Alessio Modica, l’osteopata con la passione per i motori: dopo 16 anni torna in pista ed è podio!
Lo scorso week end ha corso nel Campionato Formula X Italian Series, con il supporto del Team Sim Racing motorsport sulla vettura del gruppo Predator's, ed è riuscito a conquistare il terzo gradino al termine di una spettacolare rimonta
(3 maggio 2019)
Libertà, emozione, passione. Non ha dubbi Alessio Modica se gli si chiede di descrivere con tre parole il mondo delle corse, quell’adrenalina che inizia a scorrere nelle vene alla sola vista di una vettura da pilotare. Veloce, velocissimo, affrontando ogni curva e accelerando in ogni rettilineo, con l’unico obiettivo di superare per primo la bandiera a scacchi. Classe 1984, modicano, Alessio è un affermato e stimato medico osteopata, ma all’amore per il lavoro che ha scelto e per il quale ha studiato e si è formato, unisce quello per le gare, la pista, le tute, il casco, quel brivido che solo il pigiare sull’acceleratore è in grado di dare e che, a distanza di 16 anni, lo ha spinto a rimettersi in gioco, volando all’autodromo Varano de’ Melegari, in provincia di Parma, per prendere parte, lo scorso week end, al Campionato Formula X Italian Series, con il supporto del Team Sim Racing motorsport a bordo della vettura del gruppo Predator’s. Dopo una bella rimonta, Alessio è riuscito a conquistare il terzo gradino del podio di categoria e lui stesso scrive, sul suo profilo Facebook, “Come prima gara d’esordio, dopo anni di inattività, non posso che ritenermi soddisfatto! Se riusciremo ad avere il giusto supporto, la prossima tappa sarà all’Autodromo di Grobnik per la coppa del Mondo”.
“La passione per i motori nasce da piccolo – racconta a Ialmo – ed è un qualcosa di innato, che senti dentro. Al primo udir del rombo di una moto o di una super car ti si accende un fuoco che la alimenta e la rende forte al punto da non poterne fare a meno. Io ho iniziato a correre da bambino con i kart, – continua – per tanti anni solo come passatempo domenicale, ma le doti di guida venivano a galla spontaneamente. Così, nel 2000, ho partecipato al 131° corso della Scuola Federale ACI – CSAI settore Velocità a Vallelunga, superato con successo, e sono entrato in contatto con vetture granturismo e monoposto di vario tipo, fino alla Formula 3 Dallara Alfa Romeo. Da li in poi tutto cambiò. Avevo capito cosa volevo fare nella vita, avevo uno scopo e la passione domenicale si era trasformata in un obiettivo fisso da raggiungere”. L’anno seguente Alessio partecipa a tre giorni di test con vetture Formula Ford all’autodromo di Magione, risultando il pilota più veloce tra i 15 partecipanti, ed è lì che un team di grande importanza nel panorama europeo lo nota e gli propone di correre nel Campionato Italiano Formula Renault Monza. “Fu la mia prima esperienza a livello professionistico, in un ambiente nuovo e tutto da scoprire. Nonostante l’inesperienza, – ricorda – sin dalle prime gare fui il più veloce dei 4 piloti del Team e ottenni i piazzamenti migliori in griglia e nelle gare a seguire. Nella tappa europea di Spa Francorchamps arrivai 7° su 38 partecipanti, e nell’arco della stagione feci registrare risultati di spicco in alcuni dei circuiti più prestigiosi come Monza, Mugello, Imola e Misano Adriatico. La stagione successiva – prosegue – arrivò il salto di categoria in Formula Renault 2000, vettura propedeutica alla Formula 1, correndo per un team non tra i migliori del paddok. Purtroppo tutto girava intorno al budget, più il pilota portava sponsor più si poteva mirare alla vittoria in campionato, sviluppando la vettura e l’utilizzo degli pneumatici. Quella stagione non fu positiva per me, in quanto non fummo capaci di trovare il budget sufficiente per poter affrontare una stagione completa con il giusto bagaglio tecnico. Era la mia ultima gara: Monza, 19 Ottobre 2003. Nonostante tutto ottenni il record di velocità della categoria, poi mi ritirai per mancanza di supporto economico. Se lo avessi avuto, la strada era ben tracciata: avrei fatto il salto in categorie superiori come la F3 o la F3000 puntando alla Formula uno. Ma è rimasto un sogno chiuso in un cassetto”.
Lasciato il cassetto a prendere polvere, Alessio Modica si butta a capofitto sui libri e si dedica alla carriera. Ma il pensiero e il ricordo di quell’adrenalina continua, di tanto in tanto, a far capolino, bussa alla porta, e oggi, dopo 16 anni, lo ha spinto a riprovare. “Ovviamente non miro più alla Formula 1, ma a coltivare quello che mi ha sempre fatto sentire vivo, la mia grande passione. Correre, correre per me stesso. E tuttora – dice – sto lavorando insieme al mio Manager per trovare gli Sponsor che possano darmi il giusto supporto per affrontare la prossima stagione con una vettura vincente. Sarei veramente felice di trovare delle aziende, dei brand, che volessero sviluppare con me questo progetto, per arrivare al successo insieme. Quella di quest’anno vorrei che fosse solo una stagione di passaggio, di preparazione in vista di quella del 2020. Nonostante la mia età e la mia inattività più che decennale, ho deciso che è il momento di rimettermi in gioco e combattere per ciò che mi fa sorridere”.
Rispetto al passato, le emozioni sono sempre le stesse? Cosa ti ha dato questa gara chiusa con un podio? E questo terzo posto a chi lo dedichi?
Tornare in pista dopo tutti questi anni mi ha regalato emozioni fortissime, la settimana prima di partire ero già in ansia, non sapevo come sarebbe finita nè cosa sarebbe successo, ma scalpitavo e volevo assolutamente vedere se il mio piede funzionava ancora! Tutto sommato sono rimasto sorpreso dall’essere arrivato il venerdì, senza conoscere la vettura e senza l’adeguata preparazione, e aver avuto il passo dei primi, ottenendo un podio di categoria inaspettato. Superata la bandiera a scacchi, quando ho realizzato che ero sul podio, mi sono emozionato e ho pianto di gioia! Una valanga di emozioni accumulate negli anni sono esplose in un millesimo di secondo, esattamente nel momento in cui ho tolto il piede dall’acceleratore. E’ sempre bello realizzare i propri sogni, dovremmo tutti mirare a quell’obiettivo e non mollare mai la presa! Questo podio vorrei dedicarlo ai miei genitori, che sin da piccolo mi hanno appoggiato in questo percorso. Senza di loro non sarei mai arrivato dove sono adesso, e poi vorrei dedicarlo alla mia cara nonna, scomparsa lo scorso mese. E’ stata li con me, dentro il casco, a darmi quella spinta in più!
Prossimi impegni in pista? E come pensi di prepararti?
Affronterò diversi test e week end di gara del campionato italiano corrente per prendere il giusto feeling con la vettura e con lo staff del team, e nel 2020 saremo in griglia di partenza per affrontare tutta la stagione completa dell’italiano, l’europeo e la coppa del mondo. Ovviamente, il tutto sarà contornato da una preparazione fisica mirata. Tutto questo sarà possibile soltanto se riusciremo a trovare il giusto supporto economico da parte degli sponsor, e spero vivamente che riusciremo a spuntarla.
L’augurio per il tuo futuro? Da pilota, da medico e da uomo…
Realizzare i miei sogni e le mie ambizioni, sia in ambito professionale che nel mondo dello sport! Non sembra, ma le due cose sono strettamente correlate! Come diceva Confucio: “Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare nemmeno un giorno della tua vita”. Io amo il mio lavoro e amo ancor di più il mondo delle corse! Questo è tutto ciò che mi serve per vivere felice, e mi auguro di poter continuare a farlo sempre con la stessa passione che sento adesso dentro di me.
Valentina Frasca