Identità Campofranco
Amministrazione
SINDACO
Rosario Pitanza
In carica dal: 11/06/2017
Deleghe:
Politiche Economiche – Bilancio – Sport – Personale – Viabilità – nonché eventuali altri servizi non demandati ai componenti della Giunta Municipale
Sito istituzionale
www.comune.campofranco.cl.it
Francesca Di Giovanni
Deleghe:
Vicesindaco – Politiche Culturali – Pubblica Istruzione – Attività Ricreative e Culturali – Turismo – Politiche Giovanili – Tradizioni Popolari
Franca Calogera Zarbo
Deleghe:
Politiche Sociali e Socio Assistenziali – Volontariato – Servizi Cimiteriali
Schillaci Calogero
Deleghe:
Politiche ambientali – ecologica – igiene – sanità – agricoltura – verde pubblico.
Campofranco, la bella valle del Platani
Riserva naturale di Monte Conca.
Inserita in un paesaggio di eccezionale bellezza e valenza naturalistica per la flora e la fauna che vive al suo interno, la riserva interessa il territorio del comune di Campofranco. Fu istituita nel 1995 dalla Regione Siciliana al fine di salvaguardare un territorio, ampio 245 ettari, in cui ricadono sia fenomeni carsici superficiali di notevole interesse scientifico, sia due importanti grotte entrambe attraversate da un torrente sotterraneo: la Risorgenza e l’Inghiottitoio. Posto all’incrocio di importanti vie di comunicazione fluviali e terrestri, il territorio della riserva ha sempre rivestito una notevole importanza strategica come testimoniano molteplici emergenze storiche, archeologiche e antropiche quali villaggi a capanne e tombe risalenti all’epoca neolitica. Oggi la riserva è stata affidata in gestione al Club Alpino Italiano che organizza visite e passeggiate speleologiche al suo interno.
Toponomastica – Il toponimo è legato al nome di Giovanni Del Campo, un nobile che il 10 febbraio 1573 ottenne dal re Filippo II di Spagna il permesso di edificare un nuovo nucleo abitativo.
Il nome del comune deriverebbe da “campo” in onore del giovane cavaliere cui fu dato l’incarico di fondare il nuovo borgo e da “franco” in riferimento alle franchigie, esenzioni di imposte e terreni gratuiti che vennero concessi ai contadini e agli artigiani che andavano ad abitare il nuovo paese.
Origini – Le origini del comune di Campofranco sono legate alla storia della famiglia Del Campo che, per una serie di sfortunate vicende, nel 1549 perse la baronia di Mussomeli e rimase in possesso solo dei feudi di Lo Zubbio, Castelmauro, San Biagio e Fontana di Rose. Nel 1573 Filippo II di Spagna, figlio di Carlo V, concesse la licenza di edificare un casale e chiamarlo Campofranco. L’incarico fu affidato al nobile Giovanni Del Campo, il quale spianò il terreno davanti alla Chiesa Madre dedicata a San Giovanni Evangelista e vi fece costruire una grande piazza intorno alla quale cominciarono via via a sorgere le case e le attività commerciali (forno, macello, botteghe). La bellezza del luogo contribuì al progressivo espandersi della popolazione: se nel 1583 il primo censimento della popolazione registrava 117 famiglie, secondo il censimento del 1595 il numero delle famiglie era già salito a 910. Nel 1622 Eleonora Del Campo, figlia di Ercole Del Campo, il terzo barone di Campofranco, si unì in matrimonio con don Fabrizio Lucchesi Palli. Questi, nel 1625, ottenne da Filippo IV il titolo di principe di Campofranco ed elevò così la piccola terra baronale in principato. Sotto l’egida deiLucchesi Palli non si avranno miglioramenti di rilievo nel comune, anzi la crescita del paese verrà ostacolata da numerose rivolte antifeudali e da molti flagelli: carestie, peste e colera.
Campofranco contemporanea – All’inizio del Novecento il paese vessava in uno stato di quasi totale abbandono: le strade erano lastricate di pietre e la maggior parte delle abitazioni erano tetre e malsane, prive di acqua e di servizi igienici. Con la fine della Seconda guerra mondiale, grazie agli aiuti economici americani, a Campofranco fu potenziato il settore di estrazione dello zolfo e nelle vicinanze del paese fu creato lo stabilimento della Montecatini dove trovarono lavoro molti abitanti del luogo. Le condizioni di vita del paese migliorarono notevolmente ma a partire dagli anni Ottanta, con la crisi del settore industriale, cominciò un lento declino. La fabbrica venne chiusa e l’alto tasso di disoccupazione spinse tantissimi campofranchesi ad emigrare in cerca di lavoro e fortuna.
Centro storico – Tre sono gli edifici più importanti per la storia e l’arte del borgo, eretti per volere dei baroni Del Campo: la Chiesa Madre, la Chiesa di San Francesco e la Cappella di Santa Maria dell’Itria. Tutte le chiese del paese sono state ricostruite esternamente nel Novecento ma conservano al loro interno tracce della loro origine cinquecentesca e splendide opere d’arte. Importante anche il Palazzo Baronale, voluto da Giovanni Del Campo.
Architettura Religiosa
- Chiesa di Santa Maria dell’Itria è la più antica del paese, venne edificata nel 1573 dal barone Giovanni Del Campo come Cappella del Palazzo Baronale. La facciata è stata rifatta in diverse epoche, l’ultimo restauro risale al 2001 a cura della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta. Oltre al prospetto è stato rifatto in piastrelle il pavimento e il blasone del principe Antonio Lucchesi Palli.
- Chiesa di San Giovanni Evangelista è la Chiesa Madre del paese. Venne costruita nel 1575 per volontà del barone Giovanni Del Campo su licenza del vescovo Monsignore Morello di Girgenti, alla cui diocesi appartenne sino al 1844. La chiesa presenta una navata a croce latina e al suo interno si trovano una lapide della famiglia Del Campo del 1584, diverse statue in legno dello scultore Michele Caltagirone da Casteltermini, detto Quarantino, una tela raffigurante la Decollazione del Battista e una statua della Vergine del Rosario con San Domenico dello scultore Vito Cardella. Dal 1580 ospitò i Consigli Civici e nel 1611 fu istituita l’arcipretura. Nel corso dei secoli è stata restaurata diverse volte.
- Chiesa di San Francesco d’Assisi, meglio conosciuta come San Calogero perché all’interno vi è collocato il simulacro di San Calogero Eremita, opera del Bagnasco. Nel 1573 il frate Don Pietro De Michele, proveniente da Sutera, pose la prima pietra della chiesa che fu poi completata nel 1590. Nel 1595 i frati francescani ritornarono nel convento annesso. In un luogo ancora sconosciuto del coro vi fu sepolto il barone Ercole Del Campo. Fu sede di Consigli Civici nel 1700 e nel 1800. Nel 1866 la chiesa e il convento furono requisiti dallo Stato.
- Chiesa di Santa Rita, fu costruita nel 1911 per volere di Don Pio Sorce. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, per iniziativa del sacerdote Don Salvatore Nazzareno Falletta, furono eseguiti importanti lavori di ricostruzione e la chiesa fu benedetta nel 1953. Successivamente è stata ampliata e arricchita di varie opere. Nel dicembre 2000 sono stati rifatti il prospetto e il rosone.
Architettura Civile
- Palazzo Baronale, sorge al centro del paese e in tempi relativamente recenti fu adibito a “Casa del Fanciullo”. L’edificio fu realizzato sempre per volere del barone Giovanni Del Campo, fondatore della città, e annesso alla cappella di Santa Maria Dell’Itria. Oggi ospita al piano terra il Museo di storia locale.
Siti Archeologici
Nel 1995 è stata istituita la Riserva Naturale di Monte Conca, la prima della provincia nissena. Attraversata dal fiume Gallo d’Oro, è caratterizzata dalla presenza di grotte, di cui due di grande rilievo, l’Inghiottitoio e la Risorgenza di Monte Conca, attraversate da un torrente sotterraneo. Sono presenti resti neolitici e fortilizi medievali.
Dalla seconda metà dell’Ottocento al 1980 sono state redditizie le attività estrattive delle miniere di zolfo e, fino al 1990, quelle dei sali potassici nello stabilimento della Montecatini. Con la chiusura delle miniere il paese ha attraversato una profonda crisi economica e occupazionale. Oggi l’economia nel suo complesso risulta poco sviluppata, la principale fonte occupazionale è rappresentata dal settore pubblico (scuola, comune, pensioni e altri enti pubblici). Al primo posto, il settore agricolo. I fertili terreni garantiscono infatti una fiorente produzione di uva, olive, orzo, frumento, alberi da frutto e mandorle anche se l’attività agricola viene praticata ancora senza l’ausilio delle nuove tecnologie. L’allevamento di greggi e mandrie, soprattutto di ovini, è praticato nelle zone collinari. Il settore secondario non risulta particolarmente sviluppato se non per la presenza di qualche piccola industria con pochi addetti. Da qualche anno è stato realizzato un impianto di produzione di pannelli fotovoltaici nelle vicinanze della zona industriale di Campofranco-Casteltermini.
Evoluzione demografica – Il comune di Campofranco ha conosciuto a partire dalla metà dell’Ottocento, e fino alla prima metà del Novecento, un costante aumento della popolazione residente dovuto senz’altro allo sviluppo dell’attività estrattiva. Con la progressiva chiusura delle miniere la popolazione ha iniziato ad emigrare da Campofranco in cerca di lavoro. Dopo aver raggiunto il picco massimo nel censimento del 1961, dove sono stati registrati 5.113 residenti, il censimento del 1° gennaio 2016 ha registrato solamente 3.100 unità.
Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Campofranco al 1° gennaio 2016 sono 43 e rappresentano l’1,4% della popolazione totale. La maggior parte proviene dalla Romania.
Musei – Museo di storia locale, inaugurato nel 2002 in occasione del 50° anno di sacerdozio di Don Vincenzo Antinoro, il primo a incoraggiare la realizzazione del museo mettendo a disposizione i locali parrocchiali. Il museo è collocato in una sala al primo piano del Palazzo Baronale dalla quale si accede alla Chiesa dell’Itria. Ideato e curato dal prof. Vincenzo Nicastro, conserva documenti originali (pergamene, incisioni, litografie, xilografie, fotografie, argenti sacri, libri e pubblicazioni d’interesse locale) che raccontano la storia e le tradizioni del paese.
Sacro e Profano – Le feste più sentite sono quelle legate alla Pasqua e quelle in onore di San Calogero “Ricco”, il patrono della città. Per quanto riguarda la Pasqua, durante la Settimana Santa hanno luogo diverse processioni per le vie della città, accompagnate dai ceri e dalla banda mentre la Domenica delle Palme è tradizione per i contadini lavorare i rami di palme e di ulivo mentre i ragazzi, legate le campane delle chiese, vanno in giro a far rumore con speciali strumenti di legno. La festa di San Calogero Ricco si celebra l’ultima domenica di luglio e l’11 gennaio in ricordo del violento terremoto del 1693. Per ringraziare il patrono della protezione ricevuta si tiene una solenne processione; il tragitto si percorre a piedi nudi dall’ingresso della chiesa di San Francesco fino all’altare. Un tempo il percorso veniva effettuato con la lingua a strascinuni. Durante la celebrazione sono offerti quintali di pane dalla forma di parti del corpo “guarite” per grazia del Santo e viene organizzata la Sagra dei Pupi di Pane. Molto sentita è anche l’8 dicembre la festa dell’Immacolata Concezione e il 22 maggio quella di Santa Rita durante la quale ha luogo un’originale benedizione di automobili e motociclette, un tempo la festa era patrocinata dagli operai della Montecatini. Sino a pochi anni fa il 19 marzo si svolgeva la “tavulata di li vicchiareddri”, un banchetto con grande profusione di cibi e accompagnato da musiche, fatto per sciogliere voti e beneficiare i poveri. Oggi tale tradizione si è persa.
I piatti tipici della cucina campofranchese sono le ’mbriulate e le cotaccalle. Le prime sono una sorta di pasta sfoglia ripiena di tritato di maiale, frittuli (ottenute dal grasso di maiale sciolto sul fuoco), pezzetti di formaggio pecorino primosale e cipollina con pepe e sale. Le cotaccalle, panetti rotondi conditi con olio, sale, pepe e formaggio vengono tradizionalmente preparati l’8 dicembre per la festa dell’Immacolata. Per la festa di Santa Lucia un piatto tradizionale resta la cuccìa, grano cotto condito con miele o zucchero. Per la duplice festività di San Calogero (11 gennaio e ultima domenica di luglio) si svolge la sagra dei “pupi di pane”, pane a grosse forme, da mangiare caldo con olio, pepe e formaggio fresco. Tra i dolci tipici natalizi segnaliamo i virciddrati, biscotti di pasta frolla ripieni di fichi secchi, bucce di arancia, mandarini, canditi e cannella.
- Salvatore Nazzareno Falletta (1910-1998), sacerdote di umili origini che si distinse per la passione e l’entusiasmo con cui impartì gli insegnamenti cristiani ai giovani campofranchesi. È stato parroco della Chiesa Sacra Famiglia del Villaggio Faina (1963); primo rettore della Chiesa di Santa Rita (1953), che fece ricostruire, ingrandire e abbellire; fondatore del giornale «La Voce di Campofranco» (1961) e promotore di varie e innumerevoli attività pastorali, sportive e ricreative. A lui è dedicato il Museo di storia locale.
Come arrivare
A pochi chilometri dalla città sorge uno dei più importanti assi viari siciliani, la SS 189 Palermo-Agrigento che collega la città alla costa tirrenica e al litorale agrigentino. Gli aeroporti più vicini sono il Falcone e Borsellino di Palermo-Punta Raisi, il Pio La Torre di Comiso e il Fontanarossa di Catania. La stazione ferroviaria di Campofranco è posta sulla linea Agrigento-Palermo. L’azienda Sais offre collegamenti diretti con i comuni limitrofi e con le città di Palermo e Agrigento, da dove è poi possibile prendere le coincidenze per spostarsi nelle altre zone della Sicilia e dell’Italia.