Tre cantieri per oltre 4 milioni di euro: ecco come prende vita l’area archeologica di Gela
(18 ottobre 2018)
Tra gli 88 cantieri della cultura, interessati dai finanziamenti previsti nel Piano di Azione e Coesione complementare, approvato nel 2016 dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), c’è anche l’area archeologica di Gela, con i suoi tre cantieri all’attivo.
Il primo, quasi ultimato, riguarda l’Emporio di Bosco Littorio e abbraccia un investimento di 241.382 euro. Il secondo, pari a una somma di 930.000 euro, coinvolge l’area archeologica di Caposoprano, l’Acropoli di Molino a vento e l’area esterna del Museo. Tra gli interventi in programma, la messa in sicurezza della recinzione dell’area delle Mura Timoleontee, la realizzazione, nello stesso sito, di un Antiquarium e la creazione di una cavea per gli spettacoli moderni.
Al Museo archeologico Eschilo è dedicato il terzo cantiere, con un investimento di 3.145.098 euro, destinato alla copertura di una serie di interventi di consolidamento e messa in sicurezza della struttura, e alla successiva valorizzazione del luogo. L’obiettivo sarebbe quello di riportare la facciata esterna del museo all’aspetto che aveva negli anni Cinquanta. L’allora progetto, mortificato nel corso del tempo da un susseguirsi di interventi sbagliati, prevedeva un percorso architettonico, il cui elemento identificativo fosse la pietra bianca, che partisse dal polo museale, passando dal municipio, dal portale della Villa Garibaldi e dalla Chiesa di San Giacomo, fino ad arrivare all’ingresso della città.
Riguardo al procedere dei lavori nei tre cantieri, si dice soddisfatto il direttore del Parco Archeologico, l’architetto Ennio Turco, che afferma: “Il nostro è un impegno quotidiano, volto a restituire dignità a luoghi che testimoniano la grandezza della nostra storia. Ci stiamo muovendo in sinergia con la Soprintendenza di Caltanissetta, per ottenere un ulteriore finanziamento di 800.000 euro, proveniente dalle Compensazioni Eni, che permetterebbe di intervenire in maniera ancora più incisiva sull’area del Bosco Littorio, per dare a essa un’identità di parco archeologico vero e proprio”.
Turco non manca di sottolineare anche delle note amare: “Gela è sprofondata, negli anni, ad un livello troppo basso. Attraverso tutta una serie di iniziative, rivolte a bambini e ragazzi, cerchiamo di stimolare nei cittadini, sin dalla tenera età, l’amore e il rispetto per la nostra terra e la cultura del bello. Mi rendo conto, però, che non è semplice. Se a iniziativa conclusa, questi ragazzi non hanno una continuità positiva nei modelli comportamentali da parte degli adulti con i quali stanno quotidianamente a contatto, tutto ciò che viene loro trasmesso, in moltissimi casi, si disperde. A Gela abbiamo fatto tante scoperte eccezionali in questi anni e in ognuna di queste occasioni si è gridato alla svolta. No, la svolta deve avvenire dentro di noi. Fino a quel momento, ci sembrerà di portare avanti una lotta contro i mulini a vento”.
Rivolgendosi alle istituzioni il direttore dice: “Aiutateci a investire concretamente sulle nostre risorse. La difesa della cultura non sia solo uno stratagemma per attirare consensi. Dateci gli strumenti per restare in questa terra, che oggi vede partire fiumi di giovani capaci e ricchi di talento”.
All’architetto Ennio Turco chiediamo anche a che punto sia l’iter per l’esposizione della nave greca, ritrovata nel 2014 al largo della costa di contrada Bulala, e risalente, con tutta probabilità, alla prima metà del VI secolo a.C. “Attualmente – ci spiega Turco – tutto è fermo, a causa di una diatriba tra il primo e secondo classificato nella gara di appalto per stabilire a chi spetti la realizzazione del museo dedicato alla nave. La contesa è prima passata al Tar e poi al Consiglio di Giustizia amministrativa (Cga) ma, ancora oggi, dopo due anni, si aspetta il responso. Nel frattempo, rischiamo di perdere il finanziamento, perché i tempi europei sono ben precisi e non sono ammissibili ritardi”.
Alice Palumbo