Agrigento ed entrò a far parte di Caltanissetta, eletta a nuovo capoluogo di provincia. Nel 1844, con bolla di Gregorio XVI, passò alla diocesi di Caltanissetta. I deliani, animati da un forte spirito patriottico, parteciparono attivamente alle lotte risorgimentali del 1848 ma i moti rivoluzionari furono presto repressi e i borbonici, tornati al trono di Sicilia, restaurarono il vecchio ordine. Lo sbarco dei Mille suscitò tra i deliani un grande entusiasmo e un nutrito gruppo di giovani si unì all’impresa di Giuseppe Garibaldi per la cacciata dei borbonici dalla Sicilia. Dopo l’Unità d’Italia la storia di Delia si uniformò a quella siciliana e alla vita della nazione. Nel secondo dopoguerra, a causa della chiusura delle miniere ed alla crisi del settore agricolo, la comunità subì un massiccio esodo verso le Americhe ed il nord Europa.

Centro storico – Delia, come tutte le altre “città nuove” della Sicilia fondate a partire dal 1600 con le licenze concesse dai re spagnoli, non ruota attorno al castello che rimane decentrato ma, secondo le nuove direttive urbanistiche, il centro propulsore del paese diventano la chiesa madre e la piazza. Da questo centro direzionale si dipartono le strade con le abitazioni dei contadini e degli artigiani. Il monumento principale della città è la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria di Loreto dove è custodita un’opera del pittore Pietro D’Asaro che raffigura Santa Rosalia. Sorta nel 1500 sui ruderi della Chiesa di San Nicola di Mira, fu ricostruita nel 1712, dopo il terremoto che alla fine del 1600 colpì gran parte della Sicilia. Presenta una facciata di tipo neoclassico con portale e campanile barocco. Il rosone centrale è arricchito da una vetrata raffigurante il logo del Giubileo del 2000. Gli altari e l’urna del Cristo della “Scinneza” che risentono fortemente dell’influenza barocca, sono autentici gioielli d’arte. Tra le statue menzioniamo quella della Madonna delle Grazie del Bagnasco di stile settecentesco.

Architettura Religiosa

  • Chiesa Santa Maria dell’Itria, ricostruita dopo il terremoto su una preesistente struttura risalente al 1602, la chiesa è stata aperta al culto nel 1769. Nel 1885 per arginare l’ennesima ondata di epidemia colerica la chiesa fu trasformata in un lazzaretto e scelta come luogo per l’isolamento dei malati. Il campanile è stato realizzato nel 1988. All’interno della chiesa è conservata un’importante statua lignea della Madonna dell’Itria.
  • Chiesa della Croce, di modeste dimensioni, fu costruita nel 1925 sopra una piccola chiesetta del XVII secolo. Attualmente viene utilizzata durante le rappresentazioni della Settimana Santa.
  • Chiesa di Sant’Antonio Abate, eretta nel 1765 su una struttura già esistente, si trova nel vecchio quartiere denominato “degli Ebrei”. È costruita con pietra intagliata e ha un’imponente abside centrale. Il suo interno è decorato con stucchi barocchi, colonna tortile e altari in legno intagliato. La chiesa, recentemente restaurata, presenta al suo interno cinque cappelle barocche delle quali quattro ornate da colonne tortili sormontate da maestosi baldacchini.
  • Chiesa del Carmelo, fu costruita per volontà del barone Gaspare Lucchese di Delia nel 1602 insieme all’annesso Convento dei monaci Carmelitani (chiuso poi nel 1652). La facciata presenta un caratteristico portale ed un campanile in stile misto neoclassico e gotico costruito nel 1932.

Architettura Civile

  • Monumento agli emigranti
  • Murales sulla civiltà contadina, di Angelo Fazio

Siti Archeologici – A qualche centinaio di metri dall’abitato sorge, su una rupe scoscesa, il cosiddetto “Castidrazzu” che recenti scavi archeologici hanno identificato con il Castello medievale di Sabuci. Nei pressi della costruzione sono stati trovati reperti risalenti al III millennio a.C. e numerosissime testimonianze del passaggio delle varie popolazioni che hanno conquistato il territorio. Un’altra area, sede di insediamenti umani dell’antica età del bronzo, è Contrada Cappellano situata nei pressi della SS 190 che collega Delia a Caltanissetta. Sono state ivi rinvenute alcune tombe a forno, di cui una a doppio forno, in ottimo stato di conservazione.

L’attività economica principale, dalla quale la maggior parte della comunità locale ricava il proprio reddito, è rappresentata dall’agricoltura che grazie alla fertilità dei terreni, all’abbondanza di risorse idriche e al clima favorevole garantisce copiosi raccolti. Gli altri settori produttivi (artigianato, commercio, edilizia e terziario) pur essendo presenti, da soli non sono in grado di condizionare l’economia locale. Le coltivazioni più diffuse sono quelle di ulivi, viti, mandorli, cereali e soprattutto peschi. Dal 1997 è stata istituita la Sagra della pesca di Delia e l’amministrazione locale ha inoltrato istanza per ottenere il riconoscimento comunitario DOP/IGP sul prodotto. Da segnalare inoltre è la lavorazione artigianale del vetro e l’allevamento bovino, ovino ed equino.

Evoluzione demografica – L’espansione massima della città, per quanto riguarda l’aspetto demografico, si ebbe intorno agli anni Cinquanta, in seguito il paese è diventato luogo di emigrazione soprattutto verso l’America e il nord Europa. Al 1° gennaio 2016 registra una popolazione di 4.277 cittadini residenti.

Etnie e minoranze – Nel territorio del comune di Delia è presente una significativa presenza di cittadini stranieri pari al 9,5% del totale della popolazione residente. La maggior parte dei cittadini stranieri proviene dalla Romania (75%) e dal Marocco (18,5%).

Musei – Museo Archeologico e della Civiltà Contadina, sito in piazza Castello.

Biblioteche – Biblioteca comunale L. Russo, via Petilia 20.

Sacro e Profano – Tra le feste maggiormente sentite dalla comunità, il 4 settembre si celebra la patrona del paese, Santa Rosalia. Nella Settimana Santa invece ha luogo il giorno del Calvario: è la “Scinnenza”, dal siciliano scinniriche significa scendere, per indicare la deposizione dalla croce di Gesù. Durante questa antica manifestazione alcuni attori interpretano il processo, la condanna e la crocifissione di Cristo. Molto sentite sono anche la festa della Madonna del Carmelo che si svolge l’ultima domenica di luglio con la tradizionale processione e la suggestiva festa della Bella Castellana che si svolge sabato e domenica della seconda settimana di agosto nell’atmosfera incantevole e dal sapore medievale del Castello di Sabuci. La Sagra della Pesca ad Agosto.

Il dolce tipico di Delia è la cuddrireddra un tempo preparato solo in occasione del Carnevale e del Giovedì Grasso. Preparato con ingredienti semplici (farina di grano duro, uova fresche, zucchero, un po’ di strutto, vino rosso, cannella e scorzette di arancio) ha una particolare forma arrotondata che ricorda una corona. Si narra che la forma a corona sia nata quale omaggio alle castellane che vivevano nella fortezza medioevale che sovrasta la cittadina durante la guerra dei Vespri Siciliani (1282-1302). Ricordiamo infine che nella zona è presente una consistente coltivazione di pesche.

  • Luigi Russo (Delia, 1892 – Marina di Pietrasanta, 1961) critico letterario. Frequenta la Scuola Normale Superiore tra il 1910 e il 1914. La sua carriera di critico letterario inizia nel 1920 col saggio su Verga dove comincia a emergere la sua posizione di storicismo integrale. Nel 1925 ottiene la cattedra di Letteratura italiana alla facoltà di Firenze e nel 1934 alla facoltà di Lettere di Pisa. Dal 1943 al 1946 assume la direzione della Scuola Normale di Pisa. Fondò, nel 1946, la rivista Belfagor.
  • Calogero Ferrara (1818-1880) letterato e filosofo. Caldo propugnatore dell’Unità d’Italia, fu amico di Francesco Crispi. Dopo gli anni ’60 fondò una scuola a Delia, a lui è dedicata una via del paese.
  • Stefano Vilardo (1922) scrittore. Nel 1942 consegue il diploma magistrale e per anni insegna alle elementari a Delia, in seguito a Caltanissetta e Palermo. Amico intimo di Leonardo Sciascia dalla gioventù, condividerà con lui per tutta la vita la passione per la letteratura e la poesia. Presso l’editore Salvatore Sciascia di Caltanissetta pubblicò diversi volumi di poesie: I primi fuochi(1954), Il frutto più vero (1960) e Gli astratti furori (1988). Con Tutti dicono Germania Germania del 1975, edita dalla Garzanti, ottenne un discreto successo di pubblico e critica. Per quanto riguarda le opere di narrativa segnaliamo Una sorta di violenza (1990) e Uno stupido scherzo (1997), entrambi pubblicati dalla Sellerio di Palermo.
  • Joe Culmone (Delia, 1931 – New Jersey, 1996) famoso fantino americano. Trascorse l’infanzia a Delia e dopo la Seconda guerra mondiale emigrò in America. Si è distinto nel campo dello sport equestre agonistico facendo parlare di sé negli Stati Uniti d’America negli anni ’50 e ’60. Nel 1950 conquistò il titolo di “sportivo dell’anno”.
  • Antonio Sciortino (1954) sacerdote e giornalista. Compie gli studi teologici presso la Pontificia facoltà teologica San Bonaventura e in seguito si specializza in giornalismo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel 1984 entra nella redazione di Famiglia Cristiana come inviato speciale per seguire i viaggi di Giovanni Paolo II e nel 1999 diventerà direttore del giornale.
  • Giuseppe Andaloro (Palermo, 1982) pianista di fama internazionale. Trascorre la sua infanzia a Delia dove comincia lo studio della musica e del pianoforte. Nel 2000 si diploma in Pianoforte al Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi di Milano. Nel 2005 è stato premiato per meriti artistici dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, nel 2009 gli è stato conferito il Premio Elio Vittorini per la Musica e nel 2012 il Premio Carloni Giovane Esecutore.
  • Giovanni Marchese (Caltanissetta, 1984) calciatore. Vive la sua infanzia a Delia dove vivono e lavorano i suoi genitori. Ben presto emergono le sue doti calcistiche e per questo si sposta a Torino. Nel 2005 viene acquistato dal Chievo in Serie A. Nel 2006 aiuta la squadra catanese a ritornare in Serie A.

Come arrivare

Tramite la SS 190 delle Solfare, il comune è ben collegato a due importanti assi viari: la SS 640 di Porto Empedocle e la SS 626 della Valle del Salso. L’aeroporto più vicino è il Pio La Torre di Comiso a circa 100 Km di distanza, segue poi l’aeroporto Fontanarossa di Catania a circa 130 Km di distanza. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Canicattì a circa 7 Km da Delia. Vi transitano le linee Catania-Agrigento e la Caltanissetta Xirbi-Gela-Siracusa. All’interno del territorio del comune l’azienda Sais effettua una fermata nella linea per Palermo. In alternativa è possibile recarsi nei paesi limitrofi meglio collegati agli altri comuni della Sicilia e dell’Italia.

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