Cabrio “Duepuntozero”: ecco il nuovo album di Angelo Soraci, e il 19 aprile arriva “Penso a lei”
L'artista messinese, trapiantato in Svizzera, si racconta in esclusiva a Ialmo e parla del suo ultimo lavoro e dei progetti per il futuro: "Nei miei brani canto la vita - dice - con il linguaggio moderno sviluppato dai social"
(9 aprile 2019)
“Ho avuto la fortuna di avere un nonno materno amante della buona musica e collezionista invidiabile di dischi. Già a quattro anni ascoltavo Celentano, a sei ho partecipato alle selezioni per lo Zecchino D’Oro. Più avanti, ho imparato a suonare la chitarra spinto da mio cugino Giacomo Aurnia, cantautore nostrano che stimo molto non solo per il legame di parentela ma anche artisticamente. Così, accompagnandomi con la chitarra, ho cominciato a scrivere i miei primi brani”. A raccontarsi con queste parole a Ialmo è Angelo Soraci, detto Cabrio, messinese classe 1986 che da qualche tempo ormai vive a Lugano, in Svizzera. La musica gli scorre nelle vene insieme al sangue e alle spalle ha diverse esperienze e numerose partecipazioni nelle più importanti kermesse regionali e nazionali, dal Cantagiro ad Aspettando Sanremo, da “Il palco dei talenti” a “Sanremo Giovani”. Per anni fa incetta di premi e riconoscimenti, scrive, canta e tenta la strada dell’autoproduzione, lavorando al suo primo disco dal titolo “Pensa”, che raccoglie sei brani inediti.
Adesso, a distanza di tre anni circa, ecco il secondo album: “Duepuntozero”. E’ uscito a marzo, prodotto dallo stesso Soraci, ed è composto da cinque brani indie-pop, due dei quali scritti dallo stesso Cabrio che ha scelto anche il titolo della sua seconda fatica discografica, un nome che segna e simboleggia la sua rinascita musicale.
Angelo, il 19 aprile è una data importante per la tua carriera artistica. Che succede?
Ebbene sì! Finalmente sarà fuori ovunque il mio nuovo singolo “Penso a lei”, primo estratto dell’EP “Duepuntozero” al quale, il primo maggio, seguirà il video sul mio canale ufficiale CabrioVEVO. Sono molto contento del lavoro svolto in studio insieme a Sante Rutigliano, produttore artistico di tutto il disco, e a Giovanni Versari che lo ha masterizzato. Non anticipo nulla sulla tematica del brano anche perché il titolo è già uno spoiler. Ascoltatelo!
Diciamo, comunque, che gli ultimi mesi sono stati forieri di diverse novità: da Sanremo alla firma con una casa prestigiosa casa discografica…
Sanremo è stata un bellissima esperienza. Il contatto con gli artisti già consacrati, i consigli e gli aneddoti, in parte rubati agli stessi, e le varie esibizioni sia in radio che su quei prestigiosi palchi, mi hanno fatto continuare ad imparare perché, lo sappiamo tutti, d’imparare non si smette mai. E’ stato proprio li che ho incontrato Davide Maggioni (Rusty Record), un produttore discografico della provincia di Milano, che, ascoltando i miei brani, mi ha proposto un progetto davvero originale, che punta a valorizzare l’operato di noi giovani. Mi riferisco al “Maionese Project” by Matilde Dischi, al quale sto partecipando appunto con il mio nuovo singolo. Il “Maio”, come lo chiamo io, prevede il lancio di diversi artisti “Indie” nel panorama musicale italiano. Quindi tra i grandi nomi che stanno cambiando la musica in Italia, ci sarà anche il mio e per questo devo dire grazie a Giuseppe Fisicaro (The Web Engine), che è stato quello che ha creduto in me dall’inizio e mi ha permesso di conoscere Davide Maggioni.
Il tuo stile musicale come lo descriveresti? E quali messaggi ti piace trasmettere attraverso le tue canzoni?
E’ uno stile molto personale, frutto di diversi periodi artistici perché mi piace spaziare tra i vari generi. Adesso sono molto “Synth”, quindi al passo coi tempi, mi piacciono le tastiere, i suoni analogici, elettronici e con pochi strumenti “reali”. Nei miei brani parlo molto della mia vita, con un linguaggio sviluppato dai social, l’attuale linguaggio moderno per intenderci.
La Sicilia è, da sempre, terra di grandi artisti e di grandi talenti. Alla luce della tua esperienza, quali sono i limiti maggiori con i quali ci si scontra?
Essere siciliano è una bella responsabilità, perché non puoi non essere ispirato da una terra del genere, sei quasi obbligato ad intraprendere un percorso artistico. La metropoli, al contrario, è troppo frenetica e ci si distrae facilmente. Purtroppo, come è successo a me, i giovani siamo costretti ad emigrare per far sentire la nostra voce ed aspirare a quel successo che qui è quasi impossibile raggiungere. L’importante, comunque, è non dimenticare mai le proprie origini.
Prossimi impegni?
Ci vediamo il 14 aprile a Milano, in occasione di “Spaghetti Unplugged”, ed il 16 Maggio, sempre a Milano, all’interno della Fiera Internazionale della Musica.
Valentina Frasca