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Maxi blitz contro il clan mafioso dei Nebrodi: tra i 94 arrestati c’è anche il sindaco di Tortorici

Avrebbero intascato indebitamente oltre 5,5 milioni di euro dai fondi Ue

(15 gennaio 2020)

I carabinieri del Ros e la Guardia di Finanza hanno arrestato 94 persone nel corso del più imponente blitz mai messo a segno contro i clan mafiosi messinesi dei Nebrodi. L’operazione, che ha coinvolto 600 militari, è stata coordinata dalla Dda di Messina, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia. Decapitati i clan mafiosi dei Batanesi e dei Bontempo Scavo.

I clan messinesi avrebbero intascato indebitamente fondi europei per oltre 5,5 milioni di euro, mettendo a segno centinaia di truffe all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), l’ente che eroga i finanziamenti stanziati dall’Ue ai produttori agricoli. A fiutare l’affare milionario sono stati i clan storici di Tortorici, paese dei Nebrodi, i Batanesi e i Bontempo Scavo, che, anche grazie all’aiuto di un notaio compiacente e di funzionari dei Centri Commerciali Agricoli (CCA) che istruiscono le pratiche per l’accesso ai contributi europei per l’agricoltura, hanno incassato fiumi di denaro. I due clan, invece di farsi la guerra, si sono alleati, spartendosi virtualmente gli appezzamenti di terreno, in larghissime aree della Sicilia ed anche al di fuori dalla regione, necessari per le richieste di sovvenzioni.

“La mafia è una specie di classe sociale, contrastabile ma non eliminabile come categoria, nonostante decine e decine di operazioni e processi. Un riscatto completo, la liberazione del territorio, difficilmente sarà ottenuta solo con l’intervento giudiziario. Le misure non arrestano un mondo rassegnato alla deriva mafiosa, una sventura per mafiosi e famiglie”. Lo scrive il gip di Messin, Salvatore Mastroeni, il quale, accogliendo la richiesta della Procura della Città dello Stretto guidata da Maurizio de Lucia, ha disposto l’arresto di 94 tra boss, gregari ed estortori dei clan tortoriciani dei Batanesi e dei Bontempo Scavo.

Tra i 94 indagati raggiunti da misura cautelare c’è anche il sindaco in carica di Tortorici, Emanuele Galati Sardo. A suo carico il Gip Mastroeni ha disposto gli arresti domiciliari. Il 40enne, eletto alle ultime elezioni amministrative dello scorso aprile, è indagato per associazione a delinquere e truffa, nella qualità di operatore di uno dei CAA, per la gestione di alcune pratiche per l’ottenimento dei contributi dall’Agea sino all’anno 2017. Gli operatori dei CCA indagati avallavano la regolarità delle domande di pagamento dei contributi europei facendo risultare finti trasferimenti dei terreni per cui chiedere le sovvenzioni europee dai proprietari ai beneficiari delle domande. I terreni risultavano intestati a prestanome dei boss.

“Siamo di fronte alla più grande operazione mai realizzata contro i clan mafiosi dei Nebrodi. Per anni l’Unione europea ha di fatto versato 10 milioni di euro di contributi per l’agricoltura nelle tasche dei boss siciliani dei Nebrodi senza che nessuno abbia mosso un dito”. A dichiararlo è l’europarlamentare del M5S, Ignazio Corrao, a proposito della maxi operazione di questa mattina. “E’ inquietante come in tutti questi anni – spiega Corrao – i soldi europei della PAC abbiano alimentato nel silenzio le attività criminali delle famiglie malavitose nebroidee o anche dei condannati per omicidio. E poi dell’organizzazione farebbero  parte i classici insospettabili, fino alle menti più raffinate, ovvero le ‘intelligenze’ dei funzionari AGEA, dei centri di assistenza agricola, che hanno oliato il sistema avendo le chiavi di accesso al sistema informatico. E di mezzo ci sarebbe pure un notaio, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che avrebbe fatto falsi atti per far risultare acquisiti per usucapione una serie di terreni la cui titolarità serviva alle famiglie mafiose per chiedere i contributi Ue”.

Prosegue: “Ho chiesto dunque alla Commissione come intende affrontare una questione che è innegabilmente europea, ma gestita in ambito UE con superficialità e probabilmente scarsa competenza. Basti pensare che negli altri paesi membri non si è in grado neanche di riconoscere e affrontare il problema mafia, figuriamoci la sua declinazione più moderna, dinamica, sommersa e inafferrabile che è la mafia della PAC. Per questo – conclude l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle – ho proposto alla Commissione di inaugurare una nuova e rivoluzionaria stagione di collaborazione tra le istituzioni europee e i protagonisti della lotta ai mafiosi della Pac in Italia, attraverso audizioni e task force per la stesura di una strategia comune di lotta alla mafia rurale, a partire dal lavoro apripista di Giuseppe Antoci”.

Claudia Trapani

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