Tullio Solenghi presenta la sua “Lisistrata”: donne al comando al Teatro Greco di Siracusa
La commedia debutterà venerdì per rimanere in scena fino al 6 luglio e mette a fuoco il tema dell’emarginazione femminile. Nel cast anche Elisabetta Pozzi e Massimo Lopez
(25 giugno 2019)
“Lisistrata è la prima vera eroina dell’emancipazione femminile, mi riferisco all’occupazione dell’Acropoli da parte delle donne, atta a confiscare i mezzi finanziari per proseguire la guerra, ma che di riflesso ci mostra un primo intrepido esempio di governo al femminile. Lisistrata è grande anche e soprattutto per questo, perché con la sua geniale risoluzione riesce a sovvertire, pur se temporaneamente, il rigido establishment dell’epoca che vedeva le donne relegate al governo della casa e dei figli, mentre gli uomini a dirigere la politica, esibendo per la prima volta una sorta di salutare universo capovolto”. Questo il commento di Tullio Solenghi, entusiasta regista della Lisistrata di Aristofane, commedia che promette di proseguire sul solco di una stagione tutta da incorniciare per la Fondazione Inda, dopo lo strepitoso successo ottenuto dalle tragedie di Euripide, Elena e Le Troiane, messe in scena quest’anno, rispettivamente da Davide Livermore e Murielle Mayette Holtz al Teatro Greco di Siracusa.
La celeberrima commedia, che debutterà venerdì 28 giugno per rimanere in scena fino al 6 luglio e che è in programma anche al Curium ancient theatre di Cipro, il 12 e 13 luglio, nell’ambito dell’International Festival of Ancient Greek Drama, è stata presentata stamani in conferenza stampa a Palazzo Amorelli, storica sede dell’Inda, alla presenza dell’intero cast. Occhi ed obiettivi puntati senza alcun dubbio su due pilastri del teatro comico italiano, Tullio Solenghi per l’appunto, qui in veste di regista ed interprete che ha riservato per se stesso il ruolo di Ciresia, e il compagno di mille e più gag Massimo Lopez, per il quale Solenghi ha ricavato uno speciale cameo all’interno dell’opera. Una carriera iniziata negli anni settanta per i due attori liguri, a tratti ripercorsa questa mattina durante l’incontro con la stampa, nel quale Solenghi non ha fatto mistero della grande emozione generata dalla possibilità di recitare nei luoghi narrati da Aristofane e in un’atmosfera magica come quella evocata dall’antica cavea siracusana. “Il valore aggiunto di trovarci in uno dei luoghi che furono spesso teatro degli eventi narrati, la splendida Siracusa col suo storico Teatro, – ha detto Solenghi – pur incutendo un iniziale ‘tremor da vene e polsi’, ci stimola nel ricercare quella essenziale empatia col pubblico, come nel debutto nel lontano 411 a.C., quando Lisistrata si mostrò per la prima volta con la sua forza comico/rivoluzionaria agli esterrefatti quanto divertiti spettatori di allora”.
Un’emozione, quella dell’altrettanto debuttante Solenghi (è la prima volta per lui al Teatro Greco di Siracusa nel ruolo di regista e attore), ripresa dalla collega ed amica di vecchia data, Elisabetta Pozzi (Lisistrata), volto ormai noto non soltanto al grande pubblico, ma soprattutto a quello esigente e critico delle tragedie, dove la Pozzi è ormai di casa essendo alla sua decima interpretazione. Nel testo di Aristofane il personaggio di Lisistrata dà il via ad una piccola ma significativa rivoluzione, convocando le donne della Grecia e convincendole a mettere in atto uno sciopero del sesso con l’obiettivo di costringere gli uomini a firmare la pace e porre fine alla guerra. Sarà l’improvvisato ed alternativo governo composto interamente da donne a tenere in pugno, anche se solo per poco tempo, le sorti della nazione imponendo all’altra metà del cielo, da sempre abituata a comandare, una visione della vita che è propria delle donne, come lo è la loro continua ricerca di mediazione e di pacificazione. “La cosa bella di questa commedia, – ha spiegato Pozzi – è che tratta argomenti trasversali ma parla anche della restaurazione di un potere, quello femminile, che davvero possa tener conto del progetto di un collettivo che deve essere protetto. Questo la lega strettamente al momento che stiamo vivendo oggi, con un’umanità che sta marcendo, sta perdendo i valori, e che avrebbe bisogno di un grande cambiamento come questo. Ecco perché mi sento al centro di un progetto estremamente rivoluzionario.
Oggi le donne vedono venir meno i presupposti per proteggere quei diritti conquistati a fatica. In questo senso, Lisistrata sembra proprio incoraggiarle ad intraprendere nuovamente la lotta?
Assolutamente si, questa commedia mette a fuoco il tema dell’emarginazione femminile che oggi piuttosto che essere risolto è stato ulteriormente amplificato. È qualcosa che è diventato talmente endemico nella nostra società che non si riesce a risolvere, in più il mondo femminile non sembra reagire. Invece bisogna ripartire dal presupposto che siamo generatrici di vita non soltanto perché diveniamo madri, ma anche perché ci prendiamo cura dell’altro e, in generale, delle cose.
Qual è il messaggio che le donne di Lisistrata lancerebbero alle loro sorelle moderne?
Tener duro? La commedia ci dimostra che indubbiamente le donne sono l’oggetto sessuale di cui gli uomini non possono fare a meno, e, visto che siamo indispensabili, traiamolo a nostro vantaggio. Ottenuto il potere, non assumiamo comportamenti che scimmiottino quelli maschili. Facciamoci forti di quella che è la bellezza della visione femminile delle cose per cambiare il mondo.
Ad accompagnare il “trio” Solenghi, Pozzi, Lopez, nel cast di Lisistrata ci saranno inoltre, Federica Carruba Toscano (Cleonice), Giovanna Di Rauso (Mirrina), Viola Marietti (Lampitò), Vittorio Viviani (Dracete), Totò Onnis (Strimodoro), Mimmo Mancini (Filurgo), Tiziana Schiavarelli (Stratillide), Simonetta Cartia (Nicodice), Silvia Salvatori (Calice), Federico Vanni (il commissario), Margherita Carducci (una donna corinzia), Elisabetta Neri (una donna beota), Roberto Alinghieri (Didascalio) Giuliano Chiarello (ambasciatore spartano insieme a Gabriele Manfredi e Roberto Mulia), Franco Mirabella che oltre a essere l’interprete dell’oracolo e uno degli ambasciatori ateniesi insieme a Riccardo Livermore e Andrea Di Falco). In scena anche gli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico, sia della sezione Giusto Monaco che della Fernando Balestra. La traduzione del testo di Aristofane è di Giulio Guidorizzi, le scene e i costumi di Andrea Viotti, le coreografie di Paola Maffioletti, light designer è Pietro Sperduti, Marcello Cotugno è collaboratore alla regia e curatore musicale.
Nadia Germano Bramante