Saverio Bosco ci apre le porte della sua Lentini: “Siamo una città accogliente, con diritti uguali per tutti”
Con i suoi 35 anni, è il sindaco più giovane del comune siracusano. Eletto nel 2016, lascia intendere di avere intenzione di proseguire nella sua avventura e a Ialmo racconta cosa è stato fatto fino ad ora, le principali difficoltà riscontrate e i progetti per il futuro
(1 aprile 2019)
E’ il 31esimo Sindaco della Città di Lentini ed è anche il più giovane primo cittadino eletto nella storia della città: Saverio Bosco, 35 anni, di professione farmacista, succede ad Alfio Mangiameli battendo al ballottaggio l’avversario Stefano Battiato.
Eletto Sindaco nel 2016 con 5138 preferenze, è stato sostenuto da tre liste civiche: Soluzione, Ora ed Idea. Alla guida della cittadina barocca di origine greca, l’antica e prestigiosa Leontinoi, di cui conserva testimonianza attraverso i resti archeologici custoditi presso il Museo e il neo istituito Parco archeologico, Bosco arriva dopo aver militato come consigliere comunale, dal 2008 al 2011 nella fila del PD e dal 2011 al 2016 nelle fila di S.E.L. Conosciuta per la produzione dell’Arancia Rossa di Sicilia (IGP), insieme con le città di Carlentini e Francofonte, che costituiscono il noto “triangolo agrumetato” del sud est siciliano, ma anche per il famoso “Pane di Lentini” inserito ufficialmente fra i Presidi Slow Food, la città di Lentini, forte di queste tipicità nell’ambito agroalimentare e della sua cultura millenaria, avrebbe tutti i numeri per avviare con successo un modello di sviluppo basato su queste caratteristiche e molte altre importanti tipicità del versante sud orientale della Sicilia. Ma il condizionale è d’obbligo, in conseguenza dello stato di dissesto in cui versano le casse comunali della città, situazione che nel settembre scorso ha spinto proprio il primo cittadino a lanciare una provocazione destinata a fare scalpore.
Con una lettera indirizzata al premier Conte, Bosco richiedeva di rateizzare in 76 anni i debiti dei cittadini di Lentini per i mancati tributi nei confronti del Comune, praticamente chiedendo di accedere alle stesse modalità concesse dai giudici alla Lega del ministro dell’Interno Matteo Salvini per la restituzione dei 49 milioni, nell’ambito della truffa ai danni dello Stato sui rimborsi elettorali 2008-2010. Una richiesta certamente provocatoria quella di Bosco, ma lanciata con l’intento di puntare l’attenzione sulla precaria situazione in cui versano le casse comunali, così come già accaduto a molti altri Enti siciliani ai quali, in seguito al progressivo taglio dei fondi nazionali e regionali degli ultimi anni, non è rimasto che dichiarare lo stato di dissesto. “Ovviamente la mia è stata una provocazione che nasce dall’amarezza di constatare una sorta di disparità tra la politica centrale che fa le leggi e la politica locale che le subisce ed è relegata a fare un mero lavoro di esattoria e vessazione dei cittadini. In assenza di trasferimenti nazionali e regionali ormai il sindaco deve riscuotere sempre più tasse per garantire ai cittadini dei servizi che in altri tempi sarebbero stati finanziati dai fondi nazionali e regionali: ecco a cosa sta portando il federalismo fiscale. In questo panorama, noi sindaci siamo costretti a fare scelte impopolari, a volte strazianti perché come fai a scegliere tra garantire un sevizio ad un disabile psichico e non ad un disabile grave, a chi la devi tagliare la retta per il ricovero? A quel punto non puoi fare scelte, decidi di pagare e anche se poi la Corte dei Conti ci punirà almeno avremo la coscienza a posto”.
Avete pensato a misure alternative per sopperire alla mancanza di fondi?
Si, ad esempio ci stiamo rivolgendo ai finanziamenti europei e regionali su progettazioni ad hoc per la ristrutturazione delle scuole, per l’installazione di pannelli fotovoltaici all’insegna dell’economia sostenibile. Inoltre, negli ultimi giorni, sono stati finanziati il restauro della Chiesa madre di S.Alfio e la ristrutturazione di una scuola che ospita 400 alunni.
A proposito di finanziamenti, avete incassato lo sblocco di un’opera a lungo attesa, il rifacimento di via Etnea, importante via di fuga, anche se non sono mancate le polemiche con il suo predecessore…
Pensi che quella fu un’opera finanziata con fondi del ’91 e ancora aspettavamo il suo compimento. Quanto alle polemiche, davvero non le capisco. Noi non abbiamo mai detto che il progetto è nostro, e del resto nemmeno Alfio Mangiameli lo può dire perché lui ha governato dal 2006 fino al 2016 e questo è un progetto antecedente. Anzi, è curioso che in tutto questo tempo non sia riuscito a sbloccare l’iter dell’opera. Il nostro compito è proprio questo, terrorizzare gli assessori regionali affinché sblocchino le cose che riguardano il nostro territorio.
Sulla base di quest’ultima dichiarazione qual è la sua Lentini? Non il sogno, ma quella reale…
La mia Lentini è quella che stiamo cercando di far conoscere, una città accogliente in cui ci siano uguali diritti e per questo nasce la polemica con Salvini. I miei cittadini devono essere messi nelle stesse condizioni di un cittadino milanese nel fruire di spazi e servizi, di avere una tassazione mirata, ma per questo servono anche i fondi regionali che devono tornare ad essere erogati. Solo così posso garantire tutti quei parametri, (la razionalizzazione del traffico, la mobilità e l’edilizia sostenibile, la creazione di parchi e zone ricreative), che fanno di una città un luogo vivibile e con una buona qualità della vita.
A proposito di servizi, alcuni suoi colleghi potendo fare cassa hanno deciso di internalizzarli; ma nel vostro caso?
Per noi esternalizzare è stato un obbligo, perché purtroppo non abbiamo solo un problema economico ma anche organizzativo. La macchina comunale che nel 2000 contava 270 dipendenti adesso ne ha 190, 120 dei quali a tempo parziale, frutto di stabilizzazioni di dipendenti ex art. 23 senza qualifica e con meno ore. Quindi non solo non bastano le ore ma in questa situazione, sempre per i noti problemi economici, devo provvedere ad aumentare la riscossione dei tributi e per fare questo devo impiegare il personale a tempo pieno e pensate che oggi ne ho 4 a tempo parziale che non possono materialmente seguire al meglio l’utenza. La conseguenza è che non si riscuotono i tributi e non si possono reiscrivere quelle cifre in bilancio, quindi non si potranno utilizzare. E’ un cane che si morde la coda.
A proposito di servizi, però, un risultato positivo lo potete vantare: la buona percentuale di raccolta differenziata. Com’è stato possibile?
Abbiamo iniziato a farla dopo tre mesi dal nostro insediamento quando ancora c’era il Governo Crocetta. Non avevamo mezzi, abbiamo fatto solo comunicazione e senza investimenti abbiamo ottenuto nel giro di un anno il 40%, senza averne l’obbligo che poi è arrivato nel 2017. Adesso siamo fermi al 50%, dette così sembrano cifre sterili ma in realtà sono 400 tonnellate in meno mensili che vanno in discarica, il 100% di plastica riciclata. Non ne troviamo più sul territorio, abbiamo ottenuto un risultato enorme che, se fosse stato programmato da dieci anni a questa parte, avrebbe davvero cambiato di molto le cose.
Programmi per il futuro, anche se con poca capacità economica?
Io non vorrei lamentarmi sempre, preferisco parlare di opportunità anziché di criticità, abbiamo fatto un bellissimo ecoparco, abbiamo progettato una pista ciclabile, stiamo ripristinando le strade, quasi tutte disastrate, abbiamo rifatto il salotto “buono” di Lentini che è la via Garibaldi. Le prossime opportunità saranno quelle di rendere la città, lo dicevamo come slogan, “normale” ma adesso vogliamo renderla particolare, dal punto di vista culturale, della fruibilità, della sostenibilità, e della mobilità a piedi e in passeggino. Chissà che non sia il simbolo per la prossima campagna elettorale…” .
L’ultima parola sulle infrastrutture: si farà la Rg-Ct?
Dopo le manifestazioni e l’incontro che noi sindaci abbiamo avuto a Roma, i segnali che ci arrivano sembrano positivi. In ogni caso, sulla fattibilità dell’opera aspettiamo la valutazione del Cipe, ma vogliamo essere ottimisti.
Nadia Germano Bramante