Il toponimo deriva dal termine arabo kalat-almunach (fortilizio di sosta). L’origine del centro risale probabilmente alla dominazione araba dell’isola; tuttavia la fondazione ufficiale risale al 1574, quando il nobile Antonio Termini Ferreri ottenne il permesso di ripopolare il feudo. Alla guida del nuovo insediamento si alternarono diverse famiglie nobiliari che nel corso degli anni ne mantennero la proprietà fino all’abolizione della feudalità, che consentì al paese di elevarsi a comune autonomo.

L’economia locale è prevalentemente agricola; molto importanti infatti sono le coltivazioni di mandorle, uva, miele, agrumi, ma soprattutto olive. La varietà di olio extra vergine qui prodotta, denominata “biancolilla”, è rinomata in tutta l’isola e non solo. Sono presenti, infine, attività legate alla pastorizia ed all’apicoltura, mentre l’artigianato si concentra maggiormente sulla produzione delle cosiddette coffe, ovvero ceste di vimini intrecciate a mano dalle grandi dimensioni.

Sacro e Profano – Nel corso dell’anno sono molte le festività religiose che si celebrano, ma la più sentita dagli abitanti è la festa in onore del patrono Sant’Antonio Abate, che si svolge a gennaio, durante la quale si gettano nel fuoco le cose vecchie. In occasione della festa di San Giuseppe, invece, per tradizione viene offerto cibo ai poveri, mentre ad agosto in onore di San Vincenzo, il patrono, sono allestiti spettacoli caratterizzati dalla presenza delle cosiddette rigattiate, ovvero delle processioni in corsa con i simulacri di San Giovanni Battista e San Michele Arcangelo. Dopo le classiche rigattiate c’è la Processione di San Vincenzo con il Giru di li Santi, che attraversa la città di Calamonaci dividendola in due. A chiusura dei festeggiamenti ci sono fuochi pirotecnici e gare sportive che vedono fronteggiarsi le due schiere di fedeli.