Operazione antimafia a Vittoria: arrestato il pentito Claudio Carbonaro, e con lui altri 14
Portata avanti dalla Polizia di Ragusa, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania, l'operazione ha fatto arrestare ben quindici persone, oltre al sequestro preventivo di aziende nel settore del riciclo plastica
(24 ottobre 2019)
Notte movimentata nel Ragusano: un’operazione antimafia portata avanti dalla Polizia di Ragusa, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania, ha portato all’arresto di ben quindici persone, oltre al sequestro preventivo di aziende nel settore del riciclo plastica. Colpita la “stidda” per i seguenti reati: estorsione pluriaggravata, l’illecita concorrenza con minaccia, lesioni aggravate, ricettazione, detenzione, porto di armi da sparo e danneggiamento seguito da incendio.
L’arresto più clamoroso è quello di Claudio Carbonaro, pentito, il quale si era accusato di 60 omicidi, ma che secondo gli investigatori stava già progettando la riorganizzazione della cosca una volta tornato in Sicilia, ponendosi a capo dello storico clan Carbonaro-Dominante. Secondo gli inquirenti, avrebbe organizzato e diretto l’associazione, d’intesa con Giovanni Donzelli e Salvatore D’Agosta detto “turi mutanna”, reclutando e coordinando l’attività di raccolta della plastica svolta dai Minardi; quest’ultimi, detti i “barbani” si assicuravano in via esclusiva, anche con metodi intimidatori, la raccolta del prodotto, per poi conferirlo, in esecuzioni dei precedenti accordi, esclusivamente presso le imprese della famiglia Donzelli. L’intervento di Carbonaro nel 2015 ha permesso di raggiungere un accordo criminale con la famiglia gelese dei Trubia per la spartizione dei terreni. Tra gli episodi accertati, nel 2015 Salvatore D’Agosta Salvatore e Gaetano Tonghi appiccarono il fuoco ad un autocarro di proprietà di una ditta di raccolta plastica per intimidirli e non farli operare sul territorio vittoriese; mentre nel 2017 Antonino Minardi e Giuseppe Ingala danneggiarono l’autovettura di uno dei responsabili di un’azienda agricola, a loro dire, di aver fatto prelevare la plastica dismessa ad un’altra impresa di raccolta plastica. In quella occasione, erano stati arrestati dalla Squadra Mobile di Ragusa due uomini per detenzione di armi rubate, subito dopo aver commesso l’intimidazione che, a seguito delle indagini odierne, servivano per ottenere l’egemonia nel settore della redditizia raccolta della plastica.
Tra i reati contestati (solo a Giovanni e Raffaele Donzelli, Andrea Marcellino, Francesco Farruggia e Giovanni Longo), vi è inoltre la gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti. Gli indagati smaltivano abusivamente i fanghi speciali provenienti dal lavaggio della plastica, nocivi in quanto costituiti da terra mista a fertilizzanti e pesticidi. I rifiuti venivano interrati e ricoperti con cemento e asfalto o ancora occultati mediante sversamento abusivo nei terreni adiacenti la SIDI dei Donzelli o in altri terreni di Vittoria, creando un grave danno all’ambiente. I reati ambientali commessi dagli indagati hanno permesso di ottenere maggiori profitti, in quanto lo smaltimento abusivo, privo di tracciabilità (per assenza del FIR), non viene conferito presso una discarica autorizzata, con illecito abbattimento dei costi; è stata elusa anche l’IVA da parte dei commercianti materie plastiche, proprio in virtù di tale smaltimento clandestino. Mentre, fra le aggravanti contestate, vi è anche la disponibilità di armi da parte degli indagati: Antonino Minardi è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Ragusa per la detenzione di una pistola rubata nel mese di settembre 2019.
(Il video con le intercettazioni, diffuso dalla Questura di Ragusa)
In carcere sono finiti: Claudio Carbonaro, Salvatore D’Agosta, Giuseppe Ingala; Antonino Minardi, Crocifisso MInardi detto “Lucio”; Emanuele Minardi, Salvatore Minardi, Giovanni Tonghi, Giovanni Donzelli e Raffaele Donzelli. Mentre ai domiciliari: Gaetano Tonghi, Giovanni Longo, Andrea Marcellino, Salvatore Minardi e Francesco Farruggia. La Procura della Repubblica ha anche richiesto ed ottenuto il sequestro preventivo di 5 aziende, il cui volume di affari complessivo ammonta a circa 5 milioni di euro, tra queste quelle appartenenti alla famiglia Donzelli e a Longo. È stato nominato un amministratore giudiziario, in modo da consentire la prosecuzione dell’attività imprenditoriale, per salvaguardare i lavoratori.