Identità Tortorici
Amministrazione
SINDACO
Emanuele Galati
In carica dal: 29/04/2019
Deleghe:
Protezione Civile – Personale
Sito istituzionale
www.tortoricinrete.it
Tortorici, fondere il Bronzo per far suonare le campane
Tortorici fa parte della Riserva Naturale del Parco dei Nebrodi. L’istituzione fu creata nel 1993 al fine di promuovere il turismo e l’escursionismo in una delle più vaste regioni protette della Sicilia. Uno sportello comunale si occupa della segnalazione dei percorsi montani all’interno dell’aera protetta e del coordinamento delle numerose iniziative folkloristiche promosse dall’ente, tra cui il Festival delle Bande Musicali dei Nebrodi che si svolge nel mese di agosto, con una sezione dedicata all’esibizione dei solisti.
Durante l’epoca della dominazione normanna, nelle fonti documentali l’insediamento è citato col nome di Turris Polit (1082) e di Terra di Turris Tudich (1151): da quest’ultimo appellativo deriva l’attuale toponimo. Nei secoli successivi il borgo divenne feudo dei Pollichino, per passare poi ai Moncada ed ai Mastrilli. Nel Trecento ebbe inizio un periodo di fiorente sviluppo: è in quest’epoca che furono costruiti i principali edifici religiosi ed i palazzi, nonché numerose botteghe artigiane dedite alla lavorazione dei metalli (rame, ma soprattutto bronzo), attività nella quale la cittadina vanta tutt’oggi un primato. Tortorici acquisì importanza e ricchezza anche in virtù dello sfruttamento di una locale vena aurifera e della fiorente agricoltura. La potente borghesia locale ottenne nel 1583 il riscatto dalla servitù feudale e la cittadina acquisì giurisdizione su ben quattordici comuni del comprensorio, per divenire nel 1630 città demaniale, ottenendo la rappresentanza nel parlamento siciliano. Durante questa nuova fase di prosperità la produzione artigianale di campane in bronzo raggiunse il suo apice, accanto alla realizzazione di opere d’arte in oro, argento, rame e ferro battuto. Nello stesso periodo sorsero numerosi mulini idrici ed opifici per la lavorazione della seta e la produzione di profumi. Un’apocalittica alluvione, però, distrusse quasi completamente il fiorente villaggio nel 1682. Due secoli dopo, all’inizio del Novecento, l’economia non si era ancora risollevata: il settore artigianale, infatti, era messo in crisi dalla neonata produzione industriale sorta nei comuni limitrofi. Un forte fenomeno migratorio verso le lontane Americhe ridusse la forza lavoro e, spesso, sfociò anche nell’abbandono delle coltivazioni.
Il centro storico della città presenta un impianto medievale costituito da strette viuzze ed antichi edifici, in parte riedificati nel XVIII secolo in seguito all’alluvione che danneggiò gravemente l’abitato. Anche i principali edifici religiosi, sorti alla fine del XIV secolo, furono rimaneggiati in quest’epoca. Tra questi, la chiesa di San Nicolò, con un pregiato soffitto ligneo settecentesco, e quella del Santissimo Salvatore, che ospita una copia secentesca di un’opera di Raffaello Sanzio. La chiesa madre, edificata tra il 1753 ed il 1775, ornata in facciata da un trittico marmoreo, conserva un organo settecentesco di Giovanni Platania di Acireale.
La rinascita del comune è un fatto recente, legato alla rivalutazione del patrimonio ambientale, al ripristino delle vecchie coltivazioni – prima di tutto quella delle nocciole – ed al recupero delle attività artigiane: in primis quella della lavorazione del bronzo in alcuni opifici locali. La lavorazione del bronzo ha reso famoso il borgo sin dal Medioevo. Nel 1388, per esempio, venne prodotta qui la campana tuttora conservata nel duomo di Catania. Il bronzo veniva fuso anche per la produzione di utensili domestici (candelabri, orologi) ed armi (mortai e cannoni). Nel 1999 il Comune e la Pro Loco si sono incaricati del recupero di questa forma di artigianato, che è ripresa con la produzione di campane e manufatti in rame.
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Musei – Di particolare rilievo è il Museo di Storia Patria dei Nebrodi, istituito nel 1982, che raccoglie strumenti agricoli e varie testimonianze della secolare tradizione artigianale locale.
Sacro e Profano – Le principali manifestazioni del paese sono legate al culto di San Sebastiano, patrono di Tortorici, concentrate soprattutto nel mese di gennaio. La festa è di origine cinquecentesca ed inizia col rito dell’antico campanone, suonato il primo giorno dell’anno. Segue poi la Festa dell’Alloro, che ricorda il martirio del patrono. Il 18 gennaio si svolge poi un corteo di statue lignee che rappresenta la fuitina da vara, ossia il trafugamento delle reliquie del Santo. Al termine sono offerti ai fedeli i panitti di Santi Bastianu, piccole forme di pane benedette. Da segnalare anche le manifestazioni legate ai prodotti locali, come la Sagra del Nocciolo nel mese di agosto, con la degustazione della tipica pastareale, consistente dolce cotto al forno preparato con zucchero e nocciole. Degno di nota il Festival delle Bande Musicali dei Nebrodi che si svolge nel mese di agosto.
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Come arrivare
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