Identità Chiaramonte Gulfi
Amministrazione
SINDACO
Mario Cutello
In carica dal: 13/06/2022
Sito istituzionale
www.comune.chiaramonte-gulfi.gov.it
Chiaramonte Gulfi, Balcone di Sicilia
Pineta di Chiaramonte. Si tratta di una zona protetta che circonda la cittadina e ne rappresenta il maestoso e lussureggiante ingresso. Gestita dalla forestale di Ragusa, presenta un’area attrezzata ed un piccolo zoo che ospita specie ornitologiche molto interessanti. Al suo interno è sito l’Hotel La Pineta, oramai abbandonato dal 1994, che ha fornito alloggio a diversi personaggi celebri fra i quali si ricorda il regista Mario Bianchi. Questi girò alcune scene del suo film del 1978 la banda Vallanzasca, nelle camere dell’Albergo.
Insieme al Parco Canalazzo di Monterosso Almo ed al lago/diga Dirillo di Licodia Eubea, la Pineta di Chiaramonte Gulfi offre agli amanti della Mountain bike un percorso estremamente suggestivo che si snoda lungo 60 km di paesaggi verdeggianti, salite e discese di notevole interesse per i tanti appassionati.
Toponomastica – Il nome della città ha profonde radici che affondano lontano nel tempo. Fondata dai siracusani nel VI a.C., col nome di Akrillai, fu poi chiamata Acrillae dai Romani. Durante l’invasione araba, IX secolo d.C., apparve per la prima volta il termine Gulfi (terra amena). Nel 1302, all’indomani della distruzione da parte degli angioini, il borgo venne rifondato da Manfredi Chiaramonte, Conte di Modica, il quale vi assegnò il nome della propria casata. Nel 1881, dopo secoli, riaffiora un pezzo dell’antica storia e la denominazione Gulfi viene affiancata a Chiaramonte, dando vita all’odierna denominazione.
Origini – L’area fu abitata già dal neolitico, come attesta il ritrovamento di numerosi insediamenti fortificati, detti Castellieri, risalenti all’età del bronzo e del ferro. Nell’area di contrada Scornavacche è stato rinvenuto un centro abitato, riconosciuto come la città greca di Akrillai, ubicata sul Monte Castiglione, presso il fiume Dirillo, rappresentava una stazione di sosta sulla strada che dalla città di Selinunte conduceva ad Agrigento. Nel 406 a.C. fu distrutta dai Cartaginesi e nel 213 a.C. fu teatro di una battaglia nella quale le forze siracusane ebbero la peggio contro l’esercito romano guidato dal console Marco Claudio Marcello. Con la conquista romana prese il nome di Acrillae. Secondo l’ipotesi più accreditata, la città venne nuovamente distrutta nell’827 dal califfo Asad ibn al Furat durante l’invasione araba della Sicilia, per poi essere sostituita da un nuovo centro edificato poco distante, alle pendici del Monte Arcibessi, che proprio dall’arabo prese il nome Gulfi (terra amena). Alla fine dell’XI secolo la Sicilia fu suddivisa in feudi ad opera dei Normanni e Gulfi rientrò nei possedimenti assegnati al cavaliere Serlone. La dominazione Sveva, succedutasi a quella normanna, lasciò il passo agli Angioini. Iniziò il mal governo francese che seminò malcontento in tutta la Sicilia del tempo e che portò in seguito alle rivolte dei Vespri Siciliani. I governanti della casa D’Angiò decisero di mantenere l’ordine nell’isola ricorrendo ad una dura repressione. Numerosi episodi di violenza si susseguirono in quegli anni e Gulfi, dal canto suo, fu duramente punita. Nel 1299 presa “manu militari” da Ruggero di Lauria, venne quasi interamente distrutta e la popolazione in gran parte trucidata. I superstiti si rifugiarono nel vicino castello appartenente al conte di Modica, Manfredi Chiaramonte ma, dopo un tragico assedio, vennero raggiunti dalle truppe angioine e sconfitti; il castello fu raso al suolo. Nel 1302 la Sicilia passò sotto il dominio aragonese, Manfredi di Chiaramonte ricostruì il borgo, laddove sorgeva l’antica fortezza, assegnandogli il nome della sua casata. La vita della rinata comunità fu dapprima difficile, la popolazione viveva isolata all’interno della cinta muraria, attorno alla torre presidiata; le uniche risorse alimentari provenivano dalla pastorizia e dall’agricoltura primitiva. Nel 1366 la cittadina contava appena 200 famiglie entro le mura fortificate. A partire dal 1593 il paese si andò estendendo oltre le mura, principalmente con i quartieri Burgo (297 case) e Salvatore (258 case), il centro cittadino si arricchì di splendidi edifici signorili, conventi, monasteri, eleganti chiese. Lo sfruttamento agricolo del territorio divenne fonte di benessere, si svilupparono colture arboree: mandorli, carrubi, oliveti e vigneti. All’interno delle mura, il quartiere più antico, il Baglio, era costituito da 278 case, il paese contava in tutto 5.711 abitanti ed era difeso da un contingente di 42 cavalieri armati di spada e archibugio. Della cittadina, ormai annessa alla contea di Modica, non si conoscono avvenimenti di rilievo fino al terremoto del 1693, che distrusse gran parte del borgo medievale. Ricostruito ancora una volta, non mantenne i nomi dei quartieri storici e, per il fenomeno della sacralizzazione, Chiaramonte fu suddiviso in quattro quartieri dedicati ai santi. Nel periodo successivo il paese seguì le sorti dell’intera Sicilia passando attraverso varie dominazioni: da quella dei Savoia a quella dei Borboni.
Chiaramonte contemporanea – Nel 1861, la cittadina entrò a far parte del Regno d’Italia e nel 1881, alla denominazione Chiaramonte venne aggiunto il nome Gulfi, in memoria dell’antico centro.
Centro storico – Risalente a dopo il terremoto di fine Seicento, è in stile barocco ma conserva tracce del borgo medievale, come ad esempio una delle antiche porte del castello, l’arco dell’Annunziata, l’unica ancora esistente. Il borgo si snoda a partire da piazza Duomo ove è ubicata la chiesa madre di Santa Maria La Nuova; poco oltre si ritrovano la chiesa cinquecentesca di San Giovanni Battista e la chiesa di San Filippo.
Architettura Religiosa
- Chiesa di San Giovanni Battista: chiesa cinquecentesca, la cui facciata è stata riedificata nel XIX secolo; l’interno, del Settecento, ospita dipinti dello stesso secolo, una statua lignea del Battista ed una del Cristo (entrambe risalenti all’Ottocento) ed infine una raffigurazione della Madonna della Misericordia del XVII secolo.
- Chiesa Madre di Santa Maria La Nuova:edificata nel 1450 in stile gotico, con archi a sesto acuto e soffitto in tavole fregiate con arabeschi, nel 1608 fu trasformata secondo le linee dello stile barocco. Una parte della facciata in stile rinascimentale, venne ultimata nel XVII secolo, mentre la parte costituita dai due ordini superiori risale al Settecento.
- Chiesa di San Filippo: edificata in stile rinascimentale, presenta al suo interno la splendida cappella del Rosario, adorna di fini decorazioni. Custodisce la statua di Maria SS del Rosario, opera realizzata in marmo bianco.
- Chiesa e Convento di Santa Maria di Gesù: di edificazione secentesca, la prima conserva alcuni interessanti dipinti ed un crocefisso ligneo di Fra’ Umile da Petralia.
- Santuario di Santa Maria La Vetere, Madonna di Gulfi: sorge nel luogo dov’era ubicata l’antica Gulfi (più in basso rispetto all’abitato attuale). Di impianto paleocristiano ha subito interventi in epoca medievale e nel corso del settecento. Oggi il santuario è meta di pellegrinaggi da ogni parte della Sicilia.
- Chiesa di San Vito: risale al ‘500 la costruzione dell’edificio che sorge sui resti dell’antica chiesa di San Lorenzo. Nei secoli il tempio, benché di piccole dimensioni, fu abbellito più volte e impreziosito con addobbi e pregevoli opere d’arte, tele e sculture eseguite da artisti locali. Nel 1927 venne aggiunto un artistico ed imponente campanile, il più alto della città.
- Chiesa del SS. Salvatore: presenta oggi un’unica grande navata, le altre due sono andate distrutte nel terremoto del 1693. Custodisce la statua marmorea del Salvatore e quella di Maria Santissima della Mercede.
- Chiesa di San Giuseppe: presenta un’unica navata decorata di stucchi dal Gianforma ed un grandioso abside; l’edificio del XVII secolo, fu voluto dai baroni di Montesano. Custodisce pregevoli tele e statue marmoree.
- Santuario della Madonna delle Grazie: edificio risalente al XVI secolo dal grande valore religioso, si trova immerso nella pineta, all’entrata della città. All’interno vi è una cappella secentesca realizzata da Simone Mellini. Custodisce una statua della madonna in marmo, di pregevole fattura, realizzata nel 1645 ad opera dello scultore Luca Madotto da Messina.
Architettura Civile
- Arco dell’Annunziata: si tratta di una delle porte che costituivano la cinta muraria di Chiaramonte, chiamata Porta di la Ciazza perché confinante con la prima piazza del paese.
- Palazzo Montesano: costruito in stile barocco settecentesco, fu dimora nobiliare. Oggi è sede del museo ornitologico, del museo degli strumenti etnico-musicali, della casa museo Liberty, del Museo dell’olio e della Pinacoteca.
- Villa comunale: giardini pubblici in stile italiano, con vista panoramica mozzafiato.
- Palazzo Cultrera: situato nel centro storico, in via Nicastro, è un edificio in stile tardo-barocco. Gli interni sono ricchi di decorazioni e di arredi dell’epoca.
Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:
Chiesa di Santa Teresa D’Avila; chiesa di San Silvestro; chiesa del Carmelo Sacra Famiglia; Convento di Santa Maria di Gesù; Chiesa di Santa Lucia; Palazzo Comunale, edificio in stile liberty; Fontane Comunali del Ferriero, opera del XIX; Torre di Mazzaronello, edificata nel XIV sec.
Siti Archeologici
Sito archeologico di contrada Scornavacche: sito abitativo risalente al IV-III secolo, presenta uno schema urbanistico regolare con strade parallele su cui si aprono isolati rettangolari, all’interno sono ubicati edifici residenziali a pianta tradizionale, con spazi abitativi disposti attorno ad un cortile interno. Troviamo un’area sacra e una artigianale che comprende numerosi forni per la lavorazione dell’argilla. Tra gli oggetti di terracotta rinvenuti vi è una statuetta votiva di Athena Ergane ed una kylix con iscrizione incisa dopo la cottura. Le incisioni rinvenute fanno pensare all’esistenza di un tempio dedicato ad Asclepio.
Il tessuto economico chiaramontano, oggi come nel corso della sua storia, ha un carattere essenzialmente agricolo. La produzione di frumento, ortaggi, frutta e mandorle accompagna coltivazioni e prodotti d’eccellenza: nell’ambito dell’olivicoltura, ad esempio, ritroviamo l’olio DOP Monti Iblei sottozona Gulfi, che da anni ha meritatamente conquistato il mercato di riferimento.
Degno di nota, l’allevamento del suino, strettamente legato alla preparazione di insaccati molto apprezzati dal mercato siciliano. Notevole anche l’espansione del settore vitivinicolo con la produzione di uva da tavola di qualità Mazzarrone, a marchio IGP, e di vini quali il Cerasuolo di Vittoria D.O.C.G. L’economia locale presenta anche produzioni artigianali: la lavorazione del marmo, la carpenteria e piccole realtà industriali nel settore del calzaturificio. La bellezza del borgo montano attira anche i turisti che, sempre più numerosi, visitano la provincia.
Evoluzione demografica – Chiaramonte, ad oggi, registra una popolazione similare nelle cifre a quella del 1861, all’alba dell’annessione al Regno d’Italia. Gli anni successivi vedono una progressiva crescita con 8.645 abitanti nel 1881, 9.545 nel 1901 e ben 11.936 nel 1911. Nel primo dopo guerra la città raggiunge il picco massimo con 14.071 residenti. A partire da quel picco, si sviluppa un trend negativo che nel 1961 riduce la popolazione a 10.014 unità e, appena dieci anni dopo, a 8.670 unità. Dal 1971 ad oggi il dato subisce variazioni minimali.
Etnie e minoranze – A Chiaramonte Gulfi è presente una nutrita comunità straniera che ad oggi conta 735 cittadini, perlopiù tunisini, romeni e albanesi.
Musei – Ben otto musei permanenti sono presenti a Chiaramonte: Museo dell’Olio, espone una pressa risalente al 1600 e tutti gli antichi strumenti legati alla tecnologia estrattiva; il Museo del Ricamo e dello Sfilato Siciliano, che raccoglie numerosissimi filati d’epoca nonché un telaio in legno; il Museo dei Cimeli Storico Militari, raccoglie più di mille reperti di storia militare italiana pazientemente collezionati da Emanuele Gulino; il Museo di arte sacra, composto da tre diverse sezioni, dedicate al rito religioso, all’arte plastica, alla pittura, all’arredo ed al rivestimento ceramico; il Museo ornitologico, esposizione di grande rilievo che può contare ben 600 esemplari, fra i quali alcune specie rare od estinte come il corvo imperiale o la civetta delle nevi; il Museo degli Strumenti Etnico Musicali, che custodisce strumenti introvabili tra i quali due flauti tibetani ricavati da tibie umane; la Pinacoteca Giovanni De Vita, che raccoglie le opere dell’omonimo autore e che è stata donata alla comunità dalla sua famiglia. Infine la Casa-Museo Liberty, interamente arredata con pezzi d’epoca realizzati, fra gli altri, da Renè Lalique, Legras, Calderoni, Basile e Zen.
Biblioteche – La biblioteca comunale di Chiaramonte ha sede in via Vittorio Emanuele 3 ed è dedicata allo storico Saverio Incastro.
Teatri – Pur non essendo presente un vero e proprio teatro comunale, la tradizione teatrale a Chiaramonte è molto florida e ricca di interesse. Vi sono molte manifestazioni teatrali che trovano luogo in edifici storici e di interesse culturale.
Sacro e Profano – Tradizionale processione e novenario della Madonna di Gulfi (a ccianata a Maronna), la domenica dopo Pasqua (domenica in Albis), il novenario si apre con la processione che accompagna la statua della Madonna, portata in spalla, dal santuario fin su al paese e risposto nella Chiesa Madre.
Dopo nove giorni, il Mercoledì, ha luogo la processione per la discesa (a Scinnuta) del simulacro nel Santuario di Gulfi.
Festa di San Giovanni Battista (protettore della città), si celebra per l’anniversario della nascita, il 24 Giugno. Prevede una processione mattutina per le strade principali, seguita con grande devozione dai fedeli, le bancarelle, gli spettacoli musicali lungo il corso della giornata. La sera ha luogo la suggestiva entrata del Santo che conclude la festa, accompagnata da un imponente spettacolo pirotecnico.
Festa del SS. Salvatore, prima domenica successiva al 6 Agosto. Organizzata dalla confraternita del SS Salvatore, la celebrazione inizia con la svelata della statua marmorea del redentore. Il giorno successivo ha luogo la processione serale, con la tradizionale sosta in piazza Duomo dove i cantori e la popolazione intonano le solenni nenie dette cappidduzza. La festa si conclude con scoppi di mortaretti e l’accompagnamento della banda musicale.
Festa di San Vito, patrono della città, ultima domenica di Agosto. La festa ha inizio con la processione della statua, portata a spalla, per le strade cittadine fino alla Chiesa Madre. Molto suggestiva l’offerta del cero da parte della confraternita di San Giovanni. Alla vigilia della festa, da qualche anno, ha luogo un concorso bandistico al quale partecipano formazioni provenienti da varie regioni d’Italia.
Sagra dell’olio, al concludersi dell’autunno, nei primi giorni di dicembre, in Piazza Duomo si promuove un’eccellenza della produzione chiaramontana: l’olio DOP chiaramontano. La rassegna si compone di una serie di convegni, incontri, visite ai frantoi per la degustazione del prodotto.
Sagra della focaccia (Scaccia), il 13 agosto un appuntamento fisso con uno dei piatti tipici iblei. La festa campestre in contrada piano dell’acqua si svolge tra balli, giochi e gustose scacce, innaffiate dal buon vino rosso locale.
Sagra del gallo ai sapori chiaramontani, si svolge ogni anno, il 17 agosto, in contrada Muti. In un’atmosfera estiva, tipicamente siciliana, tra giochi, musica, esposizione e vendita di prodotti tipici.
Sagra dell’uva, nelle prime settimane di settembre, al crepuscolo dell’estate, ha luogo un grande evento di promozione dei prodotti vitivinicoli locali. Si svolge nella piazza Arciprete S. Curatolo, a ridosso del quadrivio, a cura dell’Associazione Giovanile Roccazzo.
Carnevale Chiaramontano, il folklore si unisce alla spensieratezza. Lo scherzo e la burla si legano all’arte, con sfilate di carri allegorici e gruppi mascherati, il carnevale è a Chiaramonte, un tripudio di gioia di vivere e di sano divertimento, una tre giorni di spensierata allegria da non perdere.
Il lunedì grasso, si svolge la Sagra della salsiccia, in Piazza Duomo.
Gran galà di ferragosto, il 14 agosto, i giardini comunali di Chiaramonte si vestono a festa per un evento che negli anni ha aumentato la sua attrattiva.
Estate chiaramontana, manifestazioni, appuntamenti culturali e sportivi, sagre e feste, da fine luglio a tutto agosto. Un ricco e nutrito programma che da oltre 40 anni attrae turisti e abitanti delle zone limitrofe.
Coppa Monti Iblei, gara automobilistica che si svolge nelle prime settimane di settembre. Si tratta di un evento tradizionale con un percorso molto suggestivo tra tornanti e curve, tutto in salita, a partire da contrada Roccapalumba, fino al fianco nord della città.
Settembre Giovani, manifestazione multidisciplinare che si compone di ogni forma di espressività artistica, comunicativa e culturale, all’insegna della creatività.
La cucina chiaramontana è una cucina povera basata sull’agricoltura e sull’allevamento. Molte delle specialità sono comuni a molte città della provincia ma hanno una specificità locale ben distinguibile.
La salsiccia chiaramontana, di suino locale, condita col finocchietto selvatico, è una specialità riconosciuta nell’ambito locale;
La Scaccia, è una specialità tipica degli iblei, che anche a Chiaramonte è oggetto di una venerazione quasi religiosa.
I pastizzi, focacce ripiene di carne tritata, tipiche del periodo pasquale, così come le mpanate, focacce ripiene d’agnello o tacchino.
- Barone Corrado Melfi, (Chiaramonte Gulfi, 16 gennaio 1850 – 9 gennaio 1940) storico e archeologo.
- Padre Samuele Nicosia (Chiaramonte Gulfi, 1842-1910 ) storico dell’età contemporanea.
- Serafino Amabile Guastella (Chiaramonte Gulfi, 1819-1899) scrittore.
- Telesio Interlandi (Chiaramonte, 1894-1965) giornalista e politico fascista.
- Vincenzo Rabito (Chiaramonte, 1899-1981) bracciante agricolo e scrittore.
- Antonino Di Vita, (Chiaramonte Gulfi, 1926-2011) archeologo e docente universitario.
Come arrivare
Chiaramonte Gulfi dista 89 km da Catania ed è raggiungibile percorrendo la statale 514 Catania-Ragusa, uscita per Chiaramonte Gulfi in località Coffa, dunque si prosegue lungo la SP. Sulla tratta per Catania operano le autolinee dell’Etnatrasporti con più di dieci corse giornaliere. Non è attivo alcun collegamento ferroviario diretto per la cittadina.
L’aeroporto Pio La Torre di Comiso dista appena 12 km ed è raggiungibile attraverso la SP Comiso-Chiaramonte.
Mobilità urbana – L’azienda di autobus AST garantisce una limitata mobilità urbana, principalmente effettua collegamenti tra la parte alta del borgo e l’area d’espansione Villaggio Gulfi.