Identità Cammarata
Amministrazione
SINDACO
Giuseppe Mangiapane
In carica dal: 05/10/20
Deleghe:
Sito istituzionale
www.comune.cammarata.ag.it
Cammarata, la Cavalcata degli Angeli
La Riserva naturale orientata Monte Cammarata, compresa nel territorio dei comuni di Cammarata, San Giovanni Gemini e Santo Stefano di Quisquina, era una riserva naturale regionale della Sicilia, istituita nel 2000, soppressa nel 2012 e inglobata nel parco dei Monti Sicani. Presenti esemplari di leccio e roverella, carrubbo, cedri, cipressi, pini, aceri, specie endemiche come il dente di leone siciliano, la sesleria dei macereti, il senecio siciliano, la bivonea gialla e la camomilla delle Madonie. La riserva ospita la volpe, il coniglio selvatico, la lepre, la donnola, l’istrice, il riccio e il topo quercino. Per quanto riguarda l’avifauna citiamo il regolo, la beccaccia, la capinera, il merlo, il rampichino, lo scricciolo, la cinciallegra, il pettirosso e il luì piccolo. Fra gli uccelli rapaci il gheppio, la poiana, l’assiolo, la civetta, l’allocco ed il barbagianni. Da segnalare infine la presenza del picchio rosso maggiore e della coturnice sicula, due specie a rischio di estinzione.
Il toponimo probabilmente deriva dal greco bizantino kamara (stanza a volta). L’uomo si stanziò nella zona durante l’era preistorica e molti ritrovamenti archeologici testimoniano la frequentazione del luogo anche in epoca romana. Dopo alterne vicende, nel 1087 i Normanni si impadronirono del territorio ed il conte Ruggero d’Altavilla lo regalò ad una sua parente, Lucia di Cammarata. I primi documenti ufficiali che attestano l’esistenza del paese risalgono però al 1141, quando la nobile Lucia donò la chiesa di Santa Maria, oggi inesistente, al vescovo di Cefalù. Il borgo passò in seguito sotto l’egida degli Svevi e con Federico II fece parte del regno demaniale, mentre dal 1257, per concessione del re Manfredi, fu annoverato tra i possedimenti dei Maletta. Sul finire del Quattrocento Cammarata entrò nei domini dei Vinciguerra in un primo momento e dei Moncada nel 1398, per finire poi nei feudi degli Abatellis. Furono però i Branciforte a governare la zona fino alla fine del feudalesimo.
La cittadina mostra le sue radici medievali, ma sono evidenti anche le influenze del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento. La chiesa madre di San Nicola di Bari (XII secolo), che custodisce un’opera del pittore Pietro D’Asaro raffigurante la Madonna della Catena ed una statua in onore della Madonna dei Miracoli, rappresenta una delle architetture sacre più importanti del borgo. Di indiscusso valore storico-artistico sono anche la trecentesca chiesa dell’Annunziata, la chiesa di San Vito e l’edificio religioso dedicato a Santa Caterina. Il complesso conventuale dei padri domenicani comprende invece una chiesa del XVI secolo. Il castello, edificato nel Duecento, fu infine la residenza dei signori del paese. Da segnalare poi il Castello che, costruito nel secolo XIII, fu dimora dei Signori di Cammarata. Oggi è rimasto ben poco dell’intera struttura: alcuni muri perimetrali, una parte dell’antico edificio e la Torre. Dopo la fine del feudalesimo sorse una controversia fra gli eredi dei Cammarata e il Comune per contendersi la proprietà del Castello. Al Comune toccò una parte di esso, precisamente la Torre, che fu utilizzata come carcere mandamentale fino agli anni Settanta. In seguito l’intera struttura è stata considerata patrimonio architettonico da salvare ed è stato oggetto di interventi di restauro e consolidamento.
I settori più fiorenti dell’economia cammaratese sono l’agricoltura (con agrumi, olive, frutta, mandorle e grano), l’allevamento (bovino, ovino e bufalino), l’artigianato e l’industria estrattiva dello zolfo.
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Biblioteche – Biblioteca comunale, via dei Giardini.
Sacro e Profano – Tra le feste religiose sono molto sentite la celebrazione in onore di San Nicola di Bari (6 dicembre), patrono del paese, che prevede una processione con la statua del Santo e la Cavalcata degli Angeli, a maggio. Partendo dalla casa del Paliante (cioè la persona che farà l’offerta maggiore e porterà dunque il palio), la processione attraversa le vie cittadine fino ad arrivare alla chiesa dove si svolge la festa ed il dono dell’offerta. Partecipano alla sfilata i cavalieri con asini, muli, bardotti e cavalli.
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Come arrivare
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