Era ubriaco il 22enne di Rosolini che ha provocato l’incidente mortale alle porte di Ispica
I carabinieri lo hanno arrestato per omicidio stradale plurimo e posto ai domiciliari, al momento nell'ospedale catanese in cui è ricoverato
(21 gennaio 2019)
I Carabinieri di Ispica, al termine degli accertamenti sull’incidente stradale mortale verificatosi nella notte tra sabato e domenica sulla Strada Statale 115, hanno tratto in arresto il giovane (R.A. di 22 anni) alla guida della Grande Punto che ha impattato contro la Yaris, provocando la morte di tutte le persone a bordo di quest’ultimo mezzo: Cristian Minardo, la sua fidanzata Aurora Serrentino, e la zia di quest’ultima, Rita Barone. Il Magistrato del Tribunale di Ragusa, Francesco Riccio, ha disposto per lui l’arresto con l’accusa di omicidio stradale plurimo.
I primi accertamenti sulla dinamica, nonché le attività di analisi sul tasso alcoolemico del ragazzo, anche lui di Rosolini, come le tre vittime, hanno acclarato la sua responsabilità nell’essersi messo alla guida con un tasso alcoolemico di gran lunga superiore a quello previsto dalla legge. Negativo, invece, il test di Cristian Minardo, che era alla guida della Toyota Yaris.
Il giovane è stato, quindi, posto agli arresti domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria iblea, al momento al Cannizzaro di Catania dove si trova ricoverato in rianimazione e dove è stato trasferito in elisoccorso dopo un passaggio dall’ospedale Maggiore di Modica. Il giovane ha riportato un grave politrauma, con varie fratture a livello toracico e al bacino, che non hanno avuto indicazioni a intervento chirurgico. Le sue condizioni sono stazionarie nella loro gravità, la prognosi resta riservata.
Agghiacciante la scena che si è presentata ai soccorritori. Cristian, Aurora e Rita (21, 17 e 54 anni) erano già morti. I tre pare stessero tornando a Rosolini dopo una serata trascorsa a Pozzallo, il 22enne sembra viaggiasse, invece, nella direzione opposta. L’impatto è avvenuto nei pressi di una curva. Le salme delle tre vittime sono state dissequestrate dal magistrato e oggi, dall’obitorio del cimitero di Ispica, sono tornate a casa.
Valentina Frasca