Scuola vandalizzata e chiusa a Siracusa, se ne parla finalmente in consiglio comunale
Ad indurre l’Assessorato alle Politiche Scolastiche a tale scelta le precarie condizioni in cui versa la struttura, notevolmente peggiorate negli ultimi anni. Le somme necessarie per la ristrutturazione ammonterebbero ad almeno 550 mila euro
(6 maggio 2019)
La chiusura della scuola di via Algeri, e gli atti vandalici che si sono susseguiti nell’immobile compromettendone la struttura e gli arredi, dopo le polemiche delle ultime settimane approda finalmente in aula con un’interrogazione presentata al question time dalla consigliera comunale Pamela La Mesa, presidente della 2^ Commissione consiliare.
Come si ricorderà, il plesso ubicato in via Algeri, facente parte dell’Istituto Comprensivo Chindemi, su decisione dell’Amministrazione comunale era stato chiuso fra le polemiche a febbraio. Ad indurre l’Assessorato alle Politiche Scolastiche a tale scelta le precarie condizioni in cui versa la struttura, notevolmente peggiorate negli ultimi anni e i cui interventi per la ristrutturazione da una prima stima ammonterebbero ad almeno 550 mila euro, cifra che occorrerebbe per ripristinare le condizioni minime di sicurezza per garantire lo svolgimento delle lezioni. Ad assestare il proverbiale colpo di grazia alla struttura, peraltro già in pessime condizioni, un inverno tutt’altro che clemente, caratterizzato da continue piogge e forti raffiche di vento che hanno sferzato con violenza tutta la provincia, procurando ovunque danni considerevoli.
Una soluzione tampone, quella di chiudere la scuola e trasferire i circa 70 alunni, dividendoli per classi d’età nel plesso centrale di via Basilicata e in quello di via Temistocle della Chindemi, in attesa del reperimento dei fondi necessari alla riqualificazione dell’immobile, mal digerita non soltanto da alunni e genitori. A sollevare non poche perplessità anche le associazioni di volontariato che da anni operavano nei locali della scuola proponendo attività alternative e di intrattenimento per adulti e piccini del quartiere, facendone uno dei pochi presidi di legalità presenti nella popolosa periferia cittadina.
Principio che, a distanza di pochi mesi, si è rivelato in tutta la sua urgenza quando a fine aprile la struttura, essendo rimasta priva di sorveglianza, è stata oggetto di ripetuti furti ed atti vandalici. “La chiusura della scuola, – spiega Pamela La Mesa – è stata già oggetto di approfondimento in II Commissione durante l’incontro con l’Assessore all’Edilizia Scolastica sul tema del dimensionamento scolastico, al quale è stato indicato che sarebbe stato opportuno prendere provvedimenti in attesa dell’avvio dei lavori di ristrutturazione dei locali e del reperimento dei fondi per realizzarli, sia per evitare la paventata occupazione abusiva dei locali, che per proteggerli da eventuali atti vandalici. In quella occasione fu anche fatto presente il disagio rappresentato da diverse mamme degli alunni che frequentavano la scuola nel cuore del quartiere popolare della Mazzarrona per il repentino cambio sede, e le difficoltà di accompagnare i propri figli nei plessi a cui sarebbero stati destinati”.
Poi cosa è successo?
Come temevamo, il plesso scolastico è stato già oggetto di svariati atti vandalici e di furti per i quali è stato necessario l’intervento delle Forze dell’Ordine e della Polizia Municipale. Parliamo di una struttura a suo tempo dotata di molti servizi fondamentali per la didattica quali palestra, laboratori, mensa nonché di un grande parco, è un plesso consistente dal punto di vista volumetrico e patrimoniale il cui valore non deve essere depauperato. Non dimentichiamo poi che ha un valore importantissimo dal punto di vista sociale perché è divenuto nel tempo luogo di confronto degli alunni e dei residenti, grazie alla promozione delle iniziative: “La Casa dei Cittadini” e il “Progetto pilota Urbact II – GeniUS Open”, che ha visto la presenza di esperti italiani e stranieri sui temi “Valorizziamo insieme la grande bellezza della Mazzarona”. La scuola è divenuta luogo di incontro e partecipazione dei ragazzi e delle famiglie dei residenti e non, che hanno mostrato segni di vitalità anche grazie al supporto delle associazioni insieme alle quali abbiamo garantito dopo-scuola per i ragazzi, incontri e momenti di svago. Per ben due anni i Focolarini provenienti da tutta Italia hanno intrattenuto i bambini dai 6 ai 14 anni con intense attività di studio e di svago che ancora sono un ricordo indelebile per i partecipanti.
Cosa chiede adesso all’Amministrazione e quale soluzione propone?
Chiedo in primo luogo quali provvedimenti siano stati adottati dall’Amministrazione per il reperimento dei fondi per il finanziamento dei lavori di ristrutturazione del plesso scolastico e quali previsioni siano state fatte circa i tempi di inizio e realizzazione dei lavori ma soprattutto quali misure siano state poste in essere per evitare che l’immobile sia ancora oggetto di furti e o atti vandalici nelle more del ripristino della piena sua funzionalità. Su questo fronte faccio all’Amministrazione la proposta di allocare nella scuola una postazione delle forze dell’ordine H24. Servirebbe a dare un segnale concreto della presenza dello Stato e allo stesso tempo ad evitare la completa distruzione di un luogo simbolo della comunità”. Non a caso si è parlato a lungo di trasferire proprio in quella zona la nuova sede della Polizia Municipale. Il mio suggerimento di spostare li un presidio delle forze dell’ordine, Polizia Municipale compresa, nasce proprio da questo, sarebbe un segno tangibile della volontà di voler preservare l’immobile da ulteriori danneggiamenti e contemporaneamente dare un segnale ai residenti della presenza dello Stato in un quartiere fortemente degradato sul piano urbanistico e sociale.
Nadia Germano Bramante