Identità Rodi Milici
Amministrazione
SINDACO
Eugenio Aliberti
In carica dal: 07/06/2016
Deleghe:
Sito istituzionale
www.comune.rodimilici.me.it
Enrico Privitera
Deleghe:
Vicesindaco – Famiglia – Pubblica Istruzione – Mensa Scolastica e Trasporto Alunni – Affari Legali – Politiche Comunitarie
Dott.ssa Simona Palano
Deleghe:
Servizi Sociali – Igiene e Sanità – Ambiente – Verde Pubblico e Decoro Urbano – Gestione Personale Dipendente e non
Francesco Aliberti
Deleghe:
Attività Produttive, Industria e Agricoltura – Commercio, Artigianato, Fiere e Mercati – Sport – Politiche Giovanili
Rodì Milici, il “roseto di melo”
in aggiornamento
Il territorio fu abitato sin dal XVIII secolo a.C., presumibilmente dai Sicani. Le caratteristiche tombe a grotticella denotano la loro presenza sul territorio, come pure i resti dell’acropoli di Longane (su un pianoro dei monti Peloritani). Appartenne dal 1210 al 1700 all’Ordine Gerosolimitano di San Giovanni (prima di Rodi e poi di Malta). Nel 1582, a causa di un’alluvione che distrusse parte del centro storico, il paese si espanse verso nord. È stato una frazione di Castroreale fino al 1923, quando ottenne l’autonomia comunale. A lungo conosciuto semplicemente come Rodì, l’attuale denominazione prese forma dopo l’annessione del casale di Milici nel 1947. Il toponimo deriva dai termini ellenici rhodonìa e melinòs (roseto di melo).
Ricco di opere di rilevanza storica ed artistica, dal punto di vista architettonico conserva i resti del Gran Priorato (XIII/XV secolo) e le rovine dell’antica chiesa di San Bartolomeo, trovata sotto una coltre di fango in seguito allo straripamento del fiume Patrì sul quale sorgeva l’abitato originario. Il nuovo edificio rinascimentale dedicato al Santo, è stato costruito nel luogo dove si fermarono i buoi che trasportavano il simulacro di San Bartolomeo. La chiesa dell’Immacolata, poi, è stata ricostruita agli inizi del XX secolo sui resti della chiesa dedicata alla Madonna d’Idria; al suo interno ospita un altare marmoreo proveniente dalla chiesa di San Gregorio di Messina, crollata dopo il terremoto del 1908. Tra gli edifici pagani si conservano l’Arco dei Poeti, che denota la presenza di una scuola poetica siciliana nell’epoca federiciana (XIII secolo), ed il Palazzo Colloca, impreziosito dai murales dipinti intorno al 1970.
L’economia è prevalentemente agricola: si coltivano grano, viti e cereali; gli agrumeti e gli uliveti, insieme all’allevamento di bovini ed ovini, completano le attività del settore. Anche l’artigianato è sviluppato, contando sulla fabbricazione dei tappeti e sulla lavorazione della canna e del giunco.
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Musei – Istituita nel 1966, all’epoca unico esempio del genere in Sicilia, galleria d’arte contemporanea conserva opere di attualità culturale. Ospita mostre estemporanee di pittura, mostre collettive, rassegne ed anche concorsi nazionali. La caratteristica predominante dei dipinti è l’appartenenza al modello tradizionale dell’arte figurativa.
Sacro e Profano – Due le feste patronali: San Bartolomeo a Rodì (24 agosto) e San Rocco a Milici (15 agosto). Il 12 maggio si festeggia il co-patrono San Filippo d’Agira. Famoso il Carnevale dei Mesi dell’Anno, introdotto nel 1880 dal poeta Don Peppe.
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Come arrivare
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