Portare turismo, creando una nuova mentalità e una nuova economia: la scommessa de “I borghi più belli d’Italia”
(01/08/2018)
Sono 19 i comuni siciliani aderenti alla rete de “I borghi più belli d’Italia”, e tra questi spicca Sperlinga, nel cuore dell’entroterra siculo. Un piccolo gioiello incastonato all’interno della provincia di Enna e il cui nome deriva dal latino spelunca, che significa grotta, spelonca. Il sito su cui sorge Sperlinga, infatti, come tutto il territorio circostante, è caratterizzato da numerose grotte artificiali scavate nell’arenaria.
Qui, all’interno del caratteristico castello, si è svolto il convegno “Pianificazione e riqualificazione dei centri storici dei Borghi più belli d’Italia in Sicilia in un’ottica di sviluppo turistico – ricettivo”, che ha visto confrontarsi amministratori locali e regionali (presente l’assessore regionale al turismo, Sandro Pappalardo) e associazioni che hanno come mission la tutela del patrimonio architettonico e culturale, insieme ai vertici nazionali e regionali del club “I borghi più belli d’Italia”, nato nel 2001, su impulso della Consulta del Turismo dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), per valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti.
Tra i relatori anche Marina Cafà, presidente di Identitas, associazione che pone al centro di ogni suo target il valore della cultura, concentrandosi sui vari aspetti che vanno dall’arte alla storia, dalla letteratura alle tradizioni ed alla musica popolare e che annovera, tra gli iscritti, personalità del calibro di Marella Ferrera e Sarah Danzuso.
“Nel corso dell’incontro – spiega il coordinatore regionale per la Sicilia de I Borghi più belli d’Italia, Salvatore Bartolotta – abbiamo parlato delle difficoltà che i borghi incontrano nel quotidiano per far si che il proprio territorio possa rimanere all’interno del club, visto che ogni due anni vengono avviati dei controlli per verificare che sia stato mantenuto lo status quo degli ambienti e dei servizi richiesti. E’ stata, inoltre, presentata la convenzione stipulata con alcune società al fine di mantenere i livelli di sicurezza degli immobili, soprattutto da un punto di vista sismico. Stiamo parlando di paesi bellissimi – prosegue Bartolotta – ma che, purtroppo, ormai sono quasi vuoti e continuano a veder partire i propri giovani, perché non possono offrirgli molto. Paesi che soffrono i limiti tipici della marginalità dovuta alla propria insularità, e che noi vogliamo recuperare e rilanciare. E’ questa la nostra grande scommessa: portare il turismo in terre non facili, creando una nuova mentalità e una nuova economia, turistica appunto, da affiancare a quelle tradizionali dell’agricoltura e della pastorizia”.
Bartolotta parla di turismo esperienziale e “delle radici”, proprio di chi vuole tornare dopo anni lontano dalla propria terra, per investire qui. “La nostra è una identità da valorizzare – conclude – attraverso la fede, il folklore, le tradizioni, la cucina, la bellezza di luoghi ancora selvaggi”.
Nel video uno stralcio dell’intervento di Marina Cafà
Valentina Frasca