Vertice sulle infrastrutture siciliane, otto milioni per monitorare A18 e A20
Si è tenuto a Palazzo d'Orleans la riunione convocata dal presidente della Regione Nello Musumeci
Il vertice sulle infrastrutture siciliane che si è tenuto oggi a Palazzo d’Orleans è stato il punto di partenza di un percorso che richiederà necessariamente altri approfondimenti. Anche se è stato convocato dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, era un appuntamento programmato dallo scorso febbraio con l’obiettivo di fare “una diagnosi seria e credibile sullo stato di salute delle infrastrutture viarie e ferroviarie in Sicilia” – ha spiegato il presidente della Regione Nello Musumeci prima del summit.
Il governatore siciliano, affiancato dall’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone e dal dirigente generale del settore Fulvio Bellomo, ha riunito intorno al tavolo il responsabile del coordinamento territoriale dell’Anas Sicilia, Valerio Mele, il direttore del Cas, Salvatore Minaldi, i sindaci delle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e i commissari straordinari dei Liberi consorzi di Comuni di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani.
Il quadro che è emerso ha evidenziato parecchie criticità in tutta l’Isola. I dati sottoposti dai vari enti al presidente della Regione non possono fare dormire sonni tranquilli, ma il vertice è servito ad attivare una serie di iniziative mirate per garantire la sicurezza sulle strade siciliane.
Secondo il report del Consorzio autostrade siciliane sono 15 i punti sui quali bisogna intervenire subito. A questi ci sono da aggiungere anche 80 sovrappassi. Altre criticità sono state evidenziate dai rappresentanti dei Liberi consorzi e dai sindaci delle Città metropolitane. Le strade provinciali, infatti, versano in condizioni precarie e le ex Province hanno riferito a Musumeci di non avere alcuno strumento finanziario utile a garantire gli interventi necessari.
Per avere un quadro completo dei punti critici occorreranno alcune settimane. E’ un “work in progress” assicurano dalle Infrastrutture, che avrà comunque tempi brevi.
Intanto, per quanto riguarda il Cas, i punti che più preoccupano i tecnici sono stati scritti nella relazione sullo stato di sicurezza nelle due tratte principali gestite dal Consorzio. Sulla A20 Palermo-Messina c’è il viadotto Pistavecchia, poco prima di Buonfornello; quello di Montagnareale, di Torrefortunato e di Mongiove, nel territorio di Patti, i cavalcavia 5, 12 e 13 nel barcellonese. Mentre nella tangenziale di Messina ci sono tre dei 7 viadotti per cui ci vorrà un approfondimento straordinario per verificarne lo stato apparso ad una prima ricognizione, se non allarmante, certamente critico. Sulla A18 Messina-Catania il viadotto Bucalo a Santa Teresa di Riva, il cavalcavia di Giarre e il viadotto di Tarantonio, a Messina.
Nel corso del vertice il Consorzio autostrade siciliane ha quantificato in otto milioni di euro il costo delle indagini strutturali sui punti a rischio, una cifra notevole che è soltanto la premessa di qualsiasi intervento di manutenzione e messa in sicurezza.
Dal canto suo il presidente della Regione Nello Musumeci ha annunciato l’utilizzo di fondi del Patto per il Sud per la ricostruzione di tre ponti. (Foto Italpress)