Siracusa: con “Io dono” l’associazione Astrea aiuta le famiglie bisognose della città
Nel nome di Stefano Biondo, si porta avanti un’attività che non conosce sosta e non pone barriere in merito alla nazionalità, al credo religioso o al colore della pelle dei bisognosi
(14 febbraio 2019)
Armadi, divani, cucine, frigoriferi e arredi vari, e poi bombole di gas, indumenti, lenzuola, coperte, libri scolastici e persino generi alimentari ma l’elenco potrebbe continuare ad oltranza. A stilarlo, quotidianamente, ormai da anni, nell’ambito dell’iniziativa “IO DONO Siracusa” in favore delle famiglie bisognose della città, ci ha pensato l’associazione siracusana “Astrea in memoria di Stefano Biondo” che, nel cuore della Borgata, in piazza S. Lucia, opera e ha sede da sette anni.
Nata nel 2012 in memoria di Stefano Biondo, lo sfortunato disabile morto a soli 21 anni per asfissia, in seguito ad una manovra praticata nella struttura sanitaria dove si trovava ricoverato, l’associazione si occupa di aiutare famiglie indigenti, donne vittime di violenza e quanti, a vario titolo, si trovano a dover affrontare situazioni di svantaggio. “Sono centinaia le famiglie siracusane e non che, nel corso di questi anni, si sono rivolte a noi per avere aiuto o semplicemente consigli, anche di natura legale, in un momento di difficoltà – spiega Rossana La Monica, presidente di Astrea e sorella di Stefano Biondo. “La nostra – continua – è una comunità formata da volontari, spesso arrivati a noi in un momento di bisogno e poi rimasti ad aiutare per poter dare il proprio contributo agli altri. Ci alimentiamo grazie alle donazioni, alla generosità della gente che ci supporta e ci da fiducia, questo avviene grazie alla conoscenza diretta, durante le raccolte fondi che organizziamo periodicamente e le raccolte giornaliere”.
Un’attività, quella portata avanti dagli “Astreini”, così vengono ormai chiamati confidenzialmente i volontari, che non conosce sosta e non pone barriere in merito alla nazionalità, al credo religioso o al colore della pelle dei bisognosi. “Per noi non esiste differenza, – ci tiene a precisare Rossana La Monica – le famiglie in difficoltà sono tantissime qui in città, più di quante si possa credere e noi ci attiviamo, senza fare distinzioni. Adesso stiamo cercando e per questo facciamo appello a chi possiede magari un locale o un garage in disuso, in questo senso cercheremo anche tra i bandi che riguardano il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia, per avere la possibilità di depositare tutti gli oggetti da distribuire ai bisognosi. Perché adesso, non avendo spazio, ci limitiamo a fare da tramite tra chi vuole donare e ha la necessità di dare via mobili e oggetti il più presto possibile e chi li riceve e non riesce ad organizzarsi per tempo”.
A supportare gli “astreini” nella loro attività anche altre associazioni che operano nel cosiddetto terzo settore, con le quali si è creata una rete virtuosa di mutuo aiuto in diverse occasioni e l’Assessorato comunale alle Pari Opportunità Sociali, principale interlocutore istituzionale sulle delicate tematiche del sociale. “Tra le nostre attività, – ricorda ancora Rossana – includiamo la donazione di corredini per neonati in ospedale, nel caso in cui i genitori non potessero permetterselo, per evitare la segnalazione ai servizi sociali che potrebbe scattare nel caso accertato di indigenza della famiglia. In questo senso però notiamo che c’è ancora tanta sfiducia da parte dei cittadini nel servizio pubblico, motivo per cui ci capita di fare da tramite con l’assessora Alessandra Furnari, con la quale abbiamo avviato una proficua collaborazione”. A preoccupare le famiglie, secondo quanto emerge dall’esperienza dei volontari di Astrea, è il rischio che alle famiglie venga tolto l’affido dei figli per questioni legate allo stato di indigenza. Eventualità quasi data per scontata da molti cittadini, nella cui percezione il servizio pubblico si trasformerebbe automaticamente da potenziale opportunità di aiuto e supporto per le famiglie a meccanismo coercitivo, finalizzato allo smembramento delle stesse.
“Effettivamente, – spiega Alessandra Furnari, Assessora alle Pari Opportunità sociali del Comune di Siracusa – anche noi abbiamo notato questa tendenza che molti hanno a considerare gli assistenti sociali come figure da temere e questo ci rattrista molto. Per questo motivo mi sento di rassicurare e lo faccio ormai da quando ho assunto la mia rubrica, che non soltanto l’allontanamento dei figli avviene solo e soltanto per gravi motivi come dipendenze da alcool, droghe, ludopatie e quindi non c’è alcuna volontà di aggravare situazioni preesistenti ma al contrario che i cittadini possono rivolgersi con fiducia al mio assessorato per far presente problemi e criticità familiari vissute. Io stessa – conclude Furnari – ricevo personalmente e quotidianamente moltissime persone in assessorato, con le quali tentiamo di affrontare e risolvere i problemi posti”.
Nadia Germano Bramante