Le primarie consacrano Nicola Zingaretti: il 70% degli elettori del PD lo ha scelto come segretario
Il giorno dopo i numeri, iniziano le analisi. Ma fa riflettere quello che è successo a Pachino, dove il seggio è stato chiuso per protesta contro un provvedimento, lo scioglimento del Comune per mafia, definito ingiusto
(4 marzo 2019)
Anche le provincie di Siracusa e Ragusa incoronano Nicola Zingaretti nuovo segretario del Partito Democratico. Questo il risultato scaturito dalle primarie che, già dalle prime ore di ieri mattina, hanno spinto al voto in tutta Italia molto più del milione di persone auspicato dai tre candidati: l’eletto Zingaretti, che ha sfiorato il 70% dei consensi, il segretario uscente, Maurizio Martina e lo sfidante Roberto Giachetti.
Dal dato nazionale che, alla chiusura dei gazebo, si è di poco discostato dalle consultazioni di due anni fa (oltre un milione e mezzo di elettori), in provincia di Siracusa l’affluenza segna un netto calo, facendo registrare 5497 preferenze, di cui 2.943 per Zingaretti, 2.056 per Martina e 498 per Giachetti. Al dato provinciale va un’annotazione a margine, e, se vogliamo, in controtendenza, per quanto occorso al seggio di Pachino dove i potenziali elettori, compresi quelli della vicina Portopalo, sono stati dirottati verso le postazioni allestite a Noto a causa della ferma presa di posizione di un gruppo di militanti e dirigenti del locale circolo PD che hanno scelto un gesto estremo: chiudere il seggio. Una protesta che ha tutta l’aria di una nuova pesante grana pronta ad espandersi in un batter d’occhio dall’ambito regionale al nazionale del Partito Democratico, coinvolgendo in prima persona il parlamentare nazionale Giuseppe Lumia, considerato tra gli artefici del recente provvedimento del Consiglio dei Ministri che ha sciolto il Consiglio comunale (a maggioranza PD) per infiltrazioni mafiose. “Il 14 febbraio scorso, – scrivono in una nota diffusa su Facebook – la nostra comunità, per noi, ha subito un’ingiustizia. Perché le storie politiche e personali dei consiglieri, degli amministratori e del sindaco del PD, Roberto Bruno, sono da sempre e in modo riconoscibile, dalla parte della legalità e di un’ antimafia quotidiana. Viviamo il paradosso di vedere sciolta per mafia un’amministrazione non mafiosa e, anzi, eletta come chiaro segnale popolare contro la mafia. In questa vicenda si intrecciano tante componenti, anche di bassa politica locale, ma qui vogliamo far emergere quella che riguarda il nostro partito. Perché è Giuseppe Lumia, parlamentare del PD e nome storico dell’Antimafia, che per ben due volte ha sollecitato il Ministro dell’Interno a indagare sull’amministrazione del PD guidata da Roberto Bruno. In due interrogazioni ( 2016 e 2018) Lumia denuncia un tentativo della mafia di entrare nel Comune di pachino, con un candidato a sindaco e due consiglieri. Questo candidato “gradito alla mafia” viene sconfitto al ballottaggio proprio da Roberto Bruno e dal PD: eppure Giuseppe Lumia, quel candidato a sindaco, a suo dire gradito alla mafia, lo ha sostenuto pubblicamente, con interventi e comizi. I consiglieri che oggi Lumia accusa di essere infiltrati della mafia, fanno parte della coalizione sostenuta pubblicamente da lui e da noi sconfitta. Poteva non sapere, Lumia, ex componente della commissione antimafia, che questi candidati, erano appoggiati dalla mafia, come egli stesso argomenta per chiedere inchieste su Pachino ? Su questa sconcertante vicenda non abbiamo registrato alcuna reazione da parte dei nostri rappresentanti istituzionali provinciali, regionali e nazionali”.
Pachino, dunque, in controtendenza con il resto della provincia, dove la vittoria in larga maggioranza del Governatore del Lazio non è mai stata messa in discussione. Nel capoluogo si è votato nei gazebo allestiti in piazza Adda e nelle circoscrizioni di Cassibile e Belvedere, dove 1.095 sono state le preferenze accordate a Nicola Zingaretti, sostenuto dagli ex parlamentari siracusani: Bruno Marziano, Marika Cirone Di Marco e Sofia Amoddio. Nettamente distanziati i due avversari, Maurizio Martina attestatosi a 438 e Roberto Giachetti a 217 voti. “Le Primarie del PD sono state una vera festa della partecipazione e della democrazia, non dei ‘like’ impressi sul grigio di una tastiera, – dichiara Marika Cirone Di Marco, ex Parlamentare regionale PD. “Persone vere in carne e ossa, pazienti per l’attesa del loro turno, sorridenti, tra strette di mano e scambi di opinione. In tutto questo il lavoro instancabile e attento dei democratici volontari ai seggi: una giornata piena sottratta alla famiglia e alle proprie esigenze in nome della militanza generosa e ideale. Vittoria bulgara per Zingaretti al 70%, il nuovo segretario ha tra le mani una grande risorsa di consenso personale e un’enorme responsabilità. Guidare nel Paese la riscossa contro questo temibile governo giallo verde. Siamo di nuovo in cammino, – conclude Marika Cirone – grazie a quanti / quante hanno sostenuto questo primo fondamentale passaggio”.
All’entusiasmo espresso dalla ex parlamentare regionale fa eco il segretario cittadino del PD di Ragusa, Giuseppe Calabrese, che commenta così il successo di Zingaretti nel capoluogo ibleo, tra i migliori risultati in Sicilia: “Una domenica di democrazia. 1.800.000 votanti per le primarie di quel partito che molti davano per defunto. Ci siamo. Si riparte. Nicola Zingaretti vince e a Ragusa città stravince. Da segretario cittadino un grazie di cuore agli oltre 1.800 partecipanti che hanno votato e che hanno scelto Zingaretti segretario con l’88% dei consensi che sembra essere uno dei dati migliori d’Italia dei capoluoghi di provincia con riferimento al neosegretario eletto. Ringrazio tutti i volontari dei seggi di Ragusa e Marina di Ragusa, a partire dall’on. Nello Dipasquale e fino all’ultimo degli iscritti, che hanno dato tanto alla riuscita delle primarie. Da capolista scelto da Zingaretti ed eletto in assemblea nazionale – continua Calabrese – esprimo doppia soddisfazione per lo straordinario successo ottenuto dalla lista Piazza Grande Europa che si attesta al primo posto in provincia con oltre il 70% dei consensi. La nostra parola chiave è unità. La invochiamo da sempre, la chiediamo in ogni elezione ma spesso non riusciamo a raggiungerla. Continueremo su questa strada con la forza e la determinazione di sempre, pronti a collaborare con chi nel Pd oggi rappresenta la minoranza, pronti ad aprire un dialogo con chi orbita nell’area progressista attraverso forme civiche di aggregazione, ma consapevoli della forza e della responsabilità che abbiamo come Partito Democratico con il solo obiettivo di battere le destre sovraniste e i populisti”.
Tornando a Siracusa, di segno opposto e decisamente meno entusiastica l’analisi del voto fatta dalla presidente della Commissione provinciale per il Congresso del PD, Vera Corso, sostenitrice della mozione guidata da Maurizio Martina: “Sono contenta per com’è andata la consultazione a Siracusa e provincia, – commenta – c’è stata una buona partecipazione ed è andato tutto molto bene, ma al momento non posso ancora fare valutazioni politiche precise. Personalmente sostenevo la mozione di Maurizio Martina che, come sappiamo, esce sconfitta da questo voto, e devo dire che ho avuto l’impressione che qui da noi l’affluenza alle urne abbia avuto un altro significato. A differenza dell’ambito nazionale, secondo me si è tornati a votare più per chiudere un’era che per aprirne un’altra, in questo voto non vedo un progetto chiaro. Non ci stiamo rendendo conto che, con l’attuale governo, la Sicilia sta rischiando grosso e al momento non vedo una reazione vera a questo stato di cose. Per ulteriori valutazioni, – conclude Corso – preferisco aspettare la conclusione del congresso provinciale e l’elezione del nuovo segretario, solo dopo potremmo capire se ci sarà la volontà di tornare ad una restaurazione della vecchia sinistra o di dare finalmente spazio a nuovi progetti”.
Nadia Germano Bramante