Riceviamo e pubblichiamo
Negli ultimi anni a Monterosso la popolazione è calata sensibilmente e continua a calare ancora. La causa di ciò non è da attribuirsi solo alla diminuzione delle nascite, che oggi è un fenomeno generale, ma soprattutto all’emigrazione di tanti giovani, specialmente quelli che hanno conseguito un prestigioso titolo di studio.
Nelle scuole del paese già si è alquanto ristretto il numero delle classi. Si va infatti dalla presenza di quattro sezioni negli anni settanta del secolo scorso alla presenza di una sola attuale. La popolazione quindi va sempre più invecchiando e quando muore qualche anziano spesso la sua porta si chiude e non si riapre più. Con la diminuzione della popolazione molti esercizi commerciali e botteghe artigianali stanno chiudendo e spesso per acquistare o riparare qualcosa tanti cittadini sono costretti a rivolgersi altrove. L’attività che in questi anni ha risentito di più di questa crisi è però l’agricoltura, quella che una volta trainava invece tutta l’economia del paese. Nelle campagne attorno ad esso ci sono infatti tanti caseggiati e anche tante ville gentilizie abbandonate mentre una volta brulicavano di gente. A Monterosso in altri termini si sono ridotte al lumicino le attività produttive e sopravvivono solo alcune attività dei servizi che non producono ricchezza ma la consumano soltanto. Quando però un paese non produce più e pensa di poter vivere principalmente di sussidi o di attività del settore terziario in genere non può progredire e rischia anche di scomparire come sta avvenendo a Monterosso.
Le amministrazioni che si sono succedute nel corso di questi anni non si sono resi conto della gravità di questa crisi per cui si sono limitati all’ordinaria amministrazione senza prendere dei provvedimenti adeguati per fermarla. Anziché creare le condizioni per aiutare e invogliare tanti giovani a continuare e ad incrementare le attività dei loro genitori o a intraprenderne delle altre compatibili con la realtà del paese, hanno solo cercato di tamponare in qualche modo la loro diaspora ricorrendo largamente all’assistenzialismo. Con questa scelta però, non potendo accontentare tutti, hanno costretto la maggior parte di essi, anche quelli acculturati, a trovare lavoro altrove. Con la fuga di questi giovani, i cosiddetti cervelli, è diminuita anche la possibilità di avere in paese una efficiente e preparata nuova classe dirigente. Questo tipo di politica ha contribuito inoltre a consolidare non solo nella popolazione ma anche in alcuni dirigenti locali la convinzione che l’assistenzialismo e la raccomandazione sono le uniche strade da seguire per potere andare avanti. Infatti persino alcune cariche amministrative a volte vengono assegnate con questo criterio. In conclusione oggi il paese si presenta senza una guida capace, autorevole e lungimirante e senza un articolato ed efficiente piano di sviluppo. Si è andato avanti infatti solo a tentoni.
Queste amministrazioni quindi, prive del supporto significativo di tanti giovani preparati e dell’esperienza economica e culturale delle categorie produttive, invece di gestire bene le risorse del comune che, anche se poche, non mancano, e quelle derivanti dalle rimesse della regione, investendole per iniziative che avessero delle ricadute economiche durature su tutta la popolazione, le hanno sprecate per scopi clientelari e per finanziare organizzazioni di feste e manifestazioni varie che hanno avuto come unico risultato solo quello di far divertire la gente per qualche giorno o per accontentare qualcuno. Con questo orientamento non hanno fatto altro che dare il colpo di grazia alle attività produttive già in difficoltà, livellando così tutta la popolazione verso il basso.
L’unico obiettivo di queste amministrazioni infatti è stato quello di vincere. Per questo motivo in occasione di ogni tornata elettorale per le amministrative i vari schieramenti politici anziché scegliere dei candidati competenti per questo ruolo, che non è un compito facile ma difficile e complesso, hanno preferito scegliere quelli che potevano portare più voti.
L’attuale amministrazione non si sta discostando molto dall’orientamento di quelle precedenti, anzi alla miopia e alle incompetenze di queste ultime sta aggiungendo l’incuria, la confusione e la superficialità. Ad esempio, a differenza di tanti altri piccoli centri che hanno gli stessi problemi di spopolamento come Monterosso, questa amministrazione non si sta dando molto da fare per sfruttare il pnrr (programma nazionale recupero e resilienza) e altre nuove leggi emanate per aiutare questi piccoli centri a fermare questo fenomeno. Non sta dando infatti molta importanza alla cura delle infrastrutture esistenti e alla creazione di altre nuove, soprattutto quelle che riguardano i collegamenti all’interno del territorio e con i paesi vicini, elementi indispensabili questi per fare andare avanti un paese. Ancora oggi non c’è un piano articolato per la manutenzione delle strade nelle campagne, alcune delle quali sono diventate ormai inaccessibili per l’incuria, impedendo in questo modo ai proprietari dei terreni circostanti di potervi accedere con i mezzi per sfruttarli meglio e renderli produttivi. Essendo inoltre Monterosso all’estrema periferia della provincia di Ragusa è lambito da alcuni territori colonizzati da cittadini monterossani ma appartenenti ad altri comuni di altre province. Di conseguenza questi comuni e queste province non hanno alcun interesse a curare la viabilità all’interno di questi territori. Di fronte a questa realtà fino ad ora nessuna delle amministrazioni precedenti e nemmeno quella attuale si sono premurate di intavolare delle trattative con questi comuni per cercare di trovare qualche soluzione a questo problema. Se ne sta lavando invece le mani dicendo che non è competenza sua intervenire in questo campo.
Oggi si parla tanto anche di incrementare il turismo, ma non si sta facendo abbastanza per incentivarlo rendendo il paese più accogliente e valorizzando meglio i suoi beni culturali in modo da invogliare i forestieri a venire a visitarlo. Certamente ad attirare i turisti non potranno essere solo qualche spot pubblicitario o le esposizioni di alcune scene dei film girati in paese o l’organizzazione di qualche passeggiata nei boschi dove fra l’altro non c’è più alcun segno di vita perché sotto i pini non cresce niente: vi si possono notare solo le rovine di tante opere di consolidamento idrico fatte dai nostri agricoltori di un tempo. Il turista infatti quando arriva in un posto vorrebbe vederlo prima di tutto vivo, ordinato e curato e poi vorrebbe potere assaggiare anche qualche prodotto locale, ma questo non è il caso di Monterosso. Non ci sono infatti iniziative culturali di rilievo che coinvolgano e indirizzino la popolazione. In alcune strade del centro abitato manca la toponomastica, né sono stati presi mai dei provvedimenti seri, ad esempio, per la regolamentazione del posteggio e del traffico cittadino. A questo riguardo non basta esporre dei divieti di sosta e dei dischi orari in alcuni posti del paese se poi non vengono fatti rispettare, tanto è vero che le piazze ed alcune strade sono diventate un groviglio. Né si possono accogliere bene i turisti se non si riesce a presentare ad essi in tutta la loro bellezza e magnificenza gli edifici storici e i tanti beni culturali presenti nel paese, custodendoli bene e investendo dei fondi per valorizzarli e preservarli dal degrado in cui si trovano. Alcuni edifici storici infatti o sono stati manomessi irrimediabilmente, o sono stati trascurati diventando sempre di più fatiscenti con porte e finestre sgangherate (come, ad esempio, il palazzo Cocuzza nonostante gli altisonanti spot pubblicitari su di esso) e tetti colabrodo (come, ad esempio, l’ex convento di S. Anna, l’edifico storico più antico del paese) diventando spesso anche rifugio di colombi. Alcuni beni culturali giacciono anch’essi abbandonati a se stessi come, ad esempio, l’orologio meccanico di S. Giovanni di fine ottocento e l’archivio storico molto corposo che potrebbe essere consultato per delle ricerche storiche. Il merito più importante per un comune infatti non è quello di possedere dei patrimoni di un certo rilievo, ma quello di riuscire a preservarli dal degrado per cui, se non riesce a finanziare la loro manutenzione o non sa come utilizzarli, sarebbe preferibile affidarli con le dovute clausole a chi potrebbe farlo.
La mancanza di interesse e di controllo per le strutture pubbliche da parte dell’attuale ammnistrazione è tale che alcune di esse vengono concesse per manifestazioni occasionali senza alcuna clausola e cauzione ad associazioni e a privati che a volte poi o le lasciano in disordine o le danneggiano senza essere perseguiti. Altre strutture addirittura vengono date gratis a tempo indeterminato o con un canone irrisorio ad altre associazioni. Non c’è nemmeno un inventario degli arredi presenti nei locali comunali per cui a volte alcuni di essi vengono trasferiti altrove, come ad esempio alcuni arredi della segreteria della scuola media di Monterosso che sono stati traslocati nella scuola di Giarratana senza che nessuno glielo abbia impedito, altri sono scomparsi senza sapere dove siano andati a finire.
Questo disinteresse della politica locale per il bene collettivo ha fatto perdere a molti cittadini la consapevolezza che i beni del comune appartengono a loro e che quindi spetta anche a loro curarli e farli curare. Oggi invece in tanti prevale la convinzione che il comune è una controparte da sfruttare individualmente quanto più possibile. Si vocifera a questo riguardo che alcuni cittadini, sapendo di non essere perseguiti, non si sentono nemmeno in dovere di pagare le imposte comunali. Poi magari, scarseggiando i fondi anche per l’ordinaria manutenzione, l’amministrazione aumenta tali imposte alle spalle dei cittadini onesti. L’incapacità, la superficialità e l’indifferenza della politica locale nei confronti delle prerogative del comune sono arrivate ormai a tal punto da far diventare Monterosso quasi una succursale di Giarratana, tanto è vero che si è fatto sfuggire senza colpo ferire a favore di questo comune non solo le direzioni della posta, della banca agricola e della scuola, ma anche la gestione della zona archeologica di Calaforno che si trova in territorio di Monterosso.
Si parla anche di organizzare il tempo libero dei giovani, ma non sono state curate adeguatamente nemmeno le strutture sportive, alcune delle quali, oltre ad essere trascurate, non sono nemmeno in regola.
Di fronte a queste problematiche a quanto pare nemmeno la minoranza sta sapendo svolgere il ruolo che le compete, quello cioè di controllore dell’operato della maggioranza e di fautore di proposte alternative. Maggioranza e opposizione infatti non sembrano essere espressione degli interessi dell’intera comunità cittadina, ma solo di determinati gruppi. Spesso infatti nei consigli comunali si limitano solo a sterili battibecchi di routine per controbattere l’avversario e non per affrontare e risolvere i veri problemi del paese, tanto è vero che ormai sono pochi i cittadini che vi partecipano, a differenza di una volta.
In mancanza di una guida autorevole, lungimirante e ricca di idee oggi a Monterosso, tante persone, sentendole parlare, sembrano ormai rassegnate al triste destino di questo paese, infatti non sperano più che ci possa essere un modo per risollevarlo da questo impasse per cui si rinchiudono nel loro passato, alcuni ricordandolo con nostalgia, altri condannandolo, ma restando sempre ancorati ad esso senza riuscire a guardare oltre. Di questo purtroppo persino alcuni esponenti politici locali sono convinti. Si sono persi in altri termini la fiducia nella politica, la consapevolezza del bene collettivo, lo spirito di appartenenza, la cultura del lavoro produttivo e si è caduti nel fatalismo e nell’indifferenza totali .
Riepilogando e concludendo. Oggi Monterosso sta attraversando un periodo di forte crisi non solo economica ma anche culturale e di identità. La politica dell’assistenzialismo e del favoritismo ha creato un sistema di compromessi così intricati e così vincolanti tra amministratori e loro sostenitori che fino ad ora, nonostante qualche tentativo, non è stato possibile districare. Per uscire fuori da questa crisi il paese avrebbe bisogno invece di una classe politica nuova che invece di rinchiudersi nel palazzo avesse il coraggio e la fermezza di guardare avanti senza alcun condizionamento e avesse anche la capacità di stilare e portare a compimento un progetto di sviluppo complessivo e lungimirante attirando in paese anche capitali, esperienze imprenditoriali e maestranze esterne, dato che a Monterosso da un po’ di tempo queste categorie purtroppo scarseggiano, in modo da stimolare la popolazione locale a riprendere a produrre per creare ricchezza, benessere generale e certezza, senza aspettare che tutto debba piovere solo dall’alto. Un paese che non produce infatti e non sa pensare al suo futuro non potrà dare alcuna speranza alle nuove generazioni: potrà solo prolungare per qualche anno ancora la sua agonia ma alla fine non potrà evitare il suo epilogo.
Giuseppe Scollo
Un vero peccato per un paese molto bello, ricco di storia e tradizioni. Bisogna partire sempre dall’agricoltura, valorizzare le specificità del territorio, farsi venire- “copiare” idee, trovare investitori. Giovani basta di “scappare”! Studiate l’agricoltura e applicatela nella vostra Terra.
Un vero peccato per un paese molto bello, ricco di storia e tradizioni. Bisogna partire sempre dall’agricoltura, valorizzare le specificità del territorio, farsi venire- “copiare” idee, trovare investitori. Giovani basta di “scappare”! Studiate l’agricoltura e applicatela nella vostra Terra.