Presentato da Fratelli d’Italia all’Ars DdL sull’agricoltura sociale
Intervista con l'on. Antonio Catalfamo, capogruppo dei meloniani e primo firmatario della proposta
Un Disegno di legge sull’agricoltura sociale è stato presentato all’Ars dal gruppo di Fratelli d’Italia. Il Ddl, primo firmatario il capogruppo Antonio Catalfamo, seguito dagli altri due colleghi meloniani, Elvira Amata e Gaetano Galvagno, punta ad istituire delle misure a sostegno di questo particolare settore.
Onorevole Catalfamo, perché l’agricoltura sociale è un settore così importante?
“Perché ha una funzione fondamentale. Le attività di agricoltura sociale sono rivolte nel 50 per cento dei casi circa a persone con disabilità, cui seguono disoccupati con disagio, minori e studenti in alternanza scuola-lavoro. Ecco perché abbiamo posto l’attenzione su di un settore fin qui poco curato“.
Ma in Italia l’agricoltura sociale è un settore di nicchia o in espansione?
“In Italia sono oltre mille le esperienze di agricoltura sociale con oltre 390 cooperative sociali che danno lavoro a 4 mila occupati e sviluppano più di 200 milioni di euro di fatturato. La Regione leader in questo campo è la Lombardia. Non direi proprio che si tratta di un ambito trascurabile…”
Qual è l’obiettivo specifico del vostro Disegno di legge?
“Grazie ai fondi sull’inclusività sarà possibile, coinvolgendo gli assessorati regionali competenti, predisporre anche in Sicilia quello che è stato già realizzato in altre Regioni d’Italia. In particolare la tutela e il sostegno ai soggetti svantaggiati attraverso gli strumenti dell’agricoltura, della riabilitazione, delle terapie con gli animali, per la formazione e il lavoro eco-sostenibile sul territorio”.
Quindi il connubio tra natura-agricoltura e funzione sociale?
“Certamente. Questa legge guarda ai soggetti con disabilità, i disoccupati con disagio, i minori e gli studenti, le famiglie con difficoltà gravi. Grazie all’istituzione delle fattorie sociali si potranno creare dei percorsi virtuosi tra cibo, natura e formazione lavorativa” (G.C.)