“Fridays for future”: i giovani in piazza per la salvaguardia del Pianeta e il futuro di Siracusa
Diversi i temi trattati, come l’approdo in porto delle "Grandi navi" e l'impatto ambientale che ne consegue, l'idea di un modello virtuoso di turismo sostenibile, poi ancora le criticità di oggi e il futuro della scuola
(29 novembre 2019)
“Non sciogliete il futuro”, “salvate il pianeta”, sono solo alcuni fra le decine di slogans, dipinti sui cartelloni o urlati a squarciagola, dai giovani di Fridays for future, sono loro i protagonisti delle nuove battaglie ecologiste per salvare il pianeta, sulla scia del fenomeno Greta Thunberg, inarrestabile paladina dell’ambiente, sono stati circa un migliaio gli studenti siracusani che hanno scelto di tornare piazza per manifestare il loro dissenso contro la cattiva gestione dell’ambiente che governi e multinazionali portano avanti ormai da decenni a discapito dei territori e delle loro risorse primarie. Uno sfruttamento continuo e costante che ha dato i suoi frutti, purtroppo acerbi e ben visibili, sotto forma di cambiamenti climatici ormai sotto gli occhi di tutti. Una situazione non ancora divenuta irreversibile perché nonostante tutto siamo ancora in tempo per salvare ciò che resta del nostro pianeta, stravolto dallo sfruttamento incontrastato delle sue risorse e a suggerire il sentiero da percorrere verso l’avvio di questo ormai improrogabile itinerario virtuoso ci sono proprio loro, i giovani di fridays for future che questa volta come tema portante della loro protesta hanno scelto di partire dal mare e dall’approdo in porto delle “Grandi navi” arrestando la marcia di stamattina alla Marina a ridosso del porto grande. Questione da anni controversa a partire da città simbolo come Venezia, con l’incremento dei flussi turistici e le nuove rotte scelte dalle compagnie per i viaggi nel Mediterraneo, la tematica legata all’impatto ambientale e visivo delle grandi navi investe ormai da qualche tempo anche Siracusa. “Non è solamente un problema di impatto visivo – spiega Sara Zappulla, portavoce di Fridays for future Siracusa – ma anche per il sistema turistico che rappresenta perché vuol dire che noi non abbiamo l’ambizione di andare verso un turismo sostenibile. Si va per stereotipi anche in questo campo, con un turismo di massa, poco sostenibile ma appetibile dal punto di vista imprenditoriale”.
Quindi in altre parole siamo mettiamo in pratica modelli già falliti in altre città?
“Certamente, e soprattutto lo chiamiamo innovazione, lo chiamiamo futuro ma il futuro per noi è una parola che significa tanto altro. FU.TU.RO. per sta per Fuori dal Fossile tutte e tutti inclusi nel progetto di riconversione ambientale, ROmpiamo il silenzio e diamo voce alla scienza”.
Quindi come lo immagini il tuo modello di turismo?
“Deve essere sostenibile ovviamente, che valorizzi le piccole aziende e i piccoli centri e metta a sistema il patrimonio culturale della nostra città, che non consenta i grandi resort e che rispetti l’architettura del nostro territorio. Penso per esempio che una buona idea potrebbe essere la creazione di un parco letterario in città che si ispiri ai nostri personaggi famosi, come ad esempio Vittorini e molti altri e possa attrarre turisti e visitatori ma anche gli stessi cittadini siracusani proponendo un percorso doppiamente sostenibile per l’ambiente e per l’anima ”.
Ma il quarto “Global strike for future” ha portato con se molte altre tematiche da affrontare, come quella legata alle criticità della scuola. A parlarne l’Unione degli studenti di Siracusa che in una nota descrive aspirazioni e suggerimenti. Tutto ciò perché non è importante solo risanare le cose ma anche e soprattutto noi stessi attraverso una nuova cultura del fare e del vivere insieme: “Vogliamo costruire le scuole e le città del futuro: il nostro mondo va in fiamme, dobbiamo salvarlo e ripensarlo completamente. Partendo dalle scuole, rendendole ecosostenibili e luoghi di dibattito sull’importanza del rispetto dell’ambiente, dell’economia circolare e di un sistema produttivo diverso. Dobbiamo partire dalle scuole per cambiare la società e dobbiamo farlo tutti insieme perché l’unione fa la forza!”
Nadia Germano Bramante