Identità Adrano
Amministrazione
SINDACO
Fabio Mancuso
In carica dal: 25/10/2021
Sito istituzionale
www.comune.adrano.ct.it
Adrano, dal Castello Normanno ai “Diavolazzi”
Castello Normanno di Adrano: sito al centro della piazza principale, è il più prestigioso monumento civile di Adrano, simbolo della città. Il Castello fu edificato nell’XI secolo per volere del conte Ruggero probabilmente come torre militare su un preesistente edificio saraceno. Ricostruito nel XIV secolo, si presenta oggi con una pianta quadrata circondata da un bastione basso con piccole torri poste negli angoli a rinforzare l’intera struttura. Dopo il dominio normanno, il Castello divenne nei secoli proprietà di famose e illustri dinastie siciliane, tra le quali i Peralta, gli Sclafani e i Conti Alvarez di Toledo. Dagli inizi del XIV secolo il Castello fu abitato dai rappresentanti dei conti Moncada, padroni di Adernò, ma già ai primi del Seicento i piani superiori risultavano disabitati e rimaneva in uso solo il piano terra con funzione di carcere. Il sisma del 1693 demolì tutti i soffitti e le merlature lasciando integri esclusivamente i muri perimetrali. Lavori di riparazione ebbero luogo nel Settecento ma nel secolo successivo rimaneva agibile solo il primo piano della torre che fungeva da carcere. Negli anni Cinquanta il castello venne liberato dal carcere e restaurato gradualmente. Dal 1958 ospita il Museo Archeologico Etneo, la pinacoteca e una biblioteca.
Toponomastica – Al momento della fondazione della città da parte del tiranno di Siracusa Dionigi il Vecchio, la città assunse il nome di Adranon, in onore di Adranòs, il dio siculo della guerra. In seguito i Romani tradussero il nome in Hadranum, gli Arabi ribattezzarono la città Adarna, i Normanni la chiamarono Adernio e gli Angioini Adernò. Nel 1929, in epoca fascista, si decise di ripristinare il nome originario della città e il comune fu ufficialmente ribattezzato con il nome di Adrano.
I Greci associarono il dio Adranus o Adranòs oltre che alla guerra anche al fuoco e lo identificarono con il dio Efesto (Vulcano per i latini), che aveva le sue fucine nelle viscere dell’Etna. Secondo i racconti di Plutarco ed Eliano, il dio Adranòs, venerato anche in altre località siciliane, era seguito da un corteo di mille cani che accoglievano festosamente gli ospiti ma sbranavano i mentitori e i ladri.
Origini – I primi insediamenti umani risalgono alla preistoria, quando nel territorio si stanziarono genti siculo-greche come attesta il ritrovamento della cosiddetta città del Mendolito, così chiamata per via del nome della contrada su cui sorge il sito. Gli archeologi ritengono che la città rappresenti una delle più importanti scoperte dell’età del bronzo, in grado di testimoniare il livello culturale e tecnologico delle popolazioni indigene. La fondazione dell’attuale borgo risale tuttavia al V secolo a.C. per volere di Dionigi il Vecchio che scelse il nome di Adranon per ingraziarsi le genti locali, in quanto Adranòs per i Siculi rappresentava il dio della guerra. Sfortunatamente le fonti a disposizione che documentano le fasi storiche immediatamente successive sono ridotte; sappiamo tuttavia che nel corso della Prima Guerra Punica la città cadde nelle mani dei Romani, che assoggettando gli abitanti la iscrissero tra i centri stipendiari di Roma. In breve tempo, però, la città si spopolò. Con la caduta dell’Impero Romano il borgo fu conquistato dai Bizantini in un primo periodo e dagli Arabi successivamente; gli anni della dominazione musulmana favorirono un fiorente sviluppo economico, legato alla produzione agricola ed ai commerci. I Normanni non sconvolsero gli equilibri raggiunti dagli Arabi, ma con l’arrivo degli Angioini tutto si sgretolò repentinamente: la città cadde in una profonda crisi, cambiò nome assumendo il toponimo di Adornò e subì le conseguenze delle iterate persecuzioni francesi contro gli Arabi. La situazione non mutò neanche all’arrivo degli Aragonesi, tanto che nel XIV secolo il borgo appariva abbandonato e in totale balia dei predoni. Soltanto nel XVIII secolo la città iniziò lentamente a rivivere il prestigio e la vivacità del passato. L’arrivo della dinastia dei Borbone segnò la ripresa economica della città, in particolare del settore agrario; vennero infatti introdotte la coltura intensiva dell’ulivo e la produzione dell’olio.
Adrano contemporanea – L’Unità d’Italia contribuì a sviluppare il centro, che poté dotarsi di una serie di importanti infrastrutture come scuole, ospedali e strade. Nello stesso periodo, inoltre, arrivarono sia la corrente elettrica che la linea telegrafica. Adrano era tra i più ricchi centri commerciali della provincia ma le condizioni dei ceti poveri non erano migliorate tanto che furono colpiti dal vaiolo nero e dal colera. Nel comune si verificarono tumulti e ribellioni che sfociarono nel brigantaggio. Negli anni Venti il sacerdote don Vincenzo Bascetta e il professor Carmelo Salanitro, antifascista morto nel Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen, si batterono per favorire i piccoli contadini ed i manovali nell’acquisto dei feudi abbandonati dai ricchi proprietari terrieri. In piena epoca fascista fu deciso il ritorno all’antico toponimo Adrano.
Centro storico – L’edificio più importante di Adrano è il Castello Normanno, eretto nell’XI secolo dal conte Ruggero probabilmente come torre militare. Tra gli altri edifici civici del centro storico segnaliamo il Teatro Bellini, Palazzo Pulia e Palazzo Ciancio, edificato nel XV secolo per volontà del barone Scipione Ciancio, interamente in pietra lavica. Altro significativo monumento per la storia e l’arte locale è la Chiesa Madre dedicata in origine all’Assunta, una delle chiese più imponenti della Sicilia che originariamente doveva essere costituita da una pianta a navata unica con un tetto in legno e delle cariatidi, che rappresentavano i Saraceni, a sostenerne il peso. La sua data di costruzione è incerta ma si ritiene che la realizzazione delle tre navate sia avvenuta intorno alla metà del XVI secolo, mentre la cupola è stata costruita solo nel XVIII secolo. All’interno è conservato un dipinto a più parti che ritrae l’incredulità di San Tommaso e degli altri Santi, la Sacra Famiglia e l’Eterno Padre. In una cappella a sinistra dell’abside è conservata l’Assunzione della Vergine di Pietro Paolo Vasta, mentre in un’altra è custodita la statua di San Nicolò Politi, patrono di Adrano. Molto importanti, anche il Monastero e la Chiesa di Santa Lucia con una facciata a tre ordini sormontata da due campanili a cupole quadrangolari. La costruzione del Monastero venne portata a termine nel 1596 mentre per varie vicissitudini la Chiesa fu ultimata nel 1775. L’interno, decorato secondo lo stile rococò, custodisce alcuni affreschi che raffigurano La morte di San Benedetto della scuola di Olivio Sozzi e altre notevoli tele. In via San Pietro sorge la Chiesa di Maria Santissima della Catena, voluta dal principe Francesco II Moncada e il complesso monumentale costituito dalla Chiesa di Santa Maria del Rosario e dal Convento di San Domenico. La Chiesa presenta un interessante portale di carattere rinascimentale costituito da due paraste laterali scanalate e da una cornice che racchiude la parte dell’ingresso. La Chiesa di Sant’Agostino, costruita sull’omonima piazza; è formata da un’unica navata con una cappella posta sul lato sinistro, nei pressi dell’altare centrale. Il portale d’ingresso è in pietra lavica lavorata ed è costituito da due colonne in stile ionico. Sempre in centro, segnaliamo la Chiesa di San Pietro e la Chiesa Santa Maria degli Angeli con annesso Convento dei Cappuccini, una delle più belle Chiese della provincia per la costruzione architettonica e gli stucchi.
Architettura Religiosa
- Chiesa e Monastero di Santa Chiara, sorsero per donazione di Tommaso e Agata La Bruna, ricchi coniugi di origine palermitana. Le fabbriche furono iniziate intorno al 1602 e nel 1607, in seguito alla conferma di Papa Paolo V, il Monastero ebbe legale riconoscimento. L’edificio venne ultimato verso la metà del Settecento ed in seguito alle leggi eversive del 1866, passò al comune che lo adibì a caserma di soldati e a sede di altri uffici pubblici.
- Chiesa di San Nicolò Politi, fu costruita nel 1670 per opera del barone Giuseppe Spitaleri di Muglia nel luogo dove secondo antichissime tradizioni nacque e abitò San Nicolò Politi e dove avvennero, secondo la tradizione, diverse guarigioni e miracoli. La Chiesa nel 1693 venne distrutta dal terremoto e venne riedificata nel 1791 a spese pubbliche. La facciata della Chiesa, rifatta nel corso del XIX secolo, è caratterizzata da un portale in stile barocco manierato al centro del quale si trova inglobata una finestra ovale.
Architettura Civile
- Castello della Solicchiata, è sito a pochi chilometri dal centro abitato. Il Castello, costruito in pietra lavica e circondato da un fossato, è accessibile tramite un ponte levatoio. Fu eretto intorno al 1875 per volere del barone Spitaleri e divenne un’importante industria per la produzione dell’omonimo vino.
- Ponte dei Saraceni, sito nei pressi del passo del Pecoraio. Il Ponte collega il territorio di Adrano con quello di Centuripe e risale probabilmente al periodo romano anche se venne ricostruito e modificato nel XII secolo. Dell’antica struttura, rimane solo l’arcata maggiore, quella centrale ad arco acuto, mentre le altre due arcate furono distrutte dall’alluvione del 1948 e ricostruite in seguito in forme diverse rispetto a quelle originarie. Dal 2000 il sito in cui sorge il Ponte dei Saraceni, denominato Forre laviche del Simeto, fa parte dei SIC (Siti di interesse comunitario).
Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale: Chiesa dello Spirito Santo e Convento degli Scolopi; Chiesa del Santissimo Salvatore; Chiesa di San Francesco; Chiesa di Sant’Antonio Abate; Chiesa di Sant’Antonio da Padova; Chiesa dei Santissimi Apostoli Filippo e Giacomo; Chiesa del Cristo della Colonna; Chiesa del Crocifisso; Chiesa di Gesù e Maria; Chiesa di San Leonardo; Chiesa della Madonna delle Grazie; Chiesa di San Giuseppe; Palazzo Bianchi; Villa Comunale; Acquedotto Biscari; Torre di Sant’Elia; Torre Minà; Mulini della Rocca; Archi Gotici; Mura Dionigiane.
Siti Archeologici
Numerosissimi e di rilievo, i siti archeologici individuati nel territorio del comune. Nei pressi di contrada Buglio è stata localizzata la polis greca fondata da Dionigi il Vecchio nel 400 a.C. Imponenti sono i resti del muro di cinta e della cittadella dove gli scavi hanno messo in luce tra l’altro un’abitazione dotata di un pregevole pavimento. A otto chilometri dell’odierna Adrano sono stati poi ritrovati i resti della città sicula del Mendolito, la quale sviluppò una raffinatissima civiltà del bronzo. La città colpisce soprattutto per la sua grande estensione (ottanta ettari) e oltre la cinta muraria, le porte e le tracce di capanne, presenta anche una necropoli dalle caratteristiche sepolture a cupoletta. L’insediamento era già noto a Vito Amico fin dal XVIII secolo e tuttavia l’importanza della località si svelò agli studiosi soltanto alla fine dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento. Dall’area del Mendolito proviene il celebre Efebo, una statuetta bronzea raffigurante un banchettante, piccolo capolavoro dell’età arcaica (530 a.C.) e il famoso blocco in arenaria, oggi conservato presso il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa, recante il più lungo e importante testo siculo finora conosciuto, ancora di controversa interpretazione e databile alla seconda metà del VI secolo a.C.
L’immagine che si ha di Adrano oggi è quella di una città che ha saputo far confluire in un unico sistema produttivo la tradizione e l’innovazione: così accanto alle produzioni agricole, che hanno fatto la storia della città, si sono affiancate piccole e medie imprese attive nei settori della trasformazione dei prodotti agricoli, della zootecnia e dell’industria alimentare. Tra le principali produzioni agricole ricordiamo l’arancia, l’uva, il pistacchio e il ficodindia che cresce spontaneamente su tutto il territorio. Un valido esempio di innovazione fornito dal comune, è la centrale a energia solare Eurelios, voluta dalla CEE e realizzata dall’Enel. Inaugurata nel 1981, è stata la prima centrale solare sperimentale con campo a specchi nel mondo a entrare in funzione. La centrale fu poi chiusa nel 1987 e oggi l’area è occupata da un impianto fotovoltaico. Altra eccellenza del territorio è la centrale idroelettrica situata in contrada Contrasto, sotto il ponte Barca ed entrata in servizio nel 1966. Si tratta di un impianto idroelettrico a serbatoio che utilizza acque provenienti dal fiume Simeto. L’impianto è in grado di fornire l’energia necessaria al consumo domestico di circa 27.000 famiglie, evitando emissioni di anidrite carbonica da produzione termoelettrica per 32.000 tonnellate all’anno. Non manca poi il settore dell’artigianato che si è specializzato nella lavorazione e vendita dei prodotti in terracotta e il settore turistico in forte crescita soprattutto negli ultimi anni.
Evoluzione demografica – Il comune di Adrano ha conosciuto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento una notevole crescita demografica che l’ha portato a raggiungere la quota di 40.000 abitanti negli anni Venti. Dopo un consistente calo demografico nel decennio successivo, il numero della popolazione residente ha ricominciato a salire in maniera costante. Secondo i dati Istat relativi al 1° gennaio 2016, la popolazione attualmente residente nel comune di Adrano ammonta a 36.122 unità.
Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti ad Adrano al 1° gennaio 2016 sono 457 e rappresentano l’1,3% del totale della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 52,3% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dal Marocco (10,3%), dalla Tunisia (8,1%), dalla Repubblica Popolare Cinese (5,3%) e dalla Polonia (4,6%).
Musei – Museo Archeologico Etneo, sito nel Palazzo Normanno, ospita reperti archeologici provenienti sia dagli scavi effettuati nel territorio di Adrano che da altre località della Sicilia orientale e databili in un arco di tempo di svariati millenni, dall’età neolitica fino al periodo medievale. Il Museo ospita anche un archivio ed una sezione dedicata alle collezioni storico-artistiche ed etnoantropologiche.
Biblioteche – Biblioteca comunale Rosario Russo, sita in via San Pietro n° 92.
Teatri – Teatro Bellini di Adrano, riaperto al pubblico nel 2004.
Cinema – Il Teatro Bellini di Adrano compare nella pellicola Divorzio all’Italiana di Pietro Germi, nel film, Marcello Mastroianni si reca al Teatro per assistere alla proiezione del film La dolce vita.
Sacro e Profano – Tra le festività maggiormente sentite, molto suggestiva è la Diavolata o I Diavulazzi di Pasqua, una rappresentazione teatrale dove i diavoli cercano di convincere l’umanità a restare dannata dato che il cadavere di Gesù Cristo, che è risorto, non è più nel sepolcro. La rappresentazione si chiude con l’intervento dell’Arcangelo Michele e la sconfitta di Lucifero. San Nicolò Politi, patrono della città, viene festeggiato il 2, 3 e 4 agosto. Molto rappresentativa è la cosiddetta “Volata dell’Angelo” che ricorda la chiamata di Dio al giovane Nicolò. Verso le 20 di sera del 3 agosto, dopo che il fercolo con la statua del Santo ha percorso le vie del paese, in piazza Umberto, si svolge la singolare cerimonia: un fanciullo vestito da angelo viene sospeso lungo un filo d’acciaio all’altezza di dodici metri e, giunto in prossimità del fercolo del Santo, gli dedica un’ode sacra. Segue una lunga sequenza di fuochi d’artificio.
Una menzione speciale merita la pasticceria adranita le cui specialità più rinomate sono la cassata di ricotta, i cannoli, la pasta di mandorla, la frutta martorana e la granita. Tra i prodotti di eccellenza del territorio segnaliamo il pistacchio che insieme a quello di Bronte sono gli unici a marchio DOP e l’Arancia rossa di Sicilia (IGP) con la qualità Tarocca, molto utilizzata per le insalate, le cassate, le crostate e il tradizionale risotto al succo d’arancia. Anche il ficodindia dell’Etna è molto utilizzato per la preparazione di dolci come i mastazzoli fatti con la polpa matura, cotta per ore al fine di ottenere un impasto caramellato che viene poi riposto in piatti porcellanati e fatto essiccare al sole: viene servito con spolveratura di noci tritate e zucchero a velo. Come frutto, il ficodindia può essere servito fresco o freddo, da solo o anche aggiunto ad una macedonia di frutta. Altra eccellenza culinaria del territorio sono gli arancini di riso (di forma sferica o conica), farciti generalmente con ragù o pistacchio etneo, oppure con spinaci, con calicedda (che è una verdura locale) o ancora con burro o salmone.
- Nicolò Politi (Adrano, 1117 – Alcara Li Fusi, 1167), eremita venerato come Santo dalla Chiesa cattolica. È patrono e protettore di Alcara Li Fusi e di Adrano.
- Giovanni Petronio Russo (Adrano, 1840-1910), inventore, saggista e artista. Ideò e costruì una tra le prime automobili stradali. Entrò anche in politica e assunse la funzione di assessore presso il comune di Adrano.
- Pietro Branchina (Adrano, 1876-1953), prete, musicista e compositore di musica sacra.
- Carmelo Salanitro (Adrano, 1894 – Austria, 1945), insegnante e politico. Fu un attivo sostenitore del movimento antifascista, prima come consigliere alla Provincia di Catania per il Partito Popolare, poi come semplice insegnante di latino e greco. Venne deportato al Campo di concentramento di Dachau e poi in quello di Mauthausen, dove fu ucciso in una camera a gas tra il 23 e il 24 aprile 1945.
- Turi Cariola (Adrano, 1911-1985), poeta dialettale. Definito il “poeta-contadino”, visceralmente legato alla sua terra, al paesaggio lavico del vulcano Etna e al paese natio di Adrano, partecipò a numerosi concorsi letterari e ottenne importanti riconoscimenti. Nel 1975 il comune di Adrano gli ha conferito la medaglia d’oro.
- Guido Ballo (Adrano, 1914 – Milano, 2010), scrittore e critico d’arte. Nel 1939 si trasferì a Milano, dove si legò ad Arnaldo Pomodoro e Lucio Fontana e fu titolare della cattedra di Storia dell’arte presso l’Accademia di Brera di Milano. Ha curato diverse mostre e le pagine culturali dell’Avanti! e delCorriere della Sera.
- Simone Ronsisvalle (Adrano, 1932-2000), storico, scrittore e insegnante.
- Gianni Bonina (Adrano, 1953), giornalista, scrittore, saggista e autore teatrale.
- Agatino Cuttone (Adrano, 1960), allenatore di calcio ed ex calciatore di ruolo difensore, tecnico del Fano.
- Margareth Madè, nome d’arte di Margareth Tamara Maccarrone (Paternò, 1982), attrice e modella. Di padre italiano e madre egiziana, passò l’infanzia tra Paternò e Adrano. Nel 2008 viene scelta da Giuseppe Tornatore per il ruolo di Mannina nel film Baarìa. Ha recitato anche in Una donna per la vitacon la regia di Maurizio Casagrande (2011) e in …e fuori nevica con la regia di Vincenzo Salemme (2014).
Come arrivare
La cittadina è attraversata da due importanti strade: la SS 121 Catanese e la SS 284 Occidentale Etnea che collegano Adrano al capoluogo e alle località della Sicilia centrale e orientale. L’aeroporto di riferimento è il Fontanarossa di Catania a circa 40 Km. La città è servita da tre stazioni ferroviarie della Ferrovia Circum-etnea che la collega a molti dei comuni del circondario etneo ed a Catania; le stazioni, a partire da sud, sono Adrano Cappellone, Adrano Centro e Adrano Nord. Le prime due sono sotterranee, in stile metropolitana, l’ultima si trova nella periferia nord, in località Naviccia. In tale stazione è sita l’autorimessa da cui partono i collegamenti pubblici su strada per le varie direzioni delle autolinee della FCE.