Discariche a cielo aperto a Marina di Acate: il Comune come pensa di risolvere?
Intervista a tutto campo al Sindaco Giovanni Di Natale, che annuncia: "Entro Pasqua puliremo". Peccato che in pochi giorni la situazione tornerà come e forse anche peggio di prima, e debellare il fenomeno sembra impossibile. Ma in suo aiuto ora arriva la Federazione della Caccia
(28 marzo 2019)
La settimana scorsa vi abbiamo documentato lo stato in cui versa la frazione di Marina di Acate, nei pressi della foce del fiume Dirillo. Ovunque cumuli di spazzatura, che hanno raggiunto la strada fino a bloccarla e chiuderla. Alla fine qualcuno ha “risolto” a modo suo, bruciando tutto. Il problema è grave, e le conseguenze per l’ambiente e la salute sono molto più serie di quanto si possa immaginare. Come promesso, abbiamo contattato il sindaco di Acate, Giovanni Di Natale, per capire come si pensa di intervenire e la situazione che ci è stata illustrata è preoccupante, dato lo stato di dissesto in cui versano le casse comunali.
Il problema in questa zona si trascina da anni, e l’avvio della raccolta differenziata, con il ritiro dei contenitori dell’indifferenziato, l’ha solo aggravato. “E’ un territorio troppo vasto e difficile da controllare, con un tasso elevatissimo di popolazione sommersa e nascosta tra campagne e casolari di cui non sappiamo nulla e che, ovviamente, non differenzia” spiega il primo cittadino. A Marina di Acate i netturbini della Meco.Gest. si recano ogni giorno, per ritirare i rifiuti differenziati nelle aziende e nelle case nelle quali risultano residenti, e quello che gli amministratori stanno cercando di fare è sensibilizzare i titolari delle aziende affinché dicano ai loro operai di non gettare i rifiuti in giro, ma di conferirli in azienda, negli appositi mastelli. Purtroppo, però, non sta funzionando. “Ci stiamo facendo fare un preventivo dalla Meco.Gest. per capire quanto ci costerà ripulire tutto. Ad ogni modo, – annuncia Di Natale – prima di Pasqua puliremo sicuramente, perché non possiamo far trovare il territorio in queste condizioni ai visitatori. In pochi giorni, però, le discariche si riformeranno di nuovo, è sempre così. Il problema è che siamo in debito con la ditta, siamo fermi con i pagamenti all’estate 2018 e parliamo di milioni di euro di debito. Per questo, in passato, abbiamo ripulito con l’aiuto dei volontari, ma non è sempre possibile”.
Vogliamo spiegare bene la situazione debitoria dell’ente?
L’appalto è da 90mila euro al mese, ai quali vanno aggiunti i soldi per Ato, Srr e discariche varie nelle quali andiamo a conferire, quindi ogni mese non spendiamo meno di 110mila euro solo per la spazzatura, e arriviamo a 1,5 – 2 milioni l’anno circa. In città la raccolta differenziata funziona, siamo partiti dal 26% e ora la fa correttamente circa il 60% degli acatesi, il problema è nelle campagne. Altro gravissimo limite è quello della TARI: la paga solo il 35% dei cittadini, permettendoci introiti per 700mila euro l’anno, ma dato che, come detto, le spese si aggirano sui 2 milioni, è ovvio che siamo perennemente in perdita.
E il fatto che l’abbiate pure aumentata non vi aiuta, immagino…
Siamo stati costretti ad aumentarla del 26%, ma ora la stiamo ricalcolando per abbassarla nuovamente. Purtroppo è una richiesta che ci è arrivata direttamente da Roma nel momento in cui abbiamo presentato un piano di rientro, nell’eterno tentativo di riequilibrare i conti. Ora stiamo predisponendo il nuovo PEF (Piano Economico Finanziario) e sicuramente una diminuzione ci sarà. Inoltre, martedì ci sono stati accreditati i 3,4 milioni stanziati dal Governo centrale come anticipazione di cassa, essendo noi un comune in dissesto. Sono soldi che dovranno essere restituiti, ma che ci permetteranno di pagare i debiti pregressi dal 2015, compresi quelli con la Meco.Gest, che è subentrata alla Busso nel 2017. E anche con la Busso c’è un debito che stiamo pian piano onorando. Adesso che ci hanno elargito queste somme, stileremo un programma per pagare il maggior numero possibile di creditori.
Tornando al controllo del territorio, le forze dell’ordine non vi possono aiutare?
Abbiamo una caserma dei Carabinieri sottodimensionata e appena 5 vigili urbani: hanno decisamente altre emergenze e problemi di cui occuparsi. Per fortuna, il Prefetto di Ragusa ha finalmente accettato la richiesta della Federazione Italiana della Caccia per l’istituzione delle guardie ambientali. Noi, come Comune, da diversi mesi abbiamo già una convenzione con loro che va proprio in questa direzione. Ci aiuteranno volontariamente e in forma gratuita e non appena è arrivato l’ok del Prefetto abbiamo messo mano alla delibera di giunta, che è immediatamente esecutiva.
E le telecamere? Perché non installarne qualcuna a Marina e attivare quelle in città?
In centro abbiamo un impianto che consta di 74 telecamere che non sono mai entrate in funzione. Quando mi sono insediato ci siamo fatti fare un preventivo da due ditte, ma hanno fatto i loro sopralluoghi e poi sono spariti senza darmi alcuna risposta. Allora ci siamo rivolti ad una terza ditta e adesso aspettiamo, sperando che anche questa non svanisca nel nulla. C’è una sala di controllo bellissima, ma nessuno riesce a capire perché non funziona. Quanto a Marina di Acate le telecamere potrebbero rappresentare un deterrente, ma non la soluzione. Anche in questo caso, comunque, mi sono fatto fare un preventivo e mi è stato detto che per installarne una sola ci vogliono 5000 euro, somma che comprende la gestione per un anno. Ma con una telecamera sola che cosa si risolve? Secondo me nulla. Confido nella sensibilità dei cittadini, potrebbero inviarci in forma anonima le foto dei trasgressori che sporcano, ma accade molto di rado e quelle pochissime volte abbiamo elevato le multe. In più, parteciperemo ad un bando regionale per l’isola ecologica e abbiamo individuato la zona nella quale crearla, alla periferia di Acate, nell’area artigianale.
Fin qui le parole del Sindaco, noi di Ialmo, però, per capire meglio in cosa consiste questa collaborazione con la Federazione Italiana della caccia – sezione di Acate – abbiamo contattato anche un socio, Walter Cultrona. “Nel settembre scorso abbiamo fatto una convenzione col Comune per l’utilizzo, sul territorio, delle guardie ittico – venatorie – ambientali della nostra federazione. Noi già da tempo operiamo in tal senso – ci ha spiegato – per conto della Ripartizione Faunistica Venatoria, e tra i nostri compiti c’è pure la sorveglianza antincendio. Adesso che, dopo una lunga trafila burocratica, abbiamo avuto anche l’autorizzazione della Prefettura, in collaborazione con la Polizia Municipale daremo il nostro contributo per contrastare le discariche abusive”.
Ma quante guardie siete? E quali sono, esattamente, i vostri compiti?
Ad Acate siamo in due, ma possiamo avere rinforzi da tutta la provincia. E’ la Polizia Municipale che ci dice dove andare, cosa fare e per quante ore. Inoltre, una volta al mese almeno, siamo a disposizione della Ripartizione Faunistica, che ci impiega in base alle esigenze di tutto il territorio ibleo. Noi abbiamo il compito di vigilare sul patrimonio paesaggistico a 360 gradi, compilando verbali di accertamento nel caso in cui riscontriamo qualcosa che non va. Ma tocca ai vigili urbani, poi, confermarli o meno. Ogni 3 mesi, infine, siamo tenuti a presentare una relazione al Comune con i risultati ottenuti.
A Marina di Acate aiuterete nella bonifica?
Noi possiamo solo segnalare il reato/problema, ma la bonifica purtroppo non ci compete. La devono fare le ditte specializzate in base al tipo di rifiuto, perché ci possono essere anche quelli speciali e solo loro sanno loro come trattarli e dove conferirli.
Valentina Frasca