Senza avvocato niente alcoltest? Facciamo chiarezza con il presidente dell’AIFVS Biagio Lisa
"Quella della Cassazione, in realtà, è una sentenza giusta, che va a disciplinare la materia a livello nazionale. Bastano pochi secondi, poi si può procedere senza rischio di invalidazione"
(14 dicembre 2018)
Si sta tornando a parlare, negli ultimi giorni, di una sentenza emessa dalla Cassazione a marzo e depositata a giugno secondo cui il conducente di un mezzo fermato e sottoposto ad alcoltest abbia il diritto di essere assistito dal proprio avvocato già prima dell’esame, e non solo se risulta positivo. Se le forze dell’ordine procedono con gli accertamenti senza ricordare alla persona fermata, e senza mettere a verbale, tale facoltà, i risultati del test sono nulli e, di conseguenza, anche tutto l’iter che ne segue.
In tanti stanno esprimendo preoccupazione e indignazione, perché vedono in questa sentenza un semplice escamotage per uscire da una situazione delicata, in cui in ballo ci sono anche il sequestro della patente e del mezzo. Noi abbiamo chiesto un parere a Biagio Lisa, presidente della sezione provinciale dell’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada Onlus e del Gruppo Ibleo Strade Sicure, oltre che componente del consiglio nazionale dell’AIFVS, innanzitutto per capire bene cosa cambia e poi per comprendere se effettivamente i trasgressori avranno, d’ora in avanti, vita facile.
“Si tratta di una sentenza giusta – afferma Lisa – perché va ad uniformare e disciplinare la materia a livello nazionale. E’ una procedura molto semplice quella che gli operatori delle forze dell’ordine sono chiamati a fare. Si deve solo ricordare all’utente questo diritto, poi lui è libero di dire se si vuole avvalere di questa facoltà oppure no, anche perché l’avvocato non sempre può essere a disposizione. Finora ogni tribunale ha deciso in autonomia, ora la Cassazione ha parlato chiaro per tutti. All’automobilista vanno ricordate le garanzie previste dalla legge, e tutto va messo per iscritto nel verbale, poi si può procedere. Di certo, la procedura non si blocca. Sono pochi secondi, ma mettono al riparo dal rischio di invalidazione”.
La sentenza ha preso spunto dal ricorso di un automobilista, che era stato condannato dalla corte d’Appello di Trieste a otto mesi di carcere e al pagamento di 1.800 euro di ammenda. L’uomo si era rifiutato di sottoporsi al test dell’etilometro, e gli agenti non gli avevano chiesto se avesse intenzione di chiamare il proprio avvocato né ricordato i suoi diritti. Adesso, proprio quest’ultimo passaggio diventa cruciale.
“Ovviamente – continua Biagio Lisa – stiamo parlando di stati di ebbrezza non visibili. Quando sono evidenti si deve procedere direttamente, perché quella persona rappresenta un pericolo per sé stesso e per gli altri e potrebbe anche non capire quello che gli agenti gli dicono. La Cassazione, è bene precisare, non fa differenza tra chi ha un livello di alcol nel sangue molto alto oppure poco alto, punta solo sul diritto di sapere da parte dell’utente della strada”.
L’Associazione, che conta 127 sedi in tutta Italia e 18 in Sicilia, da anni è impegnata nella sensibilizzazione sui comportamenti da tenere quando si è sulla strada. “Il 15 novembre – spiega Lisa – abbiamo siglato un protocollo d’intesa con Prefettura, Asp, Soaco, forze dell’ordine e Provveditorato agli Studi e dentro l’aeroporto di Comiso stiamo realizzando un’area verde di 5000 mq, concessa dal Comune, per il progetto di educazione stradale e culturale “Giocando si impara”. I bambini sanno divisi in fasce dai 3 ai 7 anni e dai 7 ai 14 , e ogni mattina un paio di classi verranno da noi per fare il percorso stradale in pista. D’accordo con Soaco, poi, avranno modo di visitare l’aeroporto per vedere come funziona. E’ un progetto approvato dal Ministero degli Interni e contiamo di partire a fine marzo. Parallelamente – conclude – stiamo girando l’Europa con la nostra nazionale di calcio. Ultimamente siamo stati a Malta, e continueremo per invitare tutti a tenere dei comportamenti corretti alla guida”.
Valentina Frasca