Identità Casteltermini
Amministrazione
SINDACO
Gioacchino Nicastro
In carica dal: 05/10/2020
Deleghe:
Sito istituzionale
www.comune.casteltermini.ag.it
Casteltermini, lo zolfo, la Santa Croce ed il Tataratà
La miniera di zolfo di Cozzo Disi è stata una delle più grandi miniere d’Italia e d’Europa; dopo la definitiva cessazione delle attività estrattive, avvenuta nel 1988, ne è stata assicurata la manutenzione fino al 1991. Oltre al suo grande valore storico ed economico, la miniera presenta caratteristiche mineralogiche e naturalistiche di eccezionale interesse; tra tutte, le garbere, grandiose cavità carsiche rivestite da cristalli di gesso di notevole purezza e trasparenza. È l’unica miniera museo di zolfo visitabile in sottosuolo fino al 12° livello, fruibile a livello turistico.
La fondazione ufficiale dell’abitato risale al 1629 ad opera del barone Gian Vincenzo Maria Termini e Ferreri, discendente di una nobile famiglia catalana; nello stesso anno il barone ricevette da Filippo III di Spagna il titolo di Principe di Casteltermini. Ottenuta la concessione, detta licentia populandi, dal viceré di Spagna, diede avvio alla costruzione del paese, nel quale confluì in breve tempo un gran numero di coloni (circa duemila) provenienti sia dal territorio circostante che da centri più lontani. È probabile che un nucleo di abitazioni preesistente alla fondazione del 1629 sorgesse nell’area dove fino al XV secolo si trovava il casale arabo di Chiuda (o Chiuddìa), situato attualmente nella parte più alta del centro storico.
Tra le numerose testimonianze artistiche custodite a Casteltermini occupa un posto preminente piazza Duomo, che ospita la monumentale chiesa madre, a tre navate, dedicata alla Madonna della Luce. La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1629; oggetto di successivi ampliamenti nel XVII e XVIII secolo, venne completata nella seconda metà del XIX. Al suo interno sono conservate opere scultoree e pittoriche di valore, tra le quali due dipinti del palermitano Giuseppe Velasquez e due statue dello scultore Salvatore Bagnasco. Adiacenti alla chiesa si trovano i resti della ex casa baronale e la torre dell’orologio. Ad una sola navata sono le due chiese di Sant’Antonio da Padova (1645), dalla quale si innalza un campanile a cuspide, e dei Santi Cosma e Damiano (1767), detta anche chiesa del Purgatorio. Esempio significativo del barocco siciliano è la facciata semicircolare della chiesa di San Giuseppe, costruita su un basamento di roccia e caratterizzata da un’ampia scalinata. La chiesa, del XVII secolo ma ampliata nel XVIII, è impreziosita da due statue di Bagnasco e dalle tele del trapanese Andrea Carreca e di Salvatore Cardella. Della fine del XIX secolo è la superba Villa Maria, residenza dei conti Lo Bue di Lemos. Anticamente concepita come dimora di caccia, vi hanno apportato modifiche di rilievo gli architetti Ernesto Basile e Gino Coppedè. Il parco circostante, dell’estensione di circa due ettari, custodisce piante rare originarie dei continenti europeo ed africano ed oggetto dell’interesse scientifico dei botanici. Nel monumentale mausoleo della villa in stile liberty, poi, riposano le spoglie della contessa Maria Lo Bue di Lemos, a cui la villa fu dedicata. Tre chilometri ad ovest del centro abitato sorge l’eremo di Santa Croce, sulle pendici del Monte Pecoraro, nel quale si conserva una grande croce di legno (3,49 m di altezza e 2,5 m di apertura dei bracci); nota anche come Croce Paleocristiana, è stata datata al I secolo d.C., la più antica data finora attribuita ad una croce lignea. La leggenda racconta che la croce fu rinvenuta casualmente da alcuni pastori incuriositi dal comportamento di una mucca che per diversi giorni di seguito si sarebbe inginocchiata nello stesso punto. Qui i pastori scavarono e rinvennero la croce, che fu in seguito custodita in una chiesetta edificata nel luogo del rinvenimento.
L’economia di Casteltermini, originariamente agricola, assunse una connotazione industriale solo con l’apertura della grande miniera di zolfo di Cozzo Disi nel XIX secolo, che diede lavoro a circa un migliaio di persone. Realtà industriali più recenti, risalenti al dopoguerra, sono state rappresentate da un impianto destinato alla lavorazione dei sali di potassio e da un pastificio di importanza regionale. La crisi che ha colpito diversi settori dell’economia isolana ha purtroppo determinato la chiusura di queste attività industriali e costretto numerose famiglie di Casteltermini a preferire la strada dell’emigrazione. Al censimento del 1951 la cittadina contava quasi 14.000 abitanti, scesi a poco più di 12.000 nel 1961. La ripresa economica del territorio è oggi affidata alle opportunità che sono in grado di offrire un’azienda di imballaggi flessibili in plastica o lo sviluppo della ricettività a fini turistici dell’area. Importanza notevole hanno inoltre assunto il settore commerciale ed il pubblico impiego.
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Musei − Museo etno-antropologico dei materiali della civiltà contadina e dei mestieri. Fondato di recente grazie al contributo dell’A.A.C. e della Pro Loco, il Museo è importante per la tutela e la conservazione della cultura popolare del passato.
Biblioteche – Biblioteca comunale F. Lo Bue, via Giacomo Matteotti n. 49.
Sacro e Profano – Al ritrovamento della Croce Paleocristiana è dedicata la Sagra del Tataratà o Festa di Santa Croce, che si svolge ogni anno la quarta domenica di maggio ed i due giorni precedenti. A questa è collegata una serie di manifestazioni collaterali che attirano turisti durante l’intero mese di maggio. La rilevanza culturale che la sagra occupa nel panorama folkloristico siciliano è testimoniata dall’interesse che per essa hanno mostrato studiosi del folklore quali Pitrè e Toschi. Mescolando tradizioni di origine araba e costumi folkloristici locali, nei momenti culminanti della festa si assiste alla sfilata di cavalieri che indossano elaborati abiti secenteschi dai colori sgargianti, rappresentanti i quattro principali “ceti” (Maestranza, Celibi, Borghesi e Pecorai), ovvero le maggiori corporazioni del paese. Alla festa partecipa il gruppo folkloristico del Tataratà: un termine che rievoca un antico rito propiziatorio che si svolgeva nella stagione primaverile. Del rito, celebrato un tempo dagli Arabi stanziati nei territori vicini, si è tramandata una caratteristica danza armata; ad accompagnare la festa e le manifestazioni coreutiche provvede anche il suono ritmato dei tamburi.
in aggiornamento
- Giovanni Agostino De Cosmi (Casteltermini 1726 – Palermo 1810), pedagogista che nel 1788 istituì le prime scuole elementari pubbliche e gratuite di tutta la Sicilia.
- Niccolò Cacciatore (Casteltermini 1780 – Palermo 1841), astronomo
- Gaetano Di Giovanni (Casteltermini 1831, Noto 1912), storico e folklorista.
- Michelangelo Vaccaro (Casteltermini 1854 – Roma 1937), uomo politico, giurista e sociologo.
- Antonino Petyx (Casteltermini 1874 – Palermo 1935), barone, servo di Dio. A venticinque anni si iscrisse nell’Ordine Secolare Francescano, presso la chiesa dei Frati Minori, detta La Gancia, a Palermo. Fonda a Bagheria, le cucine economiche per i poveri. Nel 1966 è stata indetta la Causa di beatificazione dalla Curia di Palermo.
- Giuseppe Vaccaro (Casteltermini 1917 – Roma 2004), è stato un matematico italiano e rettore dell’Università “La Sapienza” di Roma.
- Giuseppe Palumbo (Casteltermini 1925 – Agrigento 2005), sindacalista, uomo politico, segretario della C.G.I.L. di Agrigento e deputato del gruppo parlamentare del PCI nella III legislatura dell’Assemblea Regionale Siciliana.
- Giuseppe Reina (Casteltermini 1928 – 2010) avvocato, uomo politico, esponente di primo piano del PSI negli anni ottanta, sindaco di Casteltermini, deputato nella VIII, IX, X e XI legislatura, vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sull’attuazione degli interventi per la ricostruzione e la ripresa socio economica dei territori della Valle del Belice colpiti dai terremoti del gennaio 1968 nell’VIII legislatura, sottosegretario di stato ai Trasporti nel V Governo Fanfani e sottosegretario di stato alle Poste e Telecomunicazioni nel Governo Craxi I.
- Giuseppe Scozzari (1964), deputato nelle legislature XII e XIII e componente della commissione parlamentare antimafia, avvocato.
- Michele Guardì (1943), regista televisivo.
- Enzo Di Pisa (1945 – 1978), autore televisivo
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