Nata quasi per gioco, la lumaca madonita ha invaso i mercati mondiali
All’inizio sembrava scherzassero, quando comunicarono a genitori e amici di voler realizzare un’azienda che allevasse la lumaca madonita. La notizia che tre amici di Campofelice di Roccella, Davide Merlino e i fratelli Michelangelo e Giuseppe Sansone volevano dedicarsi all’elicicoltura (così si chiama tecnicamente l’allevamento di lumache) suscitava curiosità, perplessità, ma anche ilarità. La volontà di realizzare un’idea originale, però, ha avuto la meglio. Nata ufficialmente nel 2006, l’azienda la Lumaca madonita, con i suoi quattro ettari di terreno sui quali vengono allevati circa trenta milioni di esemplari, è diventata oggi una realtà internazionale interamente made in Sicily.
Dei tre fondatori Davide Merlino è il front man, l’uomo della comunicazione, che accetta di buon grado di raccontare la sua avventura imprenditoriale.
Certamente un’idea originale, come vi è venuto in mente di allevare lumache?
“Quasi casualmente. Nessuno di noi aveva esperienza diretta in agricoltura. Tutti e tre abbiamo in tasca un diploma di geometra, abbiamo iniziato a spremere le meningi per ideare qualcosa di nuovo, ma non avevamo esperienza nel settore agricolo, tranne per il fatto che la famiglia dei fratelli Sansone possedeva un’area coltivata ad agrumi. Io, invece, avevo un grande interesse per lo studio delle fonti energetiche alternative e smanettavo al computer alla ricerca di progetti innovativi. Poi la folgorazione. Ne abbiamo parlato insieme e siamo partiti”.
L’inizio è stato tutto in salita?
“Abbastanza, c’era innanzitutto da far capire ad amici, familiari e interlocutori vari che il progetto era serio, nonostante a prima vista potesse sembrare bizzarro. Poi c’era da fare un investimento iniziale di circa settantamila euro, e per noi non era facile. Tra prestiti e finanziamenti, ci siamo riusciti e siamo partiti. Il primo anno è stato una tragedia, un bagno di sangue. Praticamente abbiamo perso tutto l’investimento iniziale”.
Che cosa vi ha convinti a non mollare e proseguire in un’attività piena di incognite?
“Abbiamo pensato che, essendo neofiti e ambiziosi, dovevamo studiare le esperienze consolidate nel settore. E così abbiamo visitato gli allevamenti più avanzati in Francia, Grecia e Spagna. Abbiamo osservato tutto, cercando di carpire i segreti del loro successo. Abbiamo importato sia il loro know how che alcuni tipi di lumaca. Ma non abbiamo replicato modelli altrui, abbiamo creato un nostro sistema originale sia come metodologia, sia come tipo di animale da allevamento. La lumaca madonita nasce, infatti, da un incrocio casuale tra specie allogene e la nostra lumaca locale. La fortuna ci ha aiutato, ed è venuto fuori un prodotto apprezzatissimo”.
Qual è l’utilizzo delle circa 20 tonnellate di lumache prodotte ogni anno?
“Le nostre lumache si vendono principalmente per l’utilizzo in gastronomia, le esportiamo in Francia e Spagna. Praticamente a Parigi è alta la possibilità di gustare escargots delle Madonie. Poi siamo una delle cinque aziende al mondo a produrre caviale di lumaca, molto apprezzato dagli chef. Infine la bava di lumaca viene utilizzata nella cosmesi, e abbiamo un nostro laboratorio a Catania che produce una linea di creme di bellezza”.
Obiettivi per il futuro?
“In termini di produzione e fatturato siamo soddisfatti, nel 2011 abbiamo anche avviato un’attività di consulenza e formazione per l’elicicoltura in tutta Europa. Abbiamo avviato centinaia di aziende che lavorano grazie a noi e per noi. Insomma, noi non ci fermiamo, inseguiamo l’innovazione e sperimentiamo nuove attività”.
Giampiero Cannella