Cracking, le rassicurazioni di Musumeci: “Le nostre richieste sono già sui tavoli del Ministero”
Deroghe sul piano assicurativo e incentivi alla ricerca: ecco come si cercherà di dare risposte al comparto vitivinicolo
Le prime segnalazioni sono arrivate in estate, dai vigneti siciliani; poi, pian piano, l’allarme ha risalito lo Stivale, fino alla Puglia. Stiamo parlando del cracking, la fitopatia che sta danneggiando il comparto vitivinicolo, guastando la varietà Italia dell’uva da tavola. L’acino, letteralmente, si spacca, facilitando l’ingresso delle muffe. Quale sia la causa esatta è un mistero, ma in Sicilia, come confermato anche da Coldiretti, non era mai successa una cosa del genere, e il calo che ha portato nella produzione è considerevole, sfiorando, in alcune aree, l’80%.
In occasione dell’ultimo festival internazionale dell’uva da tavola di Mazzarrone, dal 7 al 9 settembre, il Presidente della Regione, Nello Musumeci, è stato tra le personalità premiate con il “Grappolo d’oro” e, in quell’occasione, ha incontrato i produttori e li ha rassicurati sulla vicinanza delle Istituzioni. Alcuni tavoli tecnici, sia prima che dopo, si sono svolti nel Palazzo della Regione di Catania, alla presenza dei rappresentanti del settore di tutta la Sicilia, per fare il punto della situazione ed elaborare una piattaforma rivendicativa.
“A loro – sottolinea a IALMO il Governatore Musumeci, che il problema, da uomo delle Istituzioni e da appassionato di viticoltura, lo conosce bene – ho dato la certezza che avremmo chiesto al Governo nazionale il riconoscimento dello stato di calamità, e infatti la pratica è già a Roma, sul tavolo del Ministero competente. Dipenderà da loro, adesso, predisporre tutti gli interventi che noi abbiamo chiesto, compresa la possibilità di una deroga al piano assicurativo per rimborsare anche coloro che non erano coperti”.
Secondo alcuni studi, l’uva Italia è più vulnerabile di altre varietà a causa della sua struttura, e, in particolare, del suo esocarpo, dal quale dipende la crescita della bacca. Il cracking dipenderebbe dalla sua elasticità, che varia e arriva nel momento più delicato circa 2-3 settimane prima della completa maturazione.
Sono, però, solo ipotesi, per questo il Presidente Musumeci, oltre che sull’aspetto del sostegno economico, punta su quello legato allo studio. “Dobbiamo effettivamente capire perché l’acino si spacca – afferma – e qui entra in gioco la ricerca, alla quale dobbiamo dare fiato. Ecco perché abbiamo predisposto una convenzione col dipartimento di Agraria dell’Università di Catania, che dovrà lavorare per dirci, speriamo in tempi ragionevolmente brevi, a cosa sia dovuta questa fitopatia e quali strumenti si possono adottare per prevenirla. Confido che entro un anno – conclude Musumeci – avremo notizie certe, e saremo nelle condizioni di poter intervenire con maggiore tempestività ed efficacia”.
Valentina Frasca