Identità Agira
Amministrazione
SINDACO
Avv. Maria Gaetana Greco
In carica dal: 05/10/2020
Deleghe:
Sito istituzionale
www.comuneagira.gov.it
Agira, Patria di Diodoro Siculo
La Riserva naturale orientata “Vallone di Piano della Corte” è un’area naturale protetta di circa 200 ettari; comprende una valle fluviale appartenente al bacino del fiume Dittaino e dominata dalla rocca di Agira. Nella riserva sono presenti pioppi, salici, lembi di querceti, l’acanto, l’equiseto, il rovo; il sottobosco è dominato dalla vitalba e dalla Malva agrigentina. La fauna è estremamente ricca e comprende numerose specie tra cui diversi invertebrati quali coleotteri e soprattutto odonati ed anfibi fra i quali il rospo smeraldino siciliano. Nel bosco sito lungo il fiume è possibile avvistare la martora, la donnola e l’istrice; fra gli uccelli il rigogolo, l’allocco ed il picchio rosso maggiore; fra i rettili il saettone occhirossi ed il ramarro occidentale.
Toponomastica – Il toponimo deriva da Agyron, nome assunto dalla città durante la colonizzazione greca. All’arrivo dei Romani il borgo si trasformò in Agirium e dal 1861 fu conosciuta come San Filippo di Argiriò in onore del suo Santo evangelizzatore, San Filippo il Siriaco.
Origini – Le origini dei primi insediamenti sono antichissime, come attestano le testimonianze archeologiche risalenti a circa 30.000 anni fa, ma il sito mostra tracce di frequentazioni anche durante il paleolitico, il neolitico e l’età del bronzo, essendo uno dei centri sicani più importanti dell’isola. Dopo alterne vicende, sotto la dominazione greca ottenne nel 339 a.C. la cittadinanza siracusana, mentre nel 263 a.C. il borgo si arrese al cospetto dell’imponente esercito romano. Dopo un periodo di decadenza, all’arrivo dei Bizantini il centro riuscì ad assumere un ruolo di spicco nel mondo culturale e religioso, favorito dalla presenza del monastero di San Filippo. Alle soglie dell’Anno Mille, il conte normanno Ruggero I D’Altavilla contribuì enormemente allo sviluppo del centro, eleggendolo ad abbazia reale. Con la fine della Guerra del Vespro entrò nei possedimenti degli Aragonesi, mentre all’inizio del XV secolo Agira fu annoverata tra le quarantaquattro città demaniali della Sicilia e poté inviare i suoi rappresentanti al Real Parlamento.
Agira Contemporanea – Il 1860 fu l’anno dei garibaldini e della Spedizione dei Mille, ma l’Unità d’Italia deluse le aspettative del popolo siciliano, causando numerose sommosse tra il 1866 ed il 1904. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale il territorio si trasformò in campo di battaglia tra alleati e tedeschi; alle pendici del Monte Teja gli scontri sono commemorati da un cimitero di guerra dove riposano 500 soldati canadesi.
Sacro ed arte si intrecciano per le vie del centro, offrendo un patrimonio artistico che rivela le antiche radici del borgo. Spiccano il castello, del quale si possono ammirare le due torri; la chiesa di San Filippo, composta da tre navate ed un impianto basilicale di tipo romano; la chiesa di Santa Margherita, la più grande di tutta la diocesi, la quale – edificata agli inizi del XIII secolo – ha subito nel corso dei secoli vari restauri. Secondo gli storici locali le origini del Castello di Agira (conosciuto anche come Castello saraceno o Castello di San Filippo D’Argirò) risalirebbero all’epoca islamica anche se recenti dimostrerebbero l’esistenza di opere di fortificazioni sul sito già a partire dall’età antica. Riguardo il Castello vero e proprio sono stati inoltre individuati nell’architettura dell’edificio elementi propri delle fortezze sveve anche se non è stata ancora azzarda alcuna datazione precisa. Ad ogni modo i resti più cospicui che rimangono oggi del Castello di Agira sono la cinta muraria inferiore che cingeva con un perimetro irregolare la sommità del monte e le due torri che si trovano sul lato ovest. La prima torre ha pianta di trapezio rettangolo e si è conservata per una sola elevazione oltre al piano terra mentre la seconda torre presenta pianta quasi quadrata e presenta un solo vano coperto da volta a botte.
L’economia locale si basa prevalentemente sullo sfruttamento delle risorse agricole: si coltivano infatti cereali, mandorle, olive ed uva, ma riveste un ruolo di spicco anche l’allevamento di bovini, ovini ed equini, favorito dalle vastità delle terre adibite a pascolo. L’artigianato, invece, si concentra sulla lavorazione del legno, del ferro e della creta.
in aggiornamento
Musei – Ecomuseo di cultura naturale, Sac. Silvestro Nasca. In esposizione, oggetti e ambienti legati agli Antichi mestieri; i Modi di vivere e l’arte Contadina.
Biblioteche – Biblioteca comunale, largo Fiera n. 54.
Sacro e Profano – Gli abitanti si ritrovano per le vie del centro a maggio in occasione dei festeggiamenti in onore del patrono San Filippo. Altri eventi degni di nota sono i riti della Settimana Santa, con la Processione del Venerdì Santo col Cristo Morto e la Madonna Addolorata, mentre tra le manifestazioni più tradizionali ogni anno si svolge la Sagra del Dolce, che consiste nell’esposizione di biscotti e dolci tipici tra cui cassatedde, ‘nfasciateddi, ‘u pupu cu l’ovu ed i nucatuli.
Tra i biscotti e dolci tipici del luogo ricordiamo: cassatedde, ‘nfasciateddi, ‘u pupu cu l’ovu ed i nucatuli.
Tra i personaggi illustri nati nella città di Agira ricordiamo lo storico Diodoro Siculo, vissuto tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C. e considerato dai Greci insieme ad Erodoto “il padre della storia”. Diodoro viaggiò molto e nel corso delle sue esplorazioni scrisse una colossale opera in quaranta volumi sulla storia universale, dal periodo che precede la Guerra di Troia alle gesta di Giulio Cesare, dal titolo Biblioteca.
Come arrivare
Da Catania è possibile raggiungere Agira attraverso l’A19 in direzione della Strada Provinciale 21/SP21 a Agira. L’aeroporto più vicino è quello di Catania, Fontanarossa che dista circa 64 chilometri.