Chiusura del Museo Archeologico Ibleo di Ragusa. Gurrieri (M5S): “Ecco cosa c’è dietro”
Mentre il sindaco afferma: "Stiamo lavorando per far sì che gli adempimenti nell’immobile di proprietà comunale, siano eseguiti il più presto possibile"
(3 dicembre 2019)
Il Museo Archeologico Ibleo di via Natalelli è chiuso al pubblico in quanto è necessario eseguire adempimenti sulla certificazione dell’impianto antincendio. “Stiamo lavorando – afferma il sindaco Peppe Cassì – per far sì che tali adempimenti nell’immobile di proprietà comunale, siano eseguiti il più presto possibile al fine di consentire quanto prima la riapertura della struttura museale”.
“Mentre le altre città della provincia iblea fanno a gara per aprire nuovi spazi culturali, a Ragusa chiude il museo archeologico e per precise responsabilità della politica. Perché c’è un’amministrazione, quella attuale, che ha sottovalutato determinati segnali lanciati negli ultimi mesi e perché, da 33 anni a questa parte, la politica cittadina non ha saputo investire in questo ambito facendolo diventare un attrattore di investimenti”. E’ il tenore delle accuse lanciate dal consigliere comunale M5S, Giovanni Gurrieri che, a proposito della chiusura della struttura di via Natalelli, interviene per chiarire come stanno realmente le cose. “Dalla comunicazione proveniente da palazzo dell’Aquila e dal sindaco – sottolinea Gurrieri – si capisce che si cerca di sdrammatizzare. Purtroppo, però, la situazione è pesante. Diciamo che tutto parte dalla richiesta d’incontro che ho inoltrato il 22 febbraio scorso per far sì che potesse essere convocata la commissione Cultura alla presenza dell’archeologo Giovanni Distefano, direttore del museo, per appurare quali le eventuali problematiche esistenti. Riunione che si è poi tenuta il 26 febbraio. Già in quella occasione è emersa la necessità di attivare lavori di ristrutturazione locali all’interno del museo. Prendendo spunto da quelle indicazioni, il 25 marzo avevo protocollato l’ennesimo emendamento, presentato assieme ai colleghi Zaara Federico e Alessandro Antoci, poi discusso il 4 aprile, per far sì che, attraverso il recupero di somme adeguate dal fondo della tassa di soggiorno, si potesse procedere con l’abbattimento delle barriere architettoniche oltre che con la ristrutturazione dei locali così come previsto dalle vigenti norme di legge”.
“L’emendamento – continua Gurrieri – aveva riscontrato tutti i pareri tecnici favorevoli ma non è stato preso in considerazione dall’aula, men che meno dall’amministrazione comunale. Nel frattempo, nel giugno scorso, il direttore Distefano ha scritto al Comune, che ricordo è il proprietario della sede in cui sorge il museo archeologico, chiedendo che potessero essere attivate le procedure per la ristrutturazione dei locali. Ma anche in questo caso nessuna risposta concreta. Da qui si passa alla data del 13 novembre quando i vigili del fuoco, dietro una segnalazione della Procura, effettuano un sopralluogo al museo di via Natalelli in cui riscontrano la carenza di adeguamenti conformi al piano di sicurezza che sarebbero necessari in una struttura pubblica del genere. Sono segnalate una serie di prescrizioni che, a questo punto, il direttore Distefano, con una nota protocollata il 20 novembre, chiede al Comune di Ragusa di effettuare. Il 2 dicembre, lo stesso direttore, in attesa di risposte, decide di chiudere la sede del museo archeologico ibleo in via del tutto precauzionale per evitare problemi di sorta. Dalla relazione dei vigili del fuoco emerge un’altra clamorosa curiosità. E cioè che il Comune di Ragusa avrebbe avviato la pratica antincendio presso il comando di viale dei Platani già nel 1986, cioè 33 anni fa. Un’assurdità. Adesso il sindaco dice che in pochi giorni sarà tutto risolto. Speriamo che sia così ma stentiamo a credere che la chiusura si risolva in affare di poco tempo. Tutto questo, tra l’altro, accade proprio nel periodo delle feste di Natale quando, magari, si poteva contare su un afflusso maggiore di visitatori”.
“Questa vicenda – conclude Gurrieri – ci insegna quanto abbiamo affermato all’inizio. E cioè che a Ragusa, negli anni, non c’è mai stata una reale volontà politica di investire nella cultura. Al di là degli intoppi burocratici, si sarebbero dovute bruciare le tappe per risolvere questa come altre questioni rimaste al palo. Ci riferiamo, ad esempio, alla problematica della nuova sede del museo archeologico all’ex convento del Gesù a Ibla. Un’amministrazione che ha cuore le politiche culturali del territorio avrebbe dovuto battere i pugni a ripetizione sui tavoli regionali per far sì che le procedure per i lavori di completamento venissero effettivamente ultimate. Invece, la Sovrintendenza di Ragusa è stata lasciata sola a combattere una battaglia che chissà quando potrà vincere visto che si tratta di un’altra vicenda assurda e paradossale”.