Omicidio Loris: tre cose non quadrano, l’avvocato Villardita annuncia il ricorso in Cassazione
Il penalista spiega perché vuole opporsi alla sentenza di condanna a 30 anni, in primo e secondo grado, nei confronti di Veronica Panarello
(9 gennaio 2019)
A distanza di qualche giorno dalla diffusione dei motivi che hanno spinto i giudici della Corte d’assise d’appello di Catania a confermare la condanna a 30 anni di carcere per Veronica Panarello, per l’omicidio e l’occultamento di cadavere del figlioletto Loris Stival, il legale della donna annuncia la volontà di fare ricorso in Cassazione.
“Il ricorso – spiega l’avvocato Francesco Villardita – verterà su tre punti. Il primo è certamente l’elemento soggettivo del reato. Si parla di dolo d’impeto, ma anche di pianificazione con il sopralluogo di Veronica Panarello al canalone, e questa è una contraddizione. Il secondo – aggiunge – è l’assenza di movente e in un delitto di questo genere non può non esserci. Infine – conclude il penalista – la capacità di intendere e volere dell’imputata, scompare la criticata sindrome di Medea, finita nel dimenticatoio”.