Il Parco degli Iblei è una reale opportunità per Ragusa o no? Se ne discute all’Ars
L'on. Orazio Ragusa: "E’ stato possibile apprendere che tutta un’area provinciale, quella di Siracusa (il Parco comprende anche Ragusa e Catania), ha detto no alla nascita di questa realtà. Una circostanza che, da sola, avrebbe dovuto indurre a una naturale riflessione gli uffici competenti"
(20 giugno 2019)
Il Parco degli Iblei è una reale opportunità per il territorio ragusano, oppure rischia di rendere più difficili procedure già di per sé alquanto complesse? E’ l’interrogativo a cui hanno cercato di rispondere i partecipanti alla seduta congiunta tra la terza commissione Attività produttive, presieduta dall’on. Orazio Ragusa, e la quarta commissione Ambiente, tenutasi nella sala rossa dell’Ars. “Numerosi e tutti interessanti – sottolinea l’on. Ragusa – sono stati gli interventi dei rappresentanti delle associazioni, della società civile, degli Ordini dei professionisti, a cominciare dagli agronomi, interessati a venire a capo dell’intricata faccenda. E alla fine possiamo sottolineare che è emerso un certo disappunto, non tanto sul Parco in sé, quanto sulle modalità di concertazione che hanno portato alla perimetrazione. Pochissima conoscenza e altrettanto poca informazione hanno caratterizzato questo difficile processo. E’ stato possibile apprendere che tutta un’area provinciale, quella di Siracusa (il Parco comprende anche le aree di Ragusa e Catania), ha detto no alla nascita di questa realtà. Una circostanza che, da sola, avrebbe dovuto indurre a una naturale riflessione gli uffici competenti. E invece? Invece oggi – aggiunge – abbiamo le associazioni, i rappresentanti degli Ordini e delle categorie produttive che, attraverso la Regione, attendono di esprimere le proprie osservazioni. E tutto ciò sebbene il ministero dell’Ambiente non abbia ancora trasmesso nulla in proposito. Ad oggi, di fatto, questo è quanto emerge dal confronto nelle commissioni congiunte e cioè che non si conoscono le peculiarità più importanti e che si ravvisa un qual certo timore. Le grandi aziende zootecniche che operano nel campo della produzione lattiero-casearia, ad esempio, temono che si abbia a che fare con una serie di ristrettezze che possono compromettere la produzione di formaggi di grandissimo pregio. Insomma, si potrebbero registrare ripercussioni negative. Non si è attuata la semplificazione degli atti amministrativi. E questo rischia di complicare la vita di tutti i processi produttivi”.
L’assessore regionale all’Ambiente, Totò Cordaro, presente all’incontro, ha ripercorso le tappe dell’iter. E cioè il fatto che gli incartamenti prima siano stati incamerati dalla Regione, poi spediti al ministero dell’Ambiente che, adesso, dovrebbe ritornarli indietro per le osservazioni di rito. “Osservazioni che, a questo punto – continua l’on. Ragusa – occorrerà predisporre in maniera equilibrata e fondata, tenendo conto soprattutto delle indicazioni provenienti dagli imprenditori. E’ giusto che si possano capire meglio le finalità del Parco, quali i vantaggi reali che lo stesso può determinare. Nella vocazione romantica degli ambientalisti, la creazione di un Parco degli Iblei assume una valenza molto suggestiva e ci può anche stare. Ma se ci saranno limitazioni riteniamo che questo percorso non possa funzionare al meglio. Anche perché potrebbero crearsi condizioni che impedirebbero ai produttori presenti nelle aree del Parco di essere concorrenziali come le regole del mercato impongono. Insomma, siamo convinti che occorra sviluppare una serie di ragionamenti, rispetto ai quali non possiamo fare a meno di valutare come indispensabile l’avvio di un percorso che ci porti a comprendere che cosa è meglio fare per puntare alla migliore funzionalità del Parco in questione. Conclude: “Un’ultima riflessione si impone. E cioè che la provincia di Ragusa gode di 9.000 ettari circa di boschi: inoltre abbiamo la riserva orientata del pino d’Aleppo mentre il piano paesaggistico è già approvato. E’ chiaro che la forestazione produttiva può rappresentare un valore aggiunto in tale ambito. E però, per alcuni versi, è indispensabile far sì che tutto ciò non rappresenti un rallentamento, come purtroppo è accaduto finora, nella prospettiva di crescita e sviluppo di un certo comparto, quello agricolo. Non dobbiamo dimenticare che, per l’appunto, il nostro principale volano economico è proprio l’agricoltura”.
Comunicato stampa