Identità Acquaviva Platani
Amministrazione
SINDACO
Salvatore Caruso
In carica dal: 12/06/2017
Deleghe:
Sito istituzionale
www.comune.acquavivaplatani.cl.it
Giuseppe Antonio Mendola
Deleghe:
Vicesindaco – Lavori Pubblici ed Urbanistica – Viabilità – Sviluppo Economico – Arredo Urbano – Agricoltura
Gianni Massimo Castellana
Deleghe:
Bilancio – Sport – Turismo – Spettacolo, Cultura e Pubblica Istruzione – Trasparenza – Affari legali – Personale e Politiche di Stabilizzazione
Rossella Capodici
Deleghe:
Servizi Sociali – Pari Opportunità – Sanità – Famiglia – Attuazione del Programma – Rapporti con gli Emigrati
Acquaviva Platani: tra ulivi, arance e mandorli
Torre dell’Orologio.
Fu progettata nel 1860 dall’ingegnere Alessandro Lazzarini nel luogo dove prima era presente un vecchio torrione merlato che faceva parte del Castello del principe Spadafora. Fu costruita per volontà del sindaco Pietro Giudici e fu inaugurata nel 1894. Realizzata in pietra locale, è alta 18 metri e scompartita da tre modanature. La campana dell’orologio scandisce la vita del comune.
Toponomastica – Il nome originario Aqua Vivam fa senz’altro riferimento all’abbondanza delle sorgenti presenti nel territorio. Successivamente il nome venne unificato in Acquaviva e nel 1862, per evitare confusioni con comuni omonimi, venne aggiunto con decreto legislativo la specificazione Platani, in onore del vicino fiume.
Si narra che il luogo adatto su cui costruire il nuovo paese fu trovato il giorno dopo che il principe Spadafora passò una notte insonne a causa del caldo atroce. Per la ricerca di un posto più fresco e attraente, il principe si affidò alla Madonna della Luce.
Origini – I primi insediamenti umani, come testimoniano le vestigia ritrovate nella zona, risalgono almeno all’età neolitica. Alcune grotte destinate alla sepoltura sono ancora oggi visibili nei pressi delle contrade di Santa Margherita, Solfara, Marcatogrande e Corvo, mentre alcune tombe che erano state individuate in contrada Vignazze sono andate oggi perdute a causa di opere di bonifica del territorio. Nel 1877, a testimonianza della presenza dei romani nel territorio, furono rinvenuti i resti di un antico edificio di cui si sono conservati soltanto il pavimento a mosaico e le mura laterizie. Durante la dominazione araba, Acquaviva fu unita al vicino territorio di Sutera. A testimonianza di quell’epoca sono ancora visibili i resti di alcune tombe in contrada Santa Margherita e in contrada Vignazze. Sempre durante la dominazione islamica, i Berberi costruirono un casale per consentire ai viaggiatori una sosta di comodo e lo chiamarono Miknas: da qui il termine “michinese” utilizzato in epoca feudale per designare una buona parte del territorio di Acquaviva. Dal 1425 i nobili De Loharia e i nobili Castelli ressero le sorti del feudo, in seguito la signoria su questo territorio passò alla famiglia Spadafora. Il 20 giugno 1635 nacque il paese vero e proprio grazie a Francesco Spadafora, principe di Maletto e marchese di Roccella, che ottenne con regio privilegio il controllo della zona. Alla sua morte, avvenuta nel 1677, il feudo fu acquistato dalla baronessa Francesca Abarca. Nel 1687, morta la baronessa, il paese passo in eredità al nipote Michele Oliveri che di fatto acquistò da Carlo II di Spagna il prestigioso titolo di duca di Acquaviva.
Acquaviva Platani contemporanea – Dopo l’abolizione della feudalità in Sicilia (1812), e con i nuovi ordinamenti amministrativi degli anni 1816-1817, Acquaviva divenne comune autonomo. Nel 1862 fu aggiunto il nome Platani per distinguerlo dagli altri comuni italiani e in onore del vicino fiume.
Nel maggio del 2012 il comune è stato inserito nell’elenco delle “zone franche della legalità” in provincia di Caltanissetta, istituite con decreto del Presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo con l’obiettivo di dare nuovo slancio all’economia del territorio e di contrastare le richieste criminali.
Centro storico – La secentesca Chiesa Madre dedicata alla Madonna della Luce, edificata nel 1635, è stata la prima chiesa di Acquaviva. Il nome si deve al fondatore del borgo, il principe Spadafora, il quale a Messina frequentava una chiesa omonima. A metà del 17oo la chiesa fu ampliata e migliorata dal duca Francesco Oliveri e Gisulfo, mentre nel 1785 il duca Pietro Oliveri Migliaccio fece costruire la grande porta centrale dall’artigiano Agostino Lodato. L’architettura si rifà ad uno stile tardo-rinascimentale caratterizzato da una torre campanaria impreziosita da una loggia. All’interno della chiesa è conservato un crocefisso ligneo di fine Ottocento opera dello scultore Michele Caltagirone, detto Quarantino. Strutturata su tre navate a croce latina, custodisce le statue di San Giuseppe e dell’Immacolata attribuite al Bagnasco. La chiesa venne restaurata tra il 1970 ed il 1973.
Architettura Religiosa
- Chiesa della Madonna delle Grazie, centro di grande devozione popolare e meta di pellegrinaggio soprattutto durante il periodo estivo, la chiesa è stata eretta nel 1890. In precedenza nello stesso sito sorgeva un’altra chiesa, voluta dal sacerdote Scaduto intorno al 1870 ed in seguito abbattuta per la costruzione del cimitero di contrada Minimento. Successivi lavori di ampliamento portarono la chiesa allo stato attuale. All’interno della chiesa è possibile vedere una statua lignea dello scultore Michele Caltagirone.
- Chiesa del Purgatorio, conosciuta anche come Chiesa di Santa Maria del Carmelo, fu costruita nel 1914. La chiesa è un dono del devoto Sig. Corrado Milano Lanza al comune. Il sacerdote Giuseppe Calà vi fondò la confraternita delle Anime Sante del Purgatorio.
- Chiesa di Contrada Pennacchio-Santa Rosalia, fu voluta e finanziata dal Sig. Corrado Milano Lanza. All’interno della chiesa è custodito uno splendido crocifisso ligneo del Caltagirone.
Architettura Civile
Palazzo Ducale. La prima testimonianza dell’esistenza dell’edificio è stata rintracciata in un documento risalente al 1860: Caterina Spadafora, nella richiesta di vendita del feudo avanzata al regio giudice delegato, si riferisce all’edificio col generico termine di magazzino. In realtà è molto probabile che la costruzione del palazzo risalga a tempi più antichi vista la presenza ad Acquaviva Platani della signoria. L’edificio viene poi citato anche in un inventario del 1748. Al principe Francesco Spadafora è attribuita la pavimentazione settecentesca del salone che si presenta con mattonelle maiolicate al cui centro è realizzato lo stemma degli Oliveri.
La presenza di corsi d’acqua e di un clima favorevole hanno favorito, fin dai tempi più antichi, l’agricoltura. Mandorli, uliveti e alberi di agrumi e pistacchi ancora oggi fanno da sfondo a questa terra così ricca e rigogliosa. Ottima è la qualità dell’olio, delle mandorle e del vino; è presente una produzione casearia tramandata di generazione in generazione; pregiate e considerate tra le migliori d’Italia sono le arance e le pesche coltivate nell’alto Platani, le cui terre producono anche un grano eccellente dal quale si ottiene una pasta artigianale di alta qualità. Il borgo vive di un’economia prevalentemente agropastorale, l’allevamento di bestiame, cavalli e pecore contribuisce all’economia dell’area. Nel 2012 il comune è stato inserito nell’elenco delle zone franche della legalità della provincia di Caltanissetta, iniziativa che mira ad attirare investimenti sul territorio e incentivare la crescita economica. Nonostante questa ed altre iniziative, secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’economia nel 2017, Acquaviva Platani si classifica al 3° posto tra i dieci comuni più poveri della Sicilia.
Evoluzione demografica – A partire dal 1860 e fino al 1950 Acquaviva Platani ha conosciuto un importante incremento demografico che l’ha portata a raddoppiare abbondantemente la sua popolazione. Tale tendenza si è invertita drasticamente a partire dagli anni ’50. Secondo il censimento Istat, la popolazione residente al 1° Gennaio 2016 ammonta a 948 unità. Consultando le serie storiche possiamo vedere come lo stesso censimento riferito al 1° Gennaio 2002 registrava 1.223 unità. In percentuale la popolazione residente è diminuita del 22%, dato che fa di Acquaviva Platani, un centro di forte emigrazione.
Etnie e minoranze – In ragione dell’esiguità del territorio e dell’economia poco florida, il comune non è un luogo prescelto dall’immigrazione e dunque non sono presenti nel territorio comunale minoranze etniche di rilievo.
Musei – Museo dell’emigrazione, nacque il 4 agosto del 2005 nei locali dell’edificio San Giovanni Bosco. Ricordiamo che Acquaviva Platani è un centro emblematico dell’emigrazione degli anni ’50 del XX secolo, soprattutto verso il Regno Unito e la Francia.
Biblioteche – Biblioteca comunale, sita in via Ludovico Ariosto n° 1.
Teatri – Teatro San Francesco, sito in via Umberto I, fu istituito nella prima metà dell’Ottocento dal duca Francesco Oliveri.
Sacro e Profano – Le feste maggiormente sentite sono quelle legate al culto religioso. La festa del Santissimo Crocifisso, patrono del borgo, ha luogo l’ultima domenica di settembre. Al termine della messa nella Chiesa Madre, il simulacro del Crocifisso viene portato in solenne processione per le vie cittadine, accompagnato dalla banda musicale e dai fuochi d’artificio. La prima domenica di agosto viene celebrata la festa della Madonna delle Grazie, protettrice degli acquavivesi emigrati all’estero. Nell’omonima chiesa viene celebrata la Santa Messa mentre una solenne processione accompagna il simulacro della Madonna per le vie cittadine. In programma, spettacoli musicali e teatrali ed il sabato, solitamente, viene organizzata una notte bianca con balli latino-americani e di liscio. Dalla primavera del 2014, in concomitanza dei festeggiamenti in onore del Corpus Domini, si celebra la cosiddetta Breccialfiorata. Particolarità della manifestazione, la realizzazione di opere con della breccia (pietrisco) colorata e mescolata con la colla. I pannelli realizzati dagli artisti locali, raffiguranti scene liturgiche e immagini sacre, adornano le strade del centro storico. Da segnalare, la festa dedicata a Maria SS. Annunziata, meglio conosciuta come Festa della Madonna dei Salinari. È dedicata all’antica protettrice dei lavoratori nella miniera locale di sale. Si svolge dal venerdì antecedente la terza domenica di agosto e si conclude con la processione della domenica sera. I festeggiamenti sono arricchiti dalla banda musicale, dai fuochi d’artificio e da spettacoli artistici.
Piatto tipico della cucina acquavivese è la focaccia. Facile da trasportare e dal grande valore energetico, veniva preparata dalle donne per i mariti e i figli che andavano a lavorare nei campi. Richiede lunghi tempi di preparazione, l’impasto è fatto con l’uovo ed il ripieno è un mix di carne tritata e salame. Era considerato il piatto dei poveri anche se viene fatto con la carne, alimento che la gente più umile non poteva di certo permettersi quotidianamente.
- Giuseppe Plado Mosca (Acquaviva Platani, 1918 – Arbuzovka, 1942), fu l’eroico carabiniere che innescò la battaglia di Arbuzovka durante la Seconda Guerra Mondiale, rompendo l’accerchiamento in cui si trovavano intrappolati i nostri soldati. Il 6 febbraio 1951, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi conferì alla sua memoria la Medaglia d’Oro al Valore Militare. A lui è intitolata la piazza principale di Acquaviva Platani.
- Calogero Sorce (Acquaviva Platani, 1954), è un medico, scrittore, poeta e Cavaliere della Repubblica Italiana al merito. Tra i suoi libri troviamo: Una vita in quattro stagioni, Vidu niuru, Destini, La torre azzurra, Frammenti di vita, Virus 13 (il virus della separazione). È autore dei testi delle canzoni liriche raccolte nei volumi Nichilira, Canzuneddi siciliani, e Tritticu riliggiusu. Con le sue opere ha vinto numerosi premi letterari internazionali.
- Salvatore Quasimodo (Modica, 1901 – Napoli, 1968), poeta italiano e massimo esponente dell’ermetismo, ha passato gran parte della sua infanzia ad Acquaviva Platani per il lavoro del padre che era capostazione delle Ferrovie dello Stato. Ad Acquaviva Platani ha dedicato il poema Che vuoi pastore d’aria?, incluso nella raccolta Nuove Poesie.
- Elio Vittorini (Siracusa, 1908 – Milano, 1966), uomo di lettere, scrittore e traduttore. Anch’egli passò parte dell’infanzia ad Acquaviva Platani e la cita nella sua opera Conversazione in Sicilia (1941).
Come arrivare
L’abitato di Acquaviva sorge a meno di quattro chilometri da uno dei più importanti assi viari siciliani, la SS 189 Palermo-Agrigento. Attraverso quest’arteria la città è ben collegata sia alla costa tirrenica che al litorale agrigentino. Risulta più complicato raggiungere invece Caltanissetta, il capoluogo di provincia: è infatti necessario percorrere quasi cinquanta chilometri tra strade provinciali e attraversamenti di centri abitati. Gli aeroporti più vicini sono il Falcone e Borsellino di Palermo-Punta Raisi, seguono il Pio La Torre di Comiso e il Fontanarossa di Catania. Un po’ più distante troviamo infine l’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani-Birgi. Alla stazione di Acquaviva-Casteltermini arrivano e partono treni da e per Agrigento e Palermo. Le autolinee Sais ed Ast collegano Acquaviva con i maggiori centri siciliani e con gli aeroporti.