SOS trasporto pubblico a Ragusa. “Anche l’ospedale Giovanni Paolo II non risulta ben collegato!”
A sollevare la questione è il movimento politico Territorio che sta raccogliendo le lamentele provenienti da tutta la provincia
(20 gennaio 2020)
“Si moltiplicano le proteste per un trasporto pubblico che non accenna a essere migliorato: le difficoltà di spostamento in città perdurano, non parliamo, poi dei collegamenti con le periferie e i nuclei abitativi nelle contrade, eternamente dimenticate. Il problema, invero esistente da anni, torna alla ribalta, prepotentemente, perché anche il nuovo collegamento, inevitabile, con il nuovo ospedale di contrada Cisternazzi, non si rivela adeguato alle esigenze della collettività, come si prevedeva. Una partenza ogni mezzora, dal terminal di via Zama, non risolve, del tutto, i problemi di quanti non abitano nei pressi del percorso della linea 16”. Della problematica si fa interprete il movimento politico Territorio che sta raccogliendo anche le lamentele in merito al trasporto pubblico, provenienti dalla provincia iblea. “Come è noto, – prosegue in una nota – il bacino di utenza del Giovanni Paolo II è vasto e abbraccia buona parte del territorio, chi viene da altri comuni, con mezzi pubblici o con il classico passaggio, non trova facile raggiungere il nosocomio, situazione aggravata dalla mancanza di informazione sugli orari e sulle linee. Classi disagiate, senza auto propria, anziani, disabili, trovano enormi difficoltà nel raggiungere il nosocomio, in città spostarsi è ormai una avventura. La domenica e nei giorni festivi, per la riduzione delle linee, i problemi si acuiscono”.
“Da Territorio ci facciamo partecipi di queste istanze della comunità, esternate anche attraverso i social, – conclude la nota – perché si rende conto che mancano i servizi essenziali di mobilità all’interno della cinta urbana. Non ci sono servizi efficienti per scuole, uffici, zone industriali e artigianali, è difficile spostarsi per lavoro, peggio per i turisti, verso gli aeroporti, verso le località turistiche, mentre si vantano ipotetiche politiche per la mobilità che restano solo esibizioni progettuali per una città del futuro, al momento incomprensibile e lontana nel tempo”.