Identità Acquedolci
Amministrazione
SINDACO
Avv. Alvaro Riolo
In carica dal: 13/06/2017
Deleghe:
Sito istituzionale
www.comunediacquedolci.it
Med. Salvatore Oriti
Deleghe:
Vice Sindaco – Rapporti con Istituzioni Sovracomunali – Emergenze Idriche e dei Rifiuti – Territorio, Ambiente – Agricoltura e Parco dei Nebrodi – Beni Culturali e Patrimoniali Bilancio – Ecologia
Med. Nicolina Pulvirenti
Deleghe:
Servizi Sociali – Assistenza al cittadino – Disabilità – Immigrazione e Integrazione Sociale – Sanità – Protezione Civile – Politiche Giovanili – Volontariato – Servizio Civile – Pubblica Istruzione – Cultura – Famiglia
Giuseppe Reitano
Deleghe:
Sport, Turismo e Spettacolo – Commercio – Artigianato – Attività Produttive – Associazionismo – Servizi Demografici
Cirino Rotelli
Deleghe:
Politiche del Lavoro e Occupazionali – Risparmio Energetico e Fonti Alternative di Energia – Grandi Opere – Sicurezza e Salute sui Luoghi di Lavoro – Decoro e Arredo Urbano – Lavori Pubblici – Urbanistica – Pianificazione Territoriale – Autoparco – Servizi Cimiteriali
Acquedolci, dove fu rinvenuta Thea
in aggiornamento
Le prime tracce di antropizzazione risalgono al periodo preistorico: gli archeologi infatti hanno scoperto all’interno della grotta di San Teodoro, alle pendici del Monte Soro, numerosi graffiti, sepolture ma soprattutto lo scheletro – forse il più antico d’Europa – di una donna, cui è stato dato il nome di Thea. I Greci in epoche successive colonizzarono la zona, come attestano le vestigia trovate nel sito di Monte San Fratello, identificate con l’antica città di Apollonia, menzionata da Cicerone nelle sue opere. Non si conoscono altre notizie certe sui nuclei abitativi della zona fino all’arrivo degli Arabi, che insediandosi nel territorio lo resero uno dei più importanti centri militari ed introdussero anche la coltivazione e lo sfruttamento della canna da zucchero. È probabile che l’origine del toponimo sia legato proprio a questa attività. Intorno all’Anno Mille gli Arabi furono cacciati dai Normanni, che conquistarono progressivamente tutta l’isola stabilendosi anche in queste terre. Dopo alterne vicende storiche il centro divenne un agglomerato di fabbricati nei pressi di un carricatorium, ovvero il porto, come attesta un documento del 1546. Tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento per volere dei Principi di Palagonia, signori di queste terre, fu costruito un castello attiguo alla torre, mentre nel 1754 il vicino abitato di San Fratello fu colpito da una disastrosa frana, alla quale seguirono quelle del 1896, del 1905 e – la peggiore – del 1922. A causa dell’instabilità del terreno nacque l’esigenza di spostare la popolazione in un’area più sicura e la scelta ricadde proprio sulla frazione di Acquedolci, che ottenne la propria autonomia nel 1969.
Pregevoli esempi di architettura sacra sono la chiesa madre di stile neoclassico, intitolata alla Beata Vergine Assunta, che domina il centro abitato ma anche la graziosa chiesa cinquecentesca di San Giacomo, che secondo la tradizione sarebbe stata edificata su un possibile itinerario di pellegrinaggio per Santiago de Compostela. Il castello, d’origine medievale, custodisce la cappella cinquecentesca dedicata a San Giuseppe ed a Sant’Antonio; nonostante oggi sia ridotta a rudere, rimane ancora il pregevole altare.
Siti Archeologici
Nel 1859, dopo aver effettuato alcuni saggi archeologici, il barone Anca all’interno della grotta di San Teodoro individuò una serie di depositi paleontologici. Grazie ai suoi studi furono individuati gli strati risalenti al paleolitico superiore, all’interno dei quali furono identificati resti di animali (elefante, bue, iena cervo, ma anche orso e lupo) databili tra i 30.000 ed i 50.000 anni fa. La scoperta, di eccezionale importanza storica, fu impreziosita dal ritrovamento di crani appartenenti agli antichi abitanti dell’isola, riconducibili agli uomini di Cro Magnon.
Le attività economiche prevalenti sono legate all’agricoltura, specializzata nella coltivazione di agrumi, cerali ed olive; tuttavia, contribuiscono allo sviluppo del borgo anche la pastorizia e l’artigianato: tipica è infatti la lavorazione del legno, del ferro e del marmo.
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Sacro e Profano – Tra le festività maggiormente sentite dagli abitanti si contano sia ricorrenze sacre che profane: il carnevale, infatti, ha radici molto antiche e si distingue per la bellezza dei suoi carri allegorici, realizzati in cartapesta dagli artigiani. Gli abitanti si ritrovano inoltre per le vie del borgo in occasione della festa patronale in onore di San Benedetto il Moro, che cade la prima domenica di agosto; altre ricorrenze sono la Processione di Sant’Antonio il 12 giugno, la Processione di Santa Lucia il 13 dicembre e la Processione del Venerdì Santo nel periodo pasquale.
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Come arrivare
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