Produttori di uva in ginocchio nel Calatino: a Granieri il cracking distrugge l’80% del raccolto
Il grido disperato di un intero territorio: "La Regione ci aiuti"
A Granieri, frazione di Caltagirone, sabato è tornata la sagra dell’uva, da anni messa in pausa e fortemente rivoluta dall’amministrazione di Caltagirone. Ma, come racconta il delegato di Granieri, Mario Velardita, “è stata, più che una festa, un segnale di forza, dato il momento di difficoltà che stanno vivendo i produttori di uva. Infatti, su circa 70 aziende locali, solo una quindicina di produttori hanno potuto portare una piccola quantità del proprio raccolto per l’assaggio durante i festeggiamenti”.
L’uva da tavola è il prodotto principe dell’economia di Granieri, ma quest’anno il raccolto è stato messo a dura prova dal “Cracking”, una frattura dell’acino dovuta ai continui sbalzi climatici, che portano alla contrazione e dilatazione del chicco d’uva e che, come ci spiega uno degli agricoltori incontrati tra i vigneti colpiti, Gianpippo Busacca, “quest’anno ha colpito l’80% del raccolto della zona”.
Anche altri agricoltori si uniscono all’appello e alla richiesta di aiuto. Lo stato di calamità è stato già richiesto anche dal Comune di Caltagirone alla Regione Sicilia, ma i viticultori, tra cui Michele Fragapane e Luciano Servo, aggiungono che “le misure di intervento dovrebbero essere immediate, come per esempio la messa in pausa dei crediti che gli stessi agricoltori avanzano e che, a causa di un non avvenuto raccolto, non possono al momento saldare”.
Anche Concetta Metrico, presidente dell’associazione Quelli che Granieri, suggerisce delle proposte, come la composizione di una commissione che, oltre a fare dei sopralluoghi nelle zone colpite, si riunisse per chiarire le cause del fenomeno del Cracking e per poter insieme risolvere questo problema che sta per mettere in ginocchio l’agricoltura del territorio calatino e le sue numerose famiglie.
Quest’anno l’uva più colpita è proprio la qualità “Italia”, tipica delle zone di Granieri e Mazzarrone e che, di recente, è stata danneggiata numerose volte. Prima ha soffiato il forte vento di aprile, che ha causato ingenti danni, sradicato le viti e i teloni che proteggono le vigne; poi, quest’estate, le continue e violenti piogge e i repentini sbalzi climatici non hanno fatto altro che peggiorare la situazione, rendendo il raccolto inutilizzabile anche per il macero e aggravando così una crisi già grave di per sé.
Ed intanto ieri il parlamentare regionale PD, Anthony Barbagallo, con un’interrogazione, ha proprio chiesto al presidente della Regione Siciliana e all’assessore regionale all’Agricoltura, sostegno per il comparto. “È urgente intervenire a sostegno del comparto agricolo vitivinicolo del territorio dell’IGP ‘Uva da tavola di Mazzarrone’ nei territori dei comuni di Caltagirone, Mazzarrone, Licodia Eubea, Comiso, Acate, Chiaramonte Gulfi, gravemente danneggiato dal fenomeno del Cracking. E’ indispensabile istituire una cabina di regia d’intesa con i Comuni interessati al fenomeno, con il il coinvolgimento dell’Università di Catania e dei centri di ricerca competenti, affinchè vengano messe in campo soluzioni efficaci ed immediate. Il governo regionale, inoltre, – conclude – verifichi la possibilità di rinviare le rateizzazioni dei prestiti agricoli dei quali le aziende colpite sono beneficiarie e si faccia garante chiedendo la possibilità di sospendere o congelare il pagamento dei contributi INPS per le giornate lavorative dei braccianti”.
Guarda le interviste ad alcuni produttori colpiti dal cracking
Jessica Montemagno