Randagismo a Siracusa, la risposta del Comune all’appello delle associazioni
Nel capoluogo Aretuseo ci sono mille cani nei canili, un’enormità se si pensa che Catania ne ha 1300. Il dirigente del Servizio Ecologia e Sanità Pubblica, Rosario Pisana, spiega le difficoltà dell'Ente
(17 aprile 2019)
Vi abbiamo documentato ieri la problematica situazione legata al randagismo e ai canili di Siracusa, dando voce alle associazioni, ai volontari e alle perplessità degli animalisti che, per diritto di replica, abbiamo voluto girare al dirigente del Servizio Ecologia e Sanità Pubblica con delega al Randagismo del Comune di Siracusa, Rosario Pisana. “Premesso che il nostro è un servizio che stiamo rifondando per via dei pensionamenti, – dice Pisana – e che ad occuparcene adesso siamo in tre, io e due dipendenti di cui una ad orario ridotto, stiamo pian piano riprendendo le fila cercando di ricostruire quanto fatto da chi ci ha preceduto. Consideriamo fondamentale il supporto delle associazioni animaliste del territorio, e in merito alle linee guida per il contrasto e la prevenzione del fenomeno del randagismo emanate dalla Regione, naturalmente le applicheremo alla lettera per quanto possibile”.
I due Canili con i quali il Comune è convenzionato sono pieni e con la gara andata deserta, come intende procedere a questo punto il Comune?
Noi abbiamo due canili che sono in proroga perché, appunto, la gara è andata deserta, e ci stiamo accingendo entro questa settimana, mi auguro prima di Pasqua, a fare un invito a tutte le associazioni iscritte all’albo regionale dei rifugi. Speriamo che partecipi qualcuno, altrimenti non sappiamo materialmente cosa fare. Una gara europea l’abbiamo fatta e speravamo che, essendo ad ampio spettro, potesse funzionare, invece non è stato così, quindi faremo un invito diretto.
Le associazioni animaliste lamentano scarsa collaborazione da parte del vostro ufficio nei casi di emergenza, come risponde?
Stiamo cercando di ricreare una rete di volontari che possano effettuare un servizio sul territorio, pur con divergenze nelle vedute, anche perché noi siamo un’istituzione e certe condizioni per legge siamo obbligati a dettarle. Stiamo, inoltre, cercando di creare una rete sanitaria, abbiamo mandato una pec a tutti i veterinari di Siracusa per garantire il pronto intervento in caso di emergenza. Spesso la pubblica amministrazione viene vista come il nemico quando invece dovrebbe essere percepita come il servizio. Giuridicamente, nei festivi e prefestivi, potremmo dire che non siamo pagati per dare riscontro, ma ci rendiamo conto che siamo in emergenza quindi la trattiamo come tale: rispondiamo alle chiamate, chiamiamo il veterinario e il canile perché si occupino del caso quando si pone, facciamo tutto quello che farebbe del personale creato ad hoc solo per questo tipo di esigenze, cosa che invece per noi non è così perché ci occupiamo di moltissime altre cose che esulano dal randagismo. Due persone per fare tutto questo mi sembrano oggettivamente sottodimensionate, abbiamo fatto richiesta di nuovo personale nella speranza che venga evasa.
Quindi alle associazioni che lamentano la mancanza di collaborazione da parte vostra cosa risponde?
Che non è così, perché per noi la collaborazione con le associazioni è fondamentale. Pensate solo al problema del randagismo e della sterilizzazione, solo i volontari e le guardie zoofile possono occuparsene con efficacia grazie alla loro sensibilità e conoscenza del territorio.
Anche se la normativa regionale di cui parlavamo prima afferma che in realtà l’opera dei volontari dovrebbe essere di contorno e completamento all’attività svolta dall’Ente….
Si, ma nel nostro caso questo diventa un contorno strutturale perché i legislatori fanno le norme ma poi non le applicano sul territorio, con il sotto dimensionamento del personale. Nel nostro caso, essendo Area Ambiente, svolgiamo molte altre mansioni e diventa impossibile riuscire ad occuparsi di tutto, ecco perché il ruolo dei volontari diventa strutturale e non di contorno. A questo si unisce la realizzazione, si spera in tempi brevi, del nuovo canile sanitario che ospiterà circa 100 cani e che finalmente si occuperà dei casi di emergenza in modo ottimale. La cosa che davvero mi ha sorpreso è scoprire che Siracusa ha mille cani nei canili, è un’enormità se pensate che Catania che ha il triplo del nostro territorio ne ha 1300.
Come si risolve allora la questione ?
Come ho detto, prima si risolve con l’impiego di più personale da parte nostra e senza dubbio con una rete formata con protocolli di intesa tra Comune e associazioni ma anche con una migliore sinergia con l’Asp.
Il Comune ha mai considerato di sanzionare i privati che continuano impunemente a far fare cucciolate ai propri cani per poi gettarle per strada?
L’idea del lavoro in rete vale anche per la prevenzione delle cucciolate clandestine che divengono, in primis, un costo aggiuntivo per il Comune. Io non sono per usare metodi sanzionatori, non è nella mia filosofia, tuttavia basterebbe intensificare i controlli da parte di apposite guardie zoofile sui cani di famiglia, la presenza o meno di microchip e far valutare l’opportunità di un’eventuale sterilizzazione. Il cittadino va sensibilizzato, non sanzionato.
Provvedimenti nell’immediato?
Pochi giorni fa abbiamo fatto una riunione per stabilire la linea di comando in caso di intervento, che comprende il Servizio randagismo, i vigili urbani e l’Asp. Durante le emergenze i vigili chiameranno il veterinario e il canile, decideranno e certificheranno cosa fare senza più giustificazioni tipo “io non ci vado perché il Comune non ha soldi” oppure “io non ci vado perché i canili sono pieni”. Intanto bisogna assumersi la responsabilità, poi si metteranno in deroga le autorizzazioni. Io posso lavorare chiedendo la deroga all’Asp e se mi risponde picche allora vuol dire che si farà una riunione col Prefetto, il Sindaco e il direttore dell’Asp e si prenderanno delle decisioni.
Nadia Germano Bramante