La Riserva resiliente: dopo le fiamme, parla il direttore della Riserva Naturale orientata Saline di Priolo
A distanza di dieci giorni da quel terribile mercoledì di fuoco, l’ottimismo del Direttore Fabio Cilea ha trovato conferma, non soltanto grazie alla resilienza naturale dei luoghi ma anche e soprattutto per la reazione corale di tutte le persone che hanno dimostrato la propria vicinanza e il loro affetto
(20 luglio 2019)
Sono passati dieci giorni dal pauroso incendio (uno dei più devastanti degli ultimi anni) che ha interessato i territori di Priolo e Melilli, penetrando con lunghe ed estese lingue di fuoco all’interno della Riserva Naturale orientata Saline di Priolo. Dopo il loro passaggio le fiamme hanno lasciato terra bruciata e devastazione nei terreni che si estendono a ridosso della centrale Enel Archimede, giungendo in breve tempo a lambire pericolosamente i terreni limitrofi agli stabilimenti industriali facendo temere (per fortuna pericolo scongiurato dagli interventi delle numerose squadre di vigili del fuoco impiegate e dei Canadair) per l’integrità dei vicini serbatoi di stoccaggio del materiale di raffinazione. A subire, però, i danni maggiori, sono state le strutture e i terreni della Riserva, una vera e propria oasi naturalistica e faunistica all’interno di una zona ad alta concentrazione industriale come quella di Priolo. Complici le recenti piogge, da qualche giorno in Riserva l’erba verde è ricominciata a spuntare, facendo capolino nel bel mezzo di tutto quel nero insieme alle diverse specie di animali che la popolano, avendola scelta come propria dimora e luogo di riferimento per le rotte di migrazione.
Un segno inequivocabile per l’instancabile Fabio Cilea, direttore della Riserva, che la natura reagisce quasi autoguarendosi dalle gravi ferite inferte dalla mano dell’uomo. Lui ci aveva creduto sin da subito, assicurando, già appena spenti gli ultimi focolai, che, contro ogni evidenza, la Riserva Naturale orientata Saline di Priolo sarebbe rinata più bella e più attrattiva di prima. Oggi, a distanza di dieci giorni da quel terribile mercoledì di fuoco, l’ottimismo del Direttore ha davvero trovato conferma, non soltanto grazie alla resilienza naturale dei luoghi, ma anche e soprattutto per la reazione corale dimostrata da tutte quelle persone che, a vario titolo, con messaggi sui social, proposte di raccolta fondi ma anche di persona hanno dimostrato la propria vicinanza e il loro affetto nei confronti di un luogo caro e prezioso che per rinascere ha bisogno della collaborazione di tutti. Un cordone d’affetto che fa davvero piacere, come ha raccontato a Ialmo Fabio Cilea. “C’è stata tantissima vicinanza da parte dei singoli ma anche del mondo politico, al di la degli schieramenti e delle istituzioni, dal Sindaco alle opposizioni, tutti si stanno adoperando per riportare la Riserva al giorno prima dell’incendio. Tutti si augurano di tornare al più presto a fare una passeggiata domenicale, com’era d’abitudine in un luogo magico. Se fosse dipeso da me, avrei convocato tutti il giorno dopo per metter mano al problema e risolverlo in breve tempo ma ci sono dei passaggi burocratici essenziali, autorizzazioni che vanno rispettate, quindi al cuore dobbiamo anteporre la mente e saper ragionare”.
A questo proposito le notizie sembrano incoraggianti, infatti martedì 30 luglio alla commissione ARS Ambiente e Territorio seduta dedicata alla riqualificazione e alla fruibilità della Riserva, cosa si attende?
In quell’occasione si parlerà di trovare, da una parte i fondi per la ricostruire perché se da un punto di vista naturalistico la riserva reagisce, da quello strutturale i bei capanni che avevamo andranno ricostruiti. Abbiamo già ricevuto delle disponibilità anche in ambito locale sin da subito per aiutarci a ricostruire, primi fra tutti i rappresentanti di Enel che son venuti da Palermo per sincerarsi dei danni, dimostrandosi molto dispiaciuti, anche perché abbiamo fatto molti progetti insieme. Anche il presidente di Confrindustria Diego Bivona il giorno dopo ha comunicato la propria vicinanza e la volontà di contribuire alla rinascita della Riserva. Ci auguriamo che con l’aiuto di tutti questo possa avvenire nel più breve tempo possibile. Dal punto di vista naturalistico la flora mediterranea ha una buona capacità di reazione agli incendi, attenzione, questo non significa certo che possiamo incendiarla ma semplicemente che con dei piccoli aiuti che stiamo programmando la reazione, servirà un po’ di tempo ma non tarderà a farsi vedere. Anche perché non dimentichiamo che stiamo parlando di un vero e proprio polmone verde, davvero unico(50 ettari di bosco) che ha un suo ruolo all’interno del contesto territoriale in cui ci troviamo, che è fondamentale continuare a preservare ed incrementare.
A proposito di questo, al momento siete praticamente fermi, non potete effetture alcuna attività?
Si purtroppo ancora non è possibile, personalmente sto lavorando giorno e notte per riuscire a riaprire nel più breve tempo possibile almeno un sentiero della Riserva, perché un capanno si è salvato e quindi aspettiamo le autorizzazioni per riaprire, questo aiuterebbe molto. Nel frattempo mi sono reso conto, anche dalle foto che stanno pubblicando le persone dell’attaccamento che c’è per questi luoghi, magari andando avanti negli anni con le attività non ci eravamo resi conto dell’affetto che legava le persone alla Riserva e questo episodio ce lo ha ricordato. Grazie alla vicinanza e alla passione che hanno messo nei post e nei messaggi sin dal primo momento sono riuscito a conservare il mio ottimismo.
Cosa le ha insegnato tutto questo? E’ un’esperienza che ti segna, nonostante da naturalista, quasi lo metti in conto, ma al di la dell’aspetto gestionale che è tipico del mio ruolo, ho imparato a non dare per scontato che le persone che visitano un luogo lo facciano in maniera fredda e distaccata. Le persone si legano ai luoghi che visitano se questi suscitano loro emozioni ed quello che riassume un po’ il nostro lavoro, adoperarci affinché questa Riserva non sia solo un luogo naturale ma sia delle persone a cui appartiene. Questo non mi stancherò mai di dirlo, la Riserva è una speranza di far rinascere una zona che prima era una discarica e poi è diventata una riserva naturale, oggi è distrutta dal fuoco ma in breve tempo tornerà ad essere un oasi per tutti le persone che ne vorranno godere”.
Come dicevamo, intanto, martedì 30 luglio appuntamento alla commissione ARS Ambiente e Territorio seduta dedicata alla riqualificazione e alla fruibilità della Riserva Naturale Orientata Saline di Priolo su proposta dell’on. Giovanni Cafeo, segretario della III Commissione ARS Attività Produttive. “Ringrazio la presidente della commissione Ambiente e Territorio, l’On. Savarino per aver immediatamente accolto la mia proposta convocando la commissione prima della pausa estiva, a testimonianza dell’importanza data al destino della riserva da parte delle istituzioni regionali – dichiara Cafeo. “L’importanza della Riserva Saline di Priolo – conclude l’On. Cafeo – va oltre il pur fondamentale significato naturalistico e ambientale ed è testimoniato dalla grande passione che ha mosso decine di persone a mettersi a disposizione spontaneamente, organizzandosi online e sul territorio, perché questo spicchio di terra e acqua tra le industrie stava diventando, con il tempo e grazie al lavoro dei volontari, un’alternativa alla classica visione di Priolo Gargallo <<città industriale>> propria dell’immaginario collettivo, provando a sostituire come simbolo della città, al posto delle solite ciminiere, il bellissimo fenicottero rosa”.
Nadia Germano Bramante