Caporalato, una piaga senza fine. 4 vittoriesi arrestati e 4 denunciati
(24 ottobre 2018)
La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Commissariato di Vittoria – ha tratto in arresto 4 vittoriesi per sfruttamento della manodopera e ne ha denunciati altri 4. Su input del Questore di Ragusa, Salvatore La Rosa, la Squadra Mobile ha dato avvio ad una serie di controlli, durati due settimane, ai quali hanno partecipato il Commissariato di Vittoria, l’ASP (Ufficio Igiene e Sanità Pubblica e S.Pre.S.A.L.) ed in alcuni casi l’Ispettorato del Lavoro, l’ARPA e la Polizia Municipale di Vittoria.
Controllate complessivamente 7 aziende agricole e di deferite all’Autorità Giudiziaria per sfruttamento della manodopera tutti i titolari, in alcuni casi anche i loro collaboratori. I braccianti sottoposti a controllo sono stati in tutto 66: 8 italiani, 32 rumeni, 14 tunisini, 2 algerini, 6 gambiani e 4 senegalesi (45 uomini e 21 donne). Tutti erano sottopagati (3/4 euro l’ora), molte volte neanche assunti, mai dotati di sistemi di protezione individuale, il 90% non è mai stato sottoposto a visita medica, solo due aziende possedevano una cassetta di primo soccorso, nessun servizio igienico per i lavoratori, nessuna formazione per l’utilizzo di anticrittogamici. Per chi non aveva alcuna possibilità di vivere in una casa all’esterno dell’azienda, gli immobili forniti dai datori di lavoro ed utilizzati come abitazioni erano del tutto abusivi, incompatibili con la vita umana.
Gli investigatori hanno riscontrato in alcuni casi situazioni di una gravità inaudita, pertanto hanno proceduto all’arresto dei titolari. L’ASP ha constatato numerose violazioni in ordine alle violazioni sulla sicurezza suoi luoghi di lavoro e in materia di igiene, in particolar modo esaminando gli immobili adibiti ad alloggio. Una delle aziende sottoposte a controllo, nonostante dovesse svolgere attività di coltivazione, aveva trasformato l’azienda fabbricando oggetti di metallo utili per la coltivazione in serra. Il titolare aveva costruito delle macchine artigianali per la fabbricazione di ganci in metallo in violazione di qualsivoglia norma vigente e mettendo a rischio l’incolumità dei lavoratori. Proprio quest’ultima azienda si occupava anche di riciclare rifiuti speciali non pericolosi, ma aveva di fatto creato una discarica abusiva, pertanto è stato richiesto l’intervento dell’ARPA che prontamente ha effettuato diversi controlli anche prelevando alcune parti di terreno da sottoporre ad analisi. L’intera area della discarica è stata sottoposta a sequestro. La Polizia Municipale di Vittoria è intervenuta con due squadre a supporto della Polizia di Stato, una per le violazioni in materia di edilizia ed un’altra per le violazioni inerenti il codice dell’ambiente.
Quasi tutti gli immobili sottoposti a controllo presenti all’interno delle aziende agricole sono stati costruiti abusivamente o erano dei depositi trasformati (senza alcuna autorizzazione) in violazione delle norme previste per le condizioni di abitabilità, pertanto si è proceduto al sequestro anche di questi fabbricati. Alcune aziende avevano creato degli invasi per la raccolta delle acque piovane per l’irrigazione senza alcuna autorizzazione ed in violazione delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, non essendo queste recitante con la possibilità che qualcuno cadesse all’interno come già purtroppo accaduto in provincia di Ragusa. Dopo aver esaminato attentamente tutte le singole aziende, gli investigatori della Squadra Mobile hanno accompagnato presso gli uffici della Questura di Ragusa tutti gli operai.
Dal racconto emergevano chiaramente diversi indici di sfruttamento. Tra i casi più gravi riscontrati vi è sicuramente quello di un ragazzo italiano di 16 anni mai assunto e identificato mentre stava irrigando con un potente fertilizzante le coltivazioni. Il giovane non era stato dotato di alcun dispositivo di protezione, neanche di mascherina e guanti in lattice. Durante i controlli è stato constatato che interi nuclei familiari (anche con neonati) vivono abitualmente all’interno di veri e propri tuguri e in un caso è emerso che il datore di lavoro aveva il coraggio di chiedere anche 2 euro al giorno per l’affitto. In pratica il datore di lavoro decurtava dalla paga giornaliera di 30 euro, 2 euro per l’affitto di quella che non può essere chiamata casa. Gli imprenditori spesso forniscono questa tipologia di alloggi perché così si garantiscono anche la guardiania notturna ma alcuni chiedono l’affitto o di pagare le spese di energia elettrica.
Gli arresti sono già stati tutti convalidati dall’Autorità Giudiziaria di Ragusa.
Comunicato Stampa