Il M5S denuncia: fiume colorato di rosso, a Gela, e impossibilità di accedere al mare, a Catania
L’eurodeputato M5S Ignazio Corrao interroga Bruxelles; mentre le deputate Ars, Stefania Campo e Gianina Ciancio, si rivolgono al presidente della Regione e all’assessorato competente
(11 settembre 2019)
“Quanto accaduto in questi giorni, a Gela, con un fiume letteralmente colorato di rosso e conseguente moria di pesci non è un fatto normale, e non deve passare sotto traccia. Proprio l’area del golfo gelese negli ultimi mesi è stata teatro di diversi casi analoghi che testimoniano che esiste un problema enorme sulla mancata depurazione. La Commissione Europea comunichi ufficialmente quali e quante sanzioni paga la Sicilia per le anomalie nel trattamento delle acque reflue”. A denunciarlo è l’europarlamentare del M5S Ignazio Corrao che, con una interrogazione, rivolta alla Commissione Europea pone all’attenzione di Bruxelles l’ennesimo sversamento di prodotti probabilmente inquinanti nelle acque del fiume gelese.
“Dai dati raccolti da Goletta Verde, la campagna di Legambiente sull’osservazione delle aree costiere e delle acque – spiega ancora – emerge che il mare della Sicilia si trova da tempo in condizioni di alto rischio. La moria di pesci nel fiume di Gela della scorsa settimana con l’acqua che ha assunto una colorazione rossa, è il terzo caso in pochi mesi. Le associazioni ambientaliste e i cittadini denunciano anche la mancanza di indicazioni ufficiali dalle autorità preposte sulla natura delle sostanze. Il necessario controllo nelle foci un controllo regolare e non occasionale, come previsto dal piano di risanamento e dal piano di gestione dei siti di natura 2000. Per tali ragioni ho chiesto alla Commissione Europea innanzitutto se è a conoscenza dei fatti delle cause e delle anomalie e quali sono le sanzioni pagate ad oggi dallo Stato italiano per mancata depurazione delle acque reflue in Sicilia” – conclude Corrao.
Ma non è tutto. Le preoccupazioni dei pentastellati, sull’ambiente, riguardano anche il mare, e in particolare l’impossiiblità di accedervi in presenza dei lidi e dei stabilimenti privati. “In Sicilia è diventato impossibile accedere al mare dove ci sono stabilimenti. Una situazione insostenibile di cui la Regione Siciliana ha grosse responsabilità. E’ arrivato il momento di cambiare le cose”. A denunciarlo sono le deputate M5S dell’Ars Stefania Campo e Gianina Ciancio che, con una interrogazione, chiedono al presidente della Regione e all’assessorato competente, chiarimenti sulla libera fruizione delle coste e sulle irregolarità riscontrate. “Ho ricevuto decine di segnalazioni e ho constatato personalmente – spiega Stefania Campo – anche numerosi casi di concessionari che hanno impedito ai bagnanti di transitare all’interno del lido per raggiungere la battigia, se non previo pagamento del ticket d’ingresso, nonostante la normativa sia chiara nel prevedere che ‘il concessionario deve consentire il libero transito, attraverso lo stabilimento balneare, a coloro che siano diretti verso la fascia di bagnasciuga antistante la struttura”.
“La situazione del litorale catanese ha dell’incredibile – prosegue Gianina Ciancio – c’è un altissimo numero di stabilimenti balneari e strutture ricettive che, da decenni, impedisce non solo il libero accesso, ma anche la sola visione del mare dalla strada. In passato abbiamo proposto all’amministrazione comunale alcune modifiche al Pudm, strumento che regola le concessioni, senza essere minimamente ascoltati. Tra le proposte c’erano, ad esempio, decementificazione del litorale; cartellonistica davanti ogni lido che illustri i diritti del bagnante compreso il suo imprescindibile diritto di accesso al mare; individuazione di ulteriori fasce tra le concessioni nelle quali fosse possibile sostare; eliminazione di muri, recinzioni, e qualunque barriera fisica; e tanto altro. Cose che dovrebbero rappresentare la normalità e che purtroppo diventano un lusso, in particolare nel capoluogo etneo. Chiederemo un’audizione dell’assessore regionale in Commissione ambiente, per capire cosa si sta facendo per mettere ordine al caos che regna nella regione siciliana e punire finalmente gli abusi”.
Per la libera e gratuita fruizione di un bene, come le spiagge, che deve restare pubblico, si chiede, quindi, l’adozione di tutte le iniziative necessarie per accedere al mare senza dover pagare alcun obolo ai ‘proprietari’ dei lidi e per contrastare la sempre più pervasiva privatizzazione delle spiagge.
Claudia Trapani