In vigore la legge Lorenzin sulle vaccinazioni: tra favorevoli e contrari, a Siracusa
Abbiamo sentito la dott.ssa Maria Lia Contrino, che spiega il modo in cui l'ASP sta operando per “stanare i resistenti”, e Daniela Rosella, referente del Movimento italiano per la libera scelta vaccinale, che racconta perché è diventata una free vax
(11 marzo 2019)
Niente più proroghe, dopo quella approvata dal Governo nel 2018, da oggi la legge Lorenzin sulle vaccinazioni, varata nel 2017, sarà applicata. I genitori che non avranno provveduto a presentare alla scuola la certificazione in originale, attestante le regolari vaccinazioni dei figli, incorreranno in una serie di sanzioni, tra cui l’esclusione da scuola per i bimbi iscritti alla scuola dell’infanzia e al nido. Per i genitori degli alunni più grandi (elementari e medie) previste, invece, sanzioni pecuniarie fino a 500 euro ma i figli potranno frequentare le lezioni. Maggiormente esposti al rischio contagio i bambini immunodepressi della scuola primaria, che, venendo a contatto con soggetti non vaccinati, rischierebbero serie conseguenze per la propria salute. In questi ultimi giorni intanto, a rassicurare i genitori, sono arrivate le stime della Siti (Società italiana di igiene), cifre che per alcune tipologie di vaccini attesterebbero il raggiungimento della cosiddetta “immunità di gregge”, situazione in seguito alla quale i non vaccinati giovano indirettamente della protezione dalla diffusione di determinate malattie, grazie al gran numero di individui vaccinati che sviluppando l’immunizzazione ne impediscono il propagarsi. Sulla questione è intervenuto in questi giorni anche il vice premier, Matteo Salvini per chiedere alla ministra della Salute, Giulia Grillo un’ulteriore proroga all’applicazione della Lorenzin. Un’ingerenza che la titolare del dicastero alla Salute avrebbe respinto al mittente, soprattutto in ragione delle alte percentuali di vaccinazioni già raggiunte in molte le Regioni dove sarebbe stata raggiunta e superata la soglia di copertura minima, raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità pari al 95%. In aumento anche la copertura contro il morbillo (94,15% prima dose) e per la polio (oltre il 95%).
Ma a Siracusa a che punto siamo? Abbiamo rivolto la domanda alla dott.ssa Maria Lia Contrino, dirigente della S.C. Epidemiologia e Medicina Preventiva dell’Asp. “Stiamo svolgendo un lavoro capillare per stanare i “resistenti” ,– spiega la dott.ssa Contrino a Ialmo – ossia quelli che malgrado tutte le informazioni non ne vogliono sapere di far vaccinare i propri figli. Alcuni fanno i furbi, si prenotano e poi non vengono, quello che mi dispiace è che questo va a discapito di quei genitori che, invece, vorrebbero vaccinare e fanno lunghe file per le prenotazioni. Per sopperire a questo e venire incontro agli utenti, ci siamo attivati per estendere l’apertura tutti i giorni, compreso il sabato, e per tre pomeriggi anziché due. Cerchiamo di favorire i bambini più piccoli e le situazioni più problematiche, ma chiaramente non trascurando anche le altre fasce d’età. Bisogna sempre mantenere alta l’attenzione, – continua – e per questo avremmo bisogno di più personale, perché due ambulatori per il territorio di Siracusa non bastano. Solo l’anno scorso abbiamo registrato 300 casi di morbillo, tra adolescenti e giovani adulti, perché tra il 2012 e 2013 si è abbassata la percentuale di immunità intorno al 78%, quando dovrebbe arrivare al 95%. Per fortuna, con il lavoro che abbiamo svolto lo scorso anno con i bambini delle coorti che in quegli anni non venivano a vaccinare oggi abbiamo avuto un recupero di 6/7 punti percentuali, ma purtroppo ci sono ancora molte persone che si informano basandosi solo su ciò che trovano su internet, informazioni imprecise, spesso non confutate. Per questo voglio ribadire – conclude la dott.ssa Contrino – che il vaccino è un farmaco assolutamente sicuro”.
Di parere assolutamente contrario a quanto espresso dalla dirigente Asp, la messinese Daniela Rosella, da anni referente Comilva (Coordinamento del Movimento italiano per la libera scelta vaccinale) e adesso al fianco dei genitori che lottano per la libertà di scelta. Una battaglia contro il Ministero della Salute, la sua, per il danno subito dalla figlia Alessia, vaccinata a dodici anni contro il meningococco. Dopo 9 anni di attivismo e una lunga serie di difficoltà per affrontare la malattia di Alessia, che adesso di anni ne ha 21, mamma Daniela, ha le idee molto chiare: fare i vaccini deve essere una scelta libera e consapevole e non un’imposizione dello Stato. “Io non ho mai detto a nessuno di non vaccinare il proprio figlio, – spiega Daniela Rosella a Ialmo – però il mio consiglio è sempre stato quello di andare oltre quello che la maggioranza dei medici sostiene. Le reazioni ai vaccini esistono, sono anche documentate sul sito dell’Agenzia del farmaco, gravi e non gravi, e ci sono degli studi scientifici autorevoli che ammettono che la vaccinazione può causare delle reazioni avverse”.
“Non puoi mai escludere che a tuo figlio possa capitare – prosegue Rosella – Alessia era una ragazzina perfettamente sana e piena di vita, faceva karate e solo due giorni dopo la vaccinazione non camminava più, quindi di cosa stiamo parlando? Adesso passa le sue giornate tra divano e letto, va a scuola una o due ore a settimana e certamente non può fare quello che i suoi coetanei fanno normalmente, come uscire la sera o andare al cinema: la sua vita è rovinata. Ritengo che sia una questione di correttezza, non bisogna far passare il messaggio che la vaccinazione faccia solo bene, bisogna dare voce non solo alla scienza ma anche a coloro che non vengono considerati. Noi, per alcuni, siamo i genitori cosiddetti “sovversivi”, che si alzano una mattina e decidono improvvisamente di diventare No vax e non far vaccinare i propri figli. Niente di più falso, io sono stata una madre che ha deciso di far fare a sua figlia sia i vaccini obbligatori che i facoltativi, quindi non mi sono alzata una mattina impazzita. Sono invece fermamente convinta – conclude Daniela Rosella – che non ci sia un’emergenza sanitaria in Italia e che non si curano i bambini immunodepressi con la vaccinazione. Vi faccio un esempio, mia figlia non potrebbe stare a contatto con una persona vaccinata con mpr-v (contro morbillo, parotite, rosolia e varicella), basta leggere nel bugiardino dove viene riportato che i soggetti dopo la vaccinazione devono stare lontani dalle donne incinte e le categorie di immunodepressi. Invece cosa fanno molti genitori? Fanno fare il vaccino ai figli e li portano a scuola il giorno stesso. Vedete allora che c’è qualcosa che non va? Forse qualche domanda sarebbe bene farsela, parola di mamma!”
Nadia Germano Bramante